𝟏𝟓 • 𝐒𝐎𝐋𝐄

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Capitolo 15

SOLE

☁︎︎

Neil

Erano circa una decina di minuti che andavamo avanti così.
Da quando siamo rientrati a casa, o meglio, nella sua stanza, non ha aspettato neanche che mi togliessi che scarpe che si è avventato sulle mie labbra.
Era una giornata intera che facevamo a meno di quel contatto.

«C'hai preso la mano, vedo»
Sorrido sulle sue labbra.
«Te non sei da meno, devo dire»
Risponde prontamente.
«M'è mancata 'sta cosa»
«Cosa?»
«Questo»
«Il contatto»
«Perspicace, Nina»
Sorrido divertita da quello scambio di parole.

«Sei bella»
«Dai, smettila»
«Hai visto gli auguri speciali su X?»
«M'hai fatto gli auguri su X?»
«Potrei»
Dice facendo spallucce e prendendo il suo cellulare mostrandomi il tweet.

«Dai, leva»
«Perché?»
Chiese facendo sfiorare i nostri nasi.
«Non mi piace la foto»
«A me si. Me piacevano quelle trecce»
«Mh»
«Che mh? Non sei d'accordo?»
«Le rifarò allora»
«Perché me piacevano a me o perché perché te piacciono a te?»

Decise di cominciare a giocare provocandomi, e cosa c'è di meglio di rispondere ad una provocazione con un'altra provocazione?

«Non ci sei solo tu nei pensieri miei, Joseph»
«Devo mollarti un po' allora
«Non ho detto questo»
«Ma la canzone dice questo»
«E chi dice che io mi riferivo alla canzone

«Ah pensavo» rispose poi facendo spallucce, poi continuò «Allora non devo mollarti un po'
«Vuoi la mia risposta o quella che vorresti sentire?»
«Entrambe. So che so' uguali»
«Mh, sicuro
«Si»
«Secondo me ti sbagli»

«Te piace giracce attorno alle cose, ve'?»
«È evidente?»
«Fin troppo»
Ridemmo entrambi a quella risposta.
«Sei così trasparente»
«Sarà anche questo il motivo per cui non ho un colore preferito fisso, forse»
«Probabile. Ancora me devi risponde', però»
«Non l'hai capita o perché vuoi sentirti dire che no, non voglio che mi molli, ma che anzi, continui a girarmi intorno?»
«Me l'hai appena detto»
«Era quello il senso
Scoppiammo a ridere, di nuovo.

«Ma se po' ave' 'na conversazione seria co' te?»
Mi chiese spostandomi delle ciocche di capelli dietro le orecchie con entrambe le mani.
«Si, credo»
Poi di colpo si staccò da me.
Quel distacco così violento mi fece quasi mancare l'aria.

«Te devo da' 'na cosa»
Tirò fuori da un cassetto una scatola di media grandezza e non troppo spessa.
«T'ho fatto un pensiero»
«Scemo» gli passai una mano sulla faccia spingendolo leggermente ridendo e facendo ridere lui.

Appena aprii la scatola rimasi sorpresa: era un bracciale con una pietrina d'ossidiana.
Non c'era scritto, ma avrei potuto riconoscere quella pietra tra mille, poi la girai per vederla tutt'intorno e vidi un disegno sottilissimo che era una sagoma bianca, la sagoma di una nuvola.

«Joseph...» lo guardai sorridente.
«Te piace?»
«È bellissimo, grazie... ma non dovevi»
«Infatti non dovevo. Volevo»
Mi corresse facendomi sorridere ancora di più, se possibile.

«Vuoi che te lo metta? - annuii - e vie' qua allora» mi avvicinai e gli porsi il polso per agevolarlo ad agganciare il gioiello.
Il contatto delle sue dita contro la mia pelle quasi mi scottò.
«È ossidiana, vero?»
«Si. In realtà ho comprato anche questa collana - mi mostrò una semplice catenina senza ciondoli - e l'ho portata in gioielleria per farmi mettere il ciondolo con la pietra, poi me so' ricordato che l'ossidiana non si porta mai al collo e allora ho preso il bracciale e c'ho fatto l'incisione co' la sagoma di una nuvola per renderlo tuo. Se vuoi tieni anche questa»
mi porse la collana e in tutta risposta io mi girai spostando i capelli, così che lui me la mettesse.

𝐈𝐎 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐌𝐀𝐍𝐈 𝐓𝐔𝐄 𝐼𝐼 𝐇𝐎𝐋𝐃𝐄𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora