(attenzione: sono presenti frasi illustranti atti sessuali)
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Dopo aver trovato un altro "dogsitter" per Leo, che in realtà si è rivelato essere suo fratello maggiore, Charles si dirige subito verso l'aeroporto.
Arrivato lì, trova Max e Daniel.
Insieme, i tre raggiungono l'Australia.
Sì, farsi più di dieci ore in completo imbarazzo non è mai stato il sogno nel cassetto di Charles, ma non ha potuto farci niente.
Fortunatamente, in realtà, le ore passano anche con decente velocità.
Appena scendono, ognuno si dirige verso il proprio hotel.
Presa la chiave ed entrato, il ferrarista sospira.
Si trascina verso il letto e si siede.
Mezzanotte e dieci, segna l'orologio.
Charles però, pur sentendosi stanco, non ha molta voglia di dormire.
Per questo, si alza e va in bagno.
Si guarda allo specchio e quasi prende paura.
Sembra un cazzo di fantasma malaticcio.
Apre il rubinetto e si spruzza un po' di acqua fresca sul viso assonnato, ma non migliora la situazione, quindi decide di lavarsi.
Oggi, a differenza di quello che farebbe solitamente, apre l'acqua della vasca e aspetta che si riempia.
Normalmente, lui preferisce utilizzare la doccia.
Ha molti pregi secondo lui: è veloce, è ampia ed è comoda.
Ma è da molto che non si fa un bagno rilassante, e ne ha proprio bisogno.
Così, scarta i vestiti, entra e si siede.
L'acqua calda gli ammorbidisce lentamente i muscoli e il dolce profumo di pino del bagnoschiuma gli fa abbassare le palpebre.
La sua mente comincia a viaggiare, spaziando tra le immagini che la sua mente gli propone.
Una di queste, però, è più vivida.
Probabilmente sarà il profumo di pino che gli fa venire in mente ciò, ma non può non pensare a Max.
Charles sospira, passandosi una mano tra i capelli.
Il suo cervello gli fa rivivere per prima il momento in cui si sono abbracciati, in cui lui ha potuto inspirare quel buon odore tra i suoi capelli; poi, quando si sono scontrati nello spogliatoio a Montecarlo.
Gli viene la pelle d'oca e rabbrividisce leggermente ripensando al corpo dell'olandese.
Sente nella sua gola un nodo e il suo stomaco si contrae.
Il respiro gli diventa più veloce e irregolare mentre una mano gli scivola lungo il busto.
Con gli occhi ancora chiusi, Charles immagina in ripetizione le stesse cose.
Ripensa al pilota Red Bull e al suo sorriso, ai suoi occhi, ai suoi capelli, al suo odore, alla sua voce, al suo corpo. Sempre vagando tra i ricordi, la mano del monegasco si sposta ancora più in basso, fino a raggiungere il proprio membro.
Al contatto sospira e afferra la base, muovendo la mano tremolante.
-Mh....- mormora fievolmente.
L'unica cosa a cui pensa in questo momento è di nuovo Max.
Pensa al lui degli scorsi anni.
Pensa a come era contento quando vinceva, a come lo salutava ogni mattina, a come gli stringeva la mano in segno di rispetto a fine gara, a come lo complimentava se raggiungeva un buon traguardo, a come gli diceva che sarebbe andata meglio la volta dopo quando faceva un DNF.
Ma non si sofferma solo su quello.
Pensa a come scendeva dalla sua vettura, ai suoi capelli scompigliati, al suo corpo sudato e dolorante, alla sua gola secca, ai suoi occhi arrabbiati, alla sua voce ferma.
La mano di Charles aumenta la velocità e i suoi fianchi sussultano leggermente.
-Cazzo...-
Il suo petto si alza e si abbassa affannosamente mentre si accarezza con impazienza.
-Max...- geme dolcemente.
Con il braccio libero, il ferrarista afferra il bordo della vasca dietro di sé.
I suoi movimenti accelerano e il suo bacino continua a spingere nella sua mano.
-Oh, cazzo... oh, cazzo...-
Charles si sente così bene in questo momento. Dopo tanto tempo, è finalmente in completa pace e piacere, senza nessuno stress a cui pensare.
