Tra l'unione e la discordia - Parte 1

37 8 3
                                    


Mi risvegliai nella tenda con la mente piuttosto annebbiata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi risvegliai nella tenda con la mente piuttosto annebbiata.

Avevo fatto uno strano incubo, ma mi ricordavo tutto alla perfezione, come se fosse reale.

Le rune incise sulla roccia non si schiodavano dal mio cervello, come se mi fossero state marchiate sugli occhi. Erano qualcosa di importante, me lo sentivo.

Incapace di trovare una risposta, decisi di non soffermarmici troppo; ciononostante, mi chiesi se ci fosse qualcosa di più grande in ciò che mi era apparso quella notte.

Il mio sguardo si spostò lungo la tenda, finché non trovò Celine. La ragazza dormiva profondamente nella branda accanto alla mia, con un'espressione distesa e serena. Un sorriso mi attraversò il volto mentre pensavo che fosse meglio non svegliarla; si era guadagnata quel riposo, dopo tutto ciò che avevamo affrontato.

Avevo bisogno di sgranchirmi le gambe e bere un po' d'acqua, così mi alzai e decisi di uscire dalla tenda.

Il sole stava appena sorgendo dalle montagne, tingendo il cielo di tenui sfumature rosate. Eppure, nonostante l'ora mattutina, nell'avamposto regnava un fracasso infernale proveniente dalla tenda accanto alla nostra: quella di Jhorin. Non avevo bisogno di entrare per capire cosa lo scatenasse; avevo già avuto modo di sentire il suo russare in passato. Questa volta, però, con una tale intensità che il suo rombo profondo risuonava in tutto l'accampamento, facendo vibrare perfino il telo della sua tenda.

"Ma come ho fatto a dormire con questo baccano?" Mi domandai, incredulo.

In quel momento, una voce ruppe i miei pensieri.

"È incredibile, vero?" Esclamò Gens, che usciva dalla sua tenda sbadigliando; probabilmente si era svegliato anche lui da poco, grazie al russare del suo commilitone.

"Eh già!" Esclamai, sbadigliando di rimando.

Gens si avvicinò e mi offrì un pezzo di pane, che prendei senza pensarci due volte. Mentre masticavo, notai che teneva in mano un piccolo calderone con una strana brodaglia. L'aroma non era affatto invitante: l'odore pungente e acidulo mi pizzicava le narici e permeava l'aria. Tuttavia, la mia pancia brontolava, e la fame aveva la priorità sul disgusto.

"Che cos'è?" Domandai, cercando di non storcere il naso.

"La colazione, ovviamente!" Rispose Gens con un sorriso divertito. "Zuppa di pesci del Lago di Vetro", aggiunse, come se migliorasse la situazione. Alzò il calderone, scuotendolo leggermente come per invogliarmi, nonostante l'odore stomachevole continuasse a sollevarsi nell'aria.

"E la stavi preparando dentro la tenda?" Chiesi, sbigottito.

"Ma certo, dove altro dovrei prepararla?" Rispose lui, come se fosse una cosa ovvia. Mi vennero in mente un sacco di luoghi più opportuni della tenda per occuparsi della colazione, così pensai che Gens stesse scherzando, ma la sua faccia era fin troppo seria.

Il Sussurro Delle OmbreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora