𝟐𝟓 • 𝐈𝐍𝐍𝐀𝐌𝐎𝐑𝐀𝐓𝐎

421 27 4
                                    

Capitolo 25

INNAMORATO

☁︎︎

Ultimamente stavo scrivendo molto spesso e ne ero contento.
Solo che avevo qualcosa che mi spaventava nello scrivere.
Non che non mi faceva piacere scrivere, chiaramente, soprattutto dopo il blocco che ebbi per ben quattro mesi, ma ciò che mi spaventava era chi mi stesse portando a scrivere.

Si, dopo più di un mese dal nostro primo bacio avevo ancora questi pensieri per la mente.
Ero spaventato perché l'ultima volta che ho scritto per una persona reale è finita molto male, ma mi spingevo ad autoconvincermi sempre che semmai dovesse esserci stato qualcosa tra noi e anche lei avesse provato qualcosa nei miei confonti, non sarebbe potuto succedere nulla che io abbia già vissuto in modo negativo perché ci passò anche lei e sapeva cosa significasse.
Ma ogni volta la fregatura poteva essere dietro l'angolo.

Il testo più "lungo" che avevo al momento era quello di un brano che avrei chiamato LAMPI. Ci scrissi una sola strofa e il ritornello, mi mancava l'ultima strofa e il bridge che poteva essere anche una ripetizione del ritornello.
Nacque in aereo, durante il ritorno dalla Sardegna. Quando c'erano tuoni e lampi.
Mi trovavo sotto casa sua aspettando che scendesse per andare a mangiare qualcosa, non era sabato o un giorno prticolare, era un normale mercoledì dove eravamo entrambi liberi e decidemmo di uscire.

Si, era vero, passammo un'estate intera insieme, ma era come se non fosse bastato a nessuno dei due.
Non riuscivamo a stare lontani, come delle calamite.
Calamite dalla stessa carica che non si respingevano.
Dopo un po' a distrarmi dai miei pensieri fu proprio lei, che uscì dal portone di casa in abiti eleganti ma non troppo: aveva una camicetta sportiva a righe bianche e azzurre con un pantaloncino e delle scarpe aperte con un minimo di tacco.
Dire che fosse bellissima era un eufemismo, ma risparmierò di dare voce ai miei pensieri che si dividevano in due categorie: una tranquilla, l'altra un po' meno.

«Che semo belle 'sta sera, signorina»
«Ti piaccio?»
Giravolta.
«Ce devo pensa'»
Lei in risposta sbuffò ironicamente, procedendo poi a ricambiare l'abbraccio che le offrii.
Entrammo in macchina e appuntai una frase che mi venne in mente appena la vidi.

Scendi con i tacchi e con gli angeli intorno

«Che fai?»
«Sto appuntando 'na roba»
«Scrivi?»
Non potevo dirle di si.
Avrebbe capito che stessi scrivendo di lei e mi avrebbe preso per pazzo.
«No. 'Na roba che me devo ricorda' de fa' domani»
«Mh, ok. E che devi fa'?»
Mi inventai la prima stronzata che mi passò per la testa.
«Devo chiama' il veterinario pe' Aria e Latte. Devo farli controlla' 'n pochetto e pure 'na toelettatura nun farebbe male»

Pensandoci, effettivamente era vero.
Non andavano dal veterinario da più di sei mesi, probabilmente.
Lo appuntai davvero.
Però avevo una curiosità.

«Perché?»
«Cosa?»
«Perché me lo chiedi? Credi che io messaggi co' qualcuno? Ergo: credi che messaggio co' 'na ragazza
Dal rossore che si fece spazio sul suo viso dedussi la risposta, che era il contrario di ciò che disse.
«Cosa? No! Non ne ho il diritto, non sei il mio ragazzo»
«Ma vorresti»
«Chi te l'ha detto?»

La guardai negli occhi notando anche il rossore del suo viso diventare sempre più evidente.
I suoi occhi brillavano di una luce che solo lei aveva, erano unici, esattamente come lei.
In quel momento mi resi conto di aver perso completamente la testa per lei.
Che mi fossi innamorato davvero?
Mi voltai con il busto verso di lei, in una posizione alquanto scomoda essendo in macchina e continuando ad ammirarla le risposi.

𝐈𝐎 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐌𝐀𝐍𝐈 𝐓𝐔𝐄 𝐼𝐼 𝐇𝐎𝐋𝐃𝐄𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora