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Ghali era tornato a Milano da poche settimane, ma la città sembrava diversa. Forse era il vento freddo di novembre che tagliava l'aria o forse era quel vuoto che sentiva dentro, più profondo di ogni distanza che avesse mai percorso. La sua carriera come rapper stava andando a gonfie vele: ogni giorno si ritrovava su un palco diverso, in una città nuova, con migliaia di persone urlanti che cantavano le sue canzoni. Eppure, quella sera, nella penombra del suo appartamento, non riusciva a sentirsi felice. C'era solo una voce che avrebbe voluto ascoltare, solo un volto che avrebbe voluto vedere.

Ghali fissava il suo telefono con un misto di nostalgia e speranza. La batteria era quasi scarica: solo l'1% rimasto. Ma la batteria non era l'unica cosa che stava per esaurirsi. Anche lui si sentiva così, svuotato, come se avesse dato tutto di sé al mondo e fosse rimasto senza più nulla da offrire. Si sedette sul divano, lo sguardo fisso sulla schermata dei messaggi. Aveva salvato il suo numero, nonostante si fosse promesso mille volte di cancellarlo. Il dito indugiava sopra il nome, come se bastasse un tocco per riavvolgere il tempo, tornare indietro, quando tutto sembrava più semplice, più bello.

Era passato quasi un anno dall'ultima volta che si erano parlati davvero. Un anno da quando avevano deciso di lasciarsi, di prendere strade diverse. Lui, impegnato a rincorrere la fama e i suoi sogni, e lei, desiderosa di una vita più tranquilla, lontana dai riflettori. Gli aveva detto che lo amava, ma che non poteva più vivere all'ombra della sua carriera. Gli aveva chiesto di scegliere. E Ghali, in quel momento, aveva scelto la musica, pensando che fosse l'unica cosa di cui avesse bisogno. Ma ora, solo nella sua stanza, si rendeva conto di quanto si fosse sbagliato.

Aveva cercato di andare avanti, di riempire quel vuoto con altre cose, con altre persone. Si era immerso nelle notti di Milano, nei club, nelle feste, circondato da volti sorridenti e mani che lo afferravano per ballare. Ma ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva il suo viso, sentiva la sua risata. Ogni donna che incontrava gli ricordava qualcosa di lei: il modo in cui rideva, il profumo che indossava, le parole che usava. Tutto sembrava un pallido riflesso di ciò che aveva perso.

Una notte, mentre si trovava in un club affollato, l'aveva vista per caso. Lei era lì, dall'altra parte della pista, e rideva con gli amici. Sembrava serena, felice. Ghali aveva sentito una stretta al cuore, come se qualcuno gli avesse tolto il respiro. Aveva provato a sorridere, a fingere che tutto andasse bene, ma dentro sentiva solo dolore. Aveva chiesto una tequila al bar, sperando che l'alcol gli annebbiassi i pensieri. Ma più beveva, più pensava a lei. Si chiedeva cosa avesse fatto per perderla, se avesse potuto fare qualcosa di diverso.

"Perché sto mentendo?" si era chiesto. Aveva detto a tutti che stava bene, che la vita era meravigliosa, che non aveva rimpianti. Ma era una bugia. Una bugia che aveva ripetuto così tante volte da quasi crederci. Ma ora, vedendola ballare e sorridere, la verità lo colpiva con la forza di un pugno. Non stava affatto bene. Ogni volta che qualcuno gli chiedeva di lei, sentiva una fitta al cuore. Ogni volta che vedeva una coppia abbracciarsi, pensava a come l'aveva stretta tra le sue braccia, a come le sue labbra avevano cercato le sue in cerca di conforto.

Nel suo appartamento, le notti erano lunghe e silenziose. Aveva iniziato a spruzzare il profumo che lei amava sul cuscino, sperando che quell'odore lo aiutasse a dormire. Ma i sogni erano sempre gli stessi: lei che rideva, lei che lo abbracciava, lei che gli diceva che tutto sarebbe andato bene. E ogni mattina si svegliava con il cuore pesante, sapendo che erano solo sogni. Le parole che avrebbe voluto dirle si accumulavano, giorno dopo giorno, in un blocco note sul suo telefono, una lunga lista di messaggi mai inviati.

Guardava spesso le sue foto su Instagram, cercando di capire come stesse, se fosse ancora felice. Ogni immagine, ogni storia, era un colpo al cuore. Sorriso dopo sorriso, sembrava che lei avesse trovato una pace che a lui sembrava sfuggire. Aveva cancellato e riscritto quei messaggi un milione di volte, cercando di trovare le parole giuste, quelle che avrebbero potuto riportarla indietro. Ma ogni volta che provava a premere "Invia", qualcosa lo fermava. Forse era la paura, forse l'orgoglio, forse il terrore di sapere che lei era davvero andata avanti.

Una sera, mentre il vento fischiava fuori dalla finestra, prese una decisione. Avrebbe usato quell'1% di batteria rimasto per dirle la verità. Le avrebbe detto quanto gli dispiaceva, quanto la sua assenza lo stesse divorando. Le avrebbe confessato che ogni risata, ogni notte di festa, era stata solo un modo per cercare di dimenticare, per riempire un vuoto che sembrava solo crescere. Aprì l'app dei messaggi e iniziò a digitare, le dita tremanti.

"Ehi," iniziò, ma subito cancellò. "Scusa..." e cancellò ancora. "Mi manchi." Le parole erano lì, finalmente, semplici e sincere. "Mi è rimasto solo l'1% di batteria, e lo uso per dirti quanto mi dispiace. Se mi vedono con qualcun altro in discoteca, è solo una perdita di tempo. Baby, perché ti sto mentendo? Mi hanno visto felice, ma non è vero."

Prima di premere invio, il telefono emise un suono, il segnale che la batteria era davvero al limite. Si fermò, indeciso. Doveva premere "Invia". Doveva farlo ora, prima che fosse troppo tardi. Ma un attimo di esitazione fu tutto ciò che bastò: lo schermo diventò nero, il telefono si spense.

Ghali rimase immobile, con il cuore che batteva forte nel petto. In quell'oscurità, capì che forse non avrebbe mai avuto la possibilità di dirle quanto le mancava davvero. Forse non avrebbe mai saputo se anche lei, da qualche parte, in qualche momento, pensava ancora a lui. Ma sapeva una cosa: per quanto potesse diventare famoso, per quante luci potessero brillare sul suo volto, nulla avrebbe mai potuto sostituire il calore di quel sorriso che ormai esisteva solo nei suoi ricordi.

Rimase lì, nel buio, con le lacrime che gli scorrevano silenziosamente sulle guance, mentre fuori la città continuava a vivere, inconsapevole del dolore di un uomo che aveva tutto, tranne la cosa più importante.





one shot ispirata dalla canzone un x100to del gruppo frontera e bad bunny

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