brooklyn

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In una New York dai toni crepuscolari e soffocata dall'odore di asfalto umido e nebbia, due anime tormentate si muovevano tra le luci al neon e il rumore dei locali notturni. Lara, un'artista dall'aria eterea e ribelle, aveva lasciato il suo piccolo appartamento a Brooklyn per trovarsi in un mondo che sembrava bruciare con lo stesso fuoco che lei portava dentro. Con i suoi lunghi capelli neri decorati da piume e il trucco che le cerchiava gli occhi, si aggirava per le vie della città come uno spettro alla ricerca di qualcosa di vero.

Ghali, invece, arrivava da tutt'altra parte del mondo: cresciuto tra i vicoli di Milano e le sue periferie, aveva imparato presto la durezza della strada e il suono della solitudine. Aveva portato con sé la sua musica, un mix di ritmi urban e malinconie arabe, che raccontava la durezza del vivere. Si muoveva sicuro, ma dentro di sé conservava un'ombra, una ferita mai rimarginata.

L'incontro tra loro avvenne in un piccolo club fumoso, dove Lara si esibiva con la sua band. Lei cantava con un'intensità che stregava, occhi chiusi, come se il mondo attorno non esistesse. Ghali rimase colpito dalla sua presenza magnetica, dalle note che sembravano tagliare il buio e dai versi che gli sembravano familiari, anche se non riusciva a capire esattamente cosa di lei lo affascinasse.

Dopo lo spettacolo, Ghali la vide sola e si avvicinò, esitante. Lei lo guardò con un'aria di sfida, ma nei suoi occhi scuri c'era una scintilla di curiosità. Con un accenno di sorriso, lei gli offrì una sigaretta, e lui la accettò.

Lara e Ghali erano seduti sul marciapiede fuori dal club, tra una nuvola di fumo di sigaretta e il riverbero delle luci al neon. La città li avvolgeva come un mantello di cemento e ombre, ma loro si guardavano come se esistessero solo loro due in quel momento.

"Non avrei mai pensato di trovare qualcuno come te a Brooklyn," disse Ghali, rompendo il silenzio. "Sei... diversa."

Lara fece un mezzo sorriso, un po' sarcastico, ma con una dolcezza che non riusciva a nascondere del tutto. "Diversa? E cosa c'è di tanto speciale? Un'altra ragazza con i capelli neri e i dischi di Lou Reed, giusto?" Lo guardò con sguardo penetrante, come se volesse sfidarlo a risponderle davvero.

"Non lo so, Lara. È solo... come canti. È come se ogni parola ti bruciasse dentro."

Lara abbassò lo sguardo. Stava per dire qualcosa, ma poi cambiò idea. Restò in silenzio per qualche secondo, mentre giocherellava con una piuma tra i capelli. "Bruciare è una cosa che mi riesce bene," rispose piano. "La fiamma è l'unica cosa che so davvero controllare."

Ghali la guardò più a fondo, come se cercasse di leggere tra le righe di quel silenzio. "E cosa succede quando la fiamma si spegne?"

Lara si voltò verso di lui, il viso pallido nella luce al neon. "E allora resto io, sola, con le ceneri." La sua voce era quasi un sussurro. "E' una cosa che nessuno può davvero capire."

Ci fu un silenzio carico di tensione, finché Ghali non ruppe l'incantesimo e allungò la mano per prendere la sua. "Non più."
Il ragazzo sentì una connessione immediata con la ragazza, qualcosa che non sentiva da tempo.

Lara lo fissò, sorpresa. "Perché dici così, Ghali? Mi conosci appena. Non sai niente della mia oscurità, dei miei demoni. E se ti portassi giù con me? Se tutto questo non fosse altro che un incubo?"

Ghali scosse la testa, determinato. "Perché io sono già stato nell'oscurità. La mia musica, tutto quello che sono, viene da lì. Ma se c'è una cosa che ho imparato... è che non possiamo combatterla da soli."

Lara lo guardò a lungo, gli occhi che brillavano di una luce indefinibile. "Forse hai ragione," ammise infine, con voce spezzata. "Ma che succede se la mia oscurità è più grande della tua?"

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