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POV'S KENAN

Non ci potevo credere aveva appena detto di sì, sono l'umo più felice del mondo, "verso le 19 ti andrebbe bene?" dissi cercando di non far vedere che ero super felice, "okay va benissimo adesso devo andare, mio padre mi sta aspettando, ciao" la salutai e poi se ne andò.

Una volta arrivato a casa pranzai abbastanza velocemente e poi uscì e andai a casa di Dusan per passere un po' il pomeriggio, "hey amico" disse per poi farmi entrare in casa sua, ci sedemmo tutte e due sul divano e dopo varie partite a Fifa fecimo una pausa. "Comunque gli ho chiesto a Emma di uscire"  Dusan sorrise perchè aveva già intuito la risposta "ti ha detto di sì immagino, perchè se no, non saresti così felice" io annuì "sono felicissimo per te, ma i paparazzi non vi noteranno? Ah e l'ultima cosa se devi comprarle dei fiori non comprarle le rose le odia, ama i tulipani"
"Eh si lo so, però mica posso vivere dentro chiuso in casa per sempre, per colpa dei paparazzi" poi proseguì a parlare "okay e le prenderò dei tulipani".

Giocammo per ancora un po' poi si erano già fatte le 17, prima di ritornare a casa mia per prepararmi andai a comprarle i tulipani, le gli presi di tutti i colori che c'erano. Ritornato a casa misi dei semplici jeans neri e una maglietta bianca, prima di uscire mi risistemai per l'ultima volta i capelli e finalmente uscì di casa, appoggiai il mazzo di fiori sul sedile vicino a me e poi partì.

Arrivato a casa di Emma, suonai il campanello, e la porta fu aperta proprio dalla persona che mi aveva fatto perdere la testa da nemmeno una settimana, "wow sei bellissima" indossava un tubino nero molto semplice, e una borsa bianca, la vidi un po' arrossire, le diedi i tulipani e la sua reazione era stata bellissima "oddio sono i miei fiori preferiti come hai fatto a saperlo?!" Non riuscì nemmeno ad aprire la bocca per parlare che lei mi aveva già abbracciato "sono bellissimi grazie mille" disse staccandosi, ero molto felice e in più notai che piano piano si stava aprendo sempre di più e che non le dispiaceva tanto il contatto fisico, volevo sapere se era così anche con suo padre e non solo con me, le sorrisi e poi la portai verso la macchina le aprì la portiera e quando si sedette le la chiusi, feci il giro della macchina e una volta entrati nella vettura, iniziai a guidare tra le strade di Torino, c'era un cielo bellissimo, il sole non era ancora calato, e tirando giù anche un po' il finestrino c'era un'ottima brezza, arrivati davanti al ristorante scesi dalla macchina, e mi diressi verso la sua portiera le l'aprì e le porsi la mano, sorrise da quel gesto, mise la mano nella mia e una volta scesa chiusi la portiera, rimasimo un po' lì a guardarci con la sua mano nella mia, poi dopo vari secondi, entrammo "wow è molto bello qui dentro" le sorrisi e ripresi la mano e la condussi nel nostro tavolo era in un posto un po' più isolato dagli altri tavoli, le spostai la sedia in modo che lei si possa sedere e poi mi sedetti anche io.

Dopo aver parlato per una decina di minuti il cameriere venne al nostro tavolo per chiederci cosa vorremmo "io vorrei una pasta cacio e pepe, grazie" disse Emma e poi invece ordinai anche io, ordinai una pasta ma al sugo, notai che il cameriere la guardava molto intensamente, ma ella non se ne accorse, menomale che quel coglione se ne andò.
"Posso farti una domanda?" Ella annuì, quindi io proseguì con la mia domanda "sbaglio o piano piano I tuoi attacchi di panico sono migliorati?"  Emma ci pensò un po' su "insomma ad esempio oggi ne ho avuto un altro"
"Cazzo, mi dispiace se vuoi puoi chiamarmi se ne hai bisogno sai che io ci sono" la cercai di rassicurarla le presi dolcemente la mano che aveva sul tavolo e con il pollice le accarezzai dolcemente la il dorso, "grazie" sorrise a 32 denti "non devi ringraziarmi lo faccio molto volentieri" dopo quella frase arrivò il cibo e come primo il cameriere la stava di nuovo mangiando con gli occhi, infatti anche un po' Emma capì che la stava fissa do un po' troppo, "ecco a voi, buon appetito", prima di andarsene le rivolse un occhiolino e Emma, e lei rimase confusa "che coglione" dissi sottovoce, in modo da non farmi sentire.
Finimmo di mangiare, non presimo nemmeno il dolce visto che eravamo molto sazi, uscimmo dal locale e prima di ritornare all macchina, decidemmo di andare a fare una passeggiata al centro. Il sole stava calando e il cielo si era dipinto di un bel color arancione, poi quando le rivolsi uno sguardo a Emma notai che aveva un po'di freddo, visto che la temperaturasi era un po' abbassata rispetto a un po' di ore fa, quindi le diedi una felpa che avevo portato, lei mi ringraziò molto timidamente, e poi se la indossò, come sempre le stava da dio anche se quella felpa era il doppio di lei, "te la regalo ti sta bene" le dissi guardandola "grazie, ma mi sta troppo grande tienila tu"  io feci cenno di no con il capo "tienila, sta meglio a te" mi sorrise e poi mi abbracciò, ricambiai subito il suo abbraccio.

Dopo aver fatto un bel giretto, la riportai a casa sua, mi fece entrare in casa, tutti stavano dormendo, salimmo in silenzio le scale, per poi raggiungere camera sua, chiuse la porta molto lentamente alle sue spalle e poi si mise sul letto ancora con la mia felpa addosso, mi fece segno di raggiungerla mi sedetti accanto a lei, iniziammo a vedere un film era abbastanza carino. Durava anche abbastanza poco, i fatti dopo un'ora e mezza eravamo lì a guardarci di nuovo negli occhi, volevo baciarla, ne avevo bisogno.
Le appoggiai una mano sull guancia e comincia dolcemente ad accarezzarla, continuavo a guardare prima le sue labbra e poi i suoi occhi, mi avvicinai sempre di più a lei fino a che le nostre labbra per poco non si toccavano, presi coraggio e la baciai, le sue labbra erano morbidissime, e dopo secondi, Emma ricambiò il bacio, mentre le mie mani erano adesso tutte e due sulle sue guance, le sue invece stavano giocando con i miei capelli, piano piano Emma si sedette sulle mie gambe, l'abbracciai tirandola un po' più vicino a me, senti le sue mani scendere fino al bordo della mia maglietta, lì mi staccai e la guardai negli occhi, notai ancora un po' la sua paura, quindi feci di no con il capo, "non adesso, si vede che hai ancora un po' di paura, e io non voglio che tu ce l'abbia"  annuì e si rimise sdraiata vicino a me, le diedi un bacio della buonanotte e piano piano si addormentò, mi sdraiai anche io e dopo pochi minuti caddi un un sonno profondo.

La mia Güneş || KENAN YILDIZ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora