Prologo

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"Calliope! Sta iniziando la gara! Alza il culo da quei libri un po'! C'è anche Max Ver–" mi chiama mio fratello.

"Max Verstappen cosa?!?!" chiedo, entrando in salotto con il fiatone.

"Parte in pole position," dice mio fratello, Francesco, più tranquillo che mai, riportando i suoi occhi sul televisore.

Alzo gli occhi al cielo e mi siedo sul divano in pelle, aspettando l'inizio della gara. Stavano correndo su uno dei miei circuiti preferiti, quello di Melbourne. Lo adoro non solo per il bellissimo lago che c'è in mezzo al circuito, ma anche per lo stato in cui si trova: l'Australia. Magari andarci, un giorno.

Ero indecisa se comprare il pass per questo GP o per quello d'Olanda. Alla fine, ho scelto quello d'Olanda, come penso si fosse già capito.

Subito dietro Verstappen c'erano Hamilton, campione del mondo, Leclerc, pilota che porta con onore il numero 16, e poi il mio amato Daniel Ricciardo. È divertentissimo e, beh, è australiano.

La gara inizia. Hamilton cerca di superare Max per tutta la corsa, ma senza successo. Tsunoda e Bottas ingaggiano un corpo a corpo, ma ha conseguenze solo per Tsunoda, costretto a ritirarsi dalla gara. Viene così attivata la safety car. Finita la safety car, Hamilton tenta in tutti i modi di superare l'olandese partito in pole position. Intanto, Leclerc viene superato da Ricciardo. Il suo compagno di squadra, Lando Norris, rimane settimo, posizione da cui era partito.

Il GP finisce con la vittoria del mio pilota preferito, Max Verstappen. Sentire l'inno olandese sul podio mi rende orgogliosa. Mia madre è olandese, e mio padre solo in parte, infatti è italo-olandese.

Ritorno in camera mia, soddisfatta del risultato ottenuto dalla Red Bull grazie a Max Verstappen.

Guardo il casco che mio nonno mi ha regalato, il casco del numero 33.

Il mio telefono squilla. È Dafne. "Hey, Dafne! Hai visto il GP?"

"Sì, sono super contenta per Max, ma lo sai che io tifo Leclerc."

Ridacchio. "Beh, gli opposti si attraggono, no?"

"Haha, hai ragione. Ti va di uscire oggi? Devo comprare le ultime cose prima di Zandvoort."

"Certo, perché no!"

Io e Dafne siamo amiche da quando siamo nate. Le nostre mamme sono migliori amiche, quindi ci hanno fatto crescere come se fossimo sorelle. Ovviamente, le nostre mamme hanno anche scelto nomi abbinati: io mi chiamo Calliope, come la musa della poesia epica; lei, invece, Dafne, come la ninfa dei fiumi. Le nostre mamme adorano la mitologia greca, ma a noi non piace molto. Studiamo entrambe all'Università di Torino, ma seguiamo corsi diversi: io Lingue e Letterature Straniere, mentre lei Medicina. Per questo siamo in Italia.

"Ti passo a prendere io alle cinque?" chiede Dafne.

"Sì, grazie mille. A dopo," rispondo, chiudendo la chiamata. Mi accorgo che sono le quattro e un quarto, "sarà meglio prepararmi," mi dico tra me e me.

Opto per dei jeans neri e un top bianco. Mentre mi sto pettinando, Dafne mi avvisa che si trova sotto casa mia. Allora prendo la borsa e gli occhiali da sole ed esco. È venuta a prendermi con la sua Lamborghini nera, la sua macchina preferita, tra le tante che possiede. Diciamo che sia io che Dafne abbiamo la fortuna di vivere in famiglie molto benestanti, e molte persone tendono a chiamarci "le figlie di papà", insinuando che stiamo sfruttando i soldi dei nostri genitori e che non sappiamo fare nulla. Ma è completamente il contrario. Noi non usufruiamo dei nostri genitori; anzi, diciamo loro che non vogliamo regali costosi come macchine, orologi o scarpe, ma loro insistono nel dire che ce li meritiamo per le lunghe ore di studio che affrontiamo all'università.

Solo una fan?-MAX VERSTAPPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora