pt. 10

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Tornato nella sua camera d'hotel, Charles si dirige subito verso il bagno.
Togliendosi gli indumenti di dosso, si fionda sotto l'acqua della doccia. Il contatto con essa lo fa leggermente sospirare di sollievo.
Dopo essersi preso qualche secondo per rilassarsi, si pulisce il più possibile, quasi raschiando via l'appuccicume dello champagne.
Quando è finalmente soddisfatto della sua pulizia, esce e si asciuga, per poi gettarsi sul letto.
Dà un'occhiata all'orario e vede che sono solo le otto.
Se non si sbaglia, dovrebbe trovarsi con gli altri alla discoteca verso le undici, per cui ha almeno un'ora e mezza per recuperare qualche ora di sonno.
Non aspettando altro, si sistema comodamente sul grande materasso e chiude le palpebre.
La stanchezza si fa sentire subito e si addormenta in qualche minuto.
I suoi sogni sono leggeri e tranquilli, come lo stessero premiando per il lavoro svolto e quindi concedendogli un po' di meritata pace.
Purtroppo per il monegasco, la sveglia che aveva programmato sul telefono squilla e gli tocca svegliarsi.
Si stiracchia a nota il cambiamento. Certo, non si sente come se potesse rifare la gara, ma quel piccolo sonnellino gli ha fatto recuperare molte energie.
Si alza dal letto e va a prepararsi. Si mette una camicia e un paio di pantaloni neri, abbinati a delle scarpe e una cintura.
Si spruzza un po' di profumo e riguarda l'ora.
Manca solo qualche minuto all'orario prestabilibito e riflette un momento.
Pensava di andare al locale assieme a qualcun altro, ma non sa con chi.
Carlos aveva già detto che sarebbe andato assieme a Lando, George è accompagnato dalla sua fidanzata, Oscar probabilmente sarà come sempre già a dormire, quindi non rimangono molte opzioni.
Perciò, manda un messaggio a Pierre.
-Ehy, amico. Tu ci sei stasera, giusto?-
Per fortuna, la risposta non tarda ad arrivare.
-Scusa, Charles. Questa volta non ci sono.-
-Pensavo saremmo andati insieme. Come mai non puoi?-
-Avevo promesso a Kika che l'avrei portata a fare un giro.-
-D'accordo. Beh, salutamela.-
-Certo. Ci vediamo.-
Così, Charles si ritrova a dover chiamare un uber. Dopotutto aveva noleggiato la macchina solo per qualche giorno. Era sicuro che Pierre lo avrebbe accompagnato.
Prima di comporre il numero, però, gli arriva un altro messaggio.
-Senti, Charles, ho chiesto agli altri e ho scoperto che non hai un passaggio. Se vuoi posso passare a prenderti io.-
Charles sorride leggermente. Esce dall'applicazione dell'uber e risponde al messaggio.
-Grazie, Max. Sei un salvavita. Stavo per chiamare un taxi o qualcosa del genere.-
-Figurati. Tanto sarei stato da solo in macchina. Mi sarei depresso. Quando preferisci che passi?-
-In realtà sono pronto anche adesso. Dimmi tu.-
-Oh, perfetto. Allora scendo, prendo l'auto e arrivo.-
-Va bene. A tra poco.-
Charles si rianima.
Almeno ha qualcuno che lo può accompagnare.
Prende la chiave della camera, il telefono e il portafoglio, e poi si dirige giù.
Cerca di essere silenzioso. Anche se sono solo le undici, potrebbero esserci delle persone più anziane che dormono, o qualche ragazzo giovane tipo Oscar che preferisce riposare piuttosto di andare fuori.
Da un lato, Charles capisce pienamente l'australiano, ma è anche la prima gara della stagione, quindi ha preferito prepararsi per uscire.
Apre delicatamente la porta dell'hotel ed esce. Si ferma lì fuori ad aspettare. A quest'ora anche in Bahrain si sta bene. Non è troppo caldo e ogni tanto passa un leggero colpo d'aria fresca che non può che far piacere.
Dopo circa tre minuti, una macchina costosa e molto bella si ferma davanti a lui.
È una Mercedes blu senza tettuccio.
Nel sedile del guidatore c'è un sorridente Max Verstappen.
Charles si stacca dal muro e si avvicina. Apre la portiera e si siede nel posto del passeggero.
-Tutto pronto?- gli chiede l'olandese.
Il ferrarista annuisce e l'altro fa ripartire la macchina.
-Oggi sei stato bravo- dice all'improvviso Charles per rompere il silenzio.
-Mh? Alla gara?-
-Sì.-
-Grazie. Anche tu. Sembra che la Ferrari sia partita bene quest'anno.-
-Già. Spero davvero continui così.-
Max lo guarda un attimo.