-Oh... Max, Max, Max...- continua a borbottare.
Il suo polso continua a girare attorno alla sua lunghezza, finché è talmente in estasi che alla fine viene.
Charles apre la bocca, solo per rilasciare un mezzo gemito strangolato.
La sua presa sulla vasca svanisce e si rilassa completamente contro di essa.
Poco dopo, riprendendo quel briciolo di coscienza che lo aveva abbandonato, riflette su ciò che ha appena fatto.
I suoi occhi si spalancano.
-No... no... no, no, no, no.-
Deglutisce e finisce di lavarsi.
Poi si alza, si asciuga e si riveste.
Rimane in piedi, davanti al letto, a contemplare quello che è successo.
Improvvisamente, i suoi occhi si riempiono di lacrime, mentre il suo corpo incomincia a tremare.
Si siede sul letto e si raggomitola accanto ai cuscini.
Singhiozza e lascia che il proprio corpo reagisca alla realizzazione delle sue azioni.
-No... ti... ti prego, no...- sussurra tra i singhiozzi, -non l'ho fatto... non sono gay, no... no...-
Cerca di convincersi, ma sa che tutto quello che è successo è vero.
Dopo una buona mezz'ora, riesce a calmarsi leggermente.
Guarda l'orologio e vede che è ormai l'una di notte.
Domattina si deve svegliare e andare al paddock, perciò dovrebbe dormire. Beh... se prima pensava di non riuscire ad addormentarsi, ora ne è certo.
Però, sa che comunque deve provarci, infatti si sdraia e chiude gli occhi, mentre continua a pensare a poco prima.
Si gira e rigira nelle lenzuola morbide e alle due e mezza riesce finalmente ad addormentarsi.
La mattina dopo, con la sveglia che lo chiama, si alza.
Inizialmente, gli sembra una giornata normale, ma poi i ricordi della sera prima tornano a galla.
Si strofina gli occhi e scende dal letto.
Prende il telefono e lo accende, per poi cominciare a vestirsi.
Le dita gli tremolano un pochino, ma stamattina sembra stare decisamente meglio.
Prima di andare alla macchina e raggiungere il paddock, si controlla allo specchio.
Seppur non sia stata la sua miglior nottata di sempre, il suo viso sembra più riposato.
Probabilmente grazie a ieri, quando ha rilasciato tutto lo stress che si portava dietro da tempo.
Ripensandoci, si mette una mano sugli occhi e asciuga le lacrime che già si stavano formando.
Com'è possibile che sia successo? È stata una cosa così... imprevedibile. Non ha nemmeno potuto rifletterci. È semplicemente accaduto.
-Merda!- esclama sbattendo una mano contro la ceramica del lavello.
Charles non ha idea di cosa fare.
Non gli è mai successo. Non ha mai avuto problemi di questo tipo. Non ha mai dovuto capire cosa gli piacesse. Sapeva solo che era un ragazzo a cui piaceva una sua compagna di classe, quindi non ha mai creduto di poter avere anche un altro tipo ti attrazione.
Ed ora eccolo qui, a ventisei anni, la mattina dopo essersi masturbato pensando al suo rivale.
Davvero... com'è potuto accadere?
-Fanculo- commenta, ed esce da quella stanza d'albergo.
Scende le scale il più velocemente possibile.
Non vuole dover parlare con nessuno.
-Buongiorno, signor Leclerc- lo saluta la donna alla reception.
Charles vorrebbe essere educato ed amichevole, sul serio, ma non ci riesce.
Fa un sorriso tirato e un cenno col capo, prima di fiondarsi nella sua macchina.
Si infila dentro e appoggia le mani sul volante.
Poi, mette in moto l'auto.-------
Lo so, lo so. È triste e anche un po' angosciante questo capitolo. E Voglio fare una piccola precisazione:
se qualcuno si dovesse ritrovare in Charles, non dovrebbe farsi schifo. È normale provare cose nuove.
Detto ciò, spero sia piaciuto. E scusatemi il ritardo <3 <3 <3 <3