-Andrà bene.-
-Sì, è quello che mi dico anche io. Lo faccio ogni anno, ma non funziona sempre- risponde Charles.
-Beh, non devi preoccupertene adesso. Soprattutto dopo essere arrivato secondo.-
-Già. Secondo- ripete.
Il modo in cui lo dicono, però, è differente.
Il pilota Red Bull lo intende in un buon modo, anche speranzoso.
Il pilota ferrarista, invece, sperava in un risultato migliore partendo dalla pole, quindi non è del tutto felice.
-Andiamo, Charles, sei stato bravo. Hai guidato bene- gli dice Max.
-Non ho vinto.-
Il più grande sospira. Si sente vagamente in colpa, dopotutto è stato lui a vincere, ma non può nemmeno realmente incolparsi. Alla fine è il suo lavoro.
-Ascolta. So di averti rubato la posizione, ma...-
-Cosa? No, non intendevo questo. Non sei stato tu. Sono stato io- lo interrompe.
Max gli lancia un'occhiata confusa.
-Voglio dire... io ero dietro a te e Lewis perché ho dovuto fare un pit-stop in più. Poi tu hai superato Lewis, che poi è improvvisamente calato di prestazioni. Per cui, la colpa è stata mia. Se riuscivo a mantenere la gomma meglio, non avrei perso tempo- spiega.
-Charles, non è stata colpa tua.-
-Sì, invece. Ho fatto un errore e ne ho pagato le conseguenze.-
Max vorrebbe dire qualcos'altro, ma non sa cosa. Inoltre, l'amico sembra non voler cambiare idea e sono anche appena arrivati al locale, quindi decide di rimanere zitto.
Scendendo dall'auto, entrambi entrano nella discoteca.
Già all'entrata vedono Lando ridere come un pazzo.
-Credo sia ubriaco- commenta Max, cercando di rallegrare l'altro.
Charles decide di lasciar perdere la gara e ridacchia.
Lando sembra scorgerli e li raggiunge. Abbraccia strettamente il monegasco.
-Oh- sussulta Charles sorpreso, per poi sorridere. Sa che il ragazzo inglese è molto affettuoso quando è brillo.
-Ciao, Charles- gli dice il più giovane.
-Ciao, Lando.-
-Oh, Max!- esclama, per poi abbracciare anche lui.
Dopo poco, arriva anche Carlos.
-Cavolo, Lando. Ti avevo detto di non allontanarti. Ti avevo perso.-
-Ciao, amico- lo saluta Charles.
-Ciao, bello. E ciao anche a te, Max.-
Il biondo fa un cenno col capo.
-Allora, il bar?- chiede quest'ultimo.
Lando fa una piccola esultanza.
-Sì! Altro Mojito!-
I due piloti appena arrivati ridono, mentre lo spagnolo scuote la testa.
-Direi che hai bevuto abbastanza per oggi.-
-Mhm... certo, "mamma"- ribatte l'inglese alzando gli occhi al cielo, per poi saltellare via.
Carlos lo segue, cercando di fermarlo.
Così, Max è costretto a perlustrare il locale per trovare il bar. Trovato, chiama Charles.
-Cosa bevi?- gli chiede.
-Uhm... un margarita.-
Max si volta verso il barista.
-Un margarita e un Long Island, per favore.-
Poi si volta verso l'amico.
-Allora, basta lavoro. Dimmi, nessuna novità?-
-Non che io sappia.-
-Ragazza?-
Charles scuote la testa.
-Solo Leo.-
Max ridacchia.
-Non credo che lui valga.-
-Ti ricordo che anche tu adesso hai solo i tuoi gatti.-
Cazzo. È completamente rincoglionito? Non ha ancora iniziato a bere ed è già così stupido? Come si può dire una cosa del genere a qualcuno che è appena uscito da una relazione di molti anni.
-Io... scusami, Max. Non volevo dire...-
-Stai tranquillo.-
Charles deglutisce.
-No, perdonami. Sono un completo idiota.-
-Va tutto bene. Non sono arrabbiato.-
Lo guarda terrorizzato. Si sente così dispiaciuto e spera davvero di non aver appena rovinato il legame e la fiducia che si erano creati la scorsa notte.
Max, però, sorride.
-È tutto okay, non preoccuparti- lo tranquillizza.
Dopodiché torna il barista con i loro cocktail e l'argomento di conversazione cambia.
Lentamente, grazie anche all'alcol, le menti si spengono e si svuotano, lasciando spazio al divertimento. Chiaramente, un Lando ubriaco poi costringerà tutti a fare a turno per osservarlo, mentre lui si sdraia su un divanetto per dormire, ma per il resto, la serata va alla grande.

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Eccomi qui! Ciao a tutti. Spero piaccia. Il prossimo capitolo, come alla fine ho deciso, arriverà tra un giorno, e di conseguenza anche tutti gli altri saranno a giorni alterni. Intanto, spero vi godiate questi <3 <3

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