Che cosa siamo io e Max?

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Il rumore dei motori rimbomba nel paddock, un ritmo incessante che accompagna ogni mia giornata qui, ma oggi tutto sembra più lontano, come un'eco che non riesce a toccarmi davvero. Il cuore mi batte forte nel petto mentre mi avvicino alla zona di recupero. So che Max è lì, e non riesco a pensare ad altro. Ho bisogno di vederlo, di sentire che è reale, di sapere che tra di noi c'è qualcosa che non può essere spazzato via dal caos che ci circonda.

Quando entro nel box, lo vedo subito. Max è immerso fino al petto in una vasca d'acqua gelida. I muscoli del suo petto sono contratti per il freddo, ma lui è immobile, quasi in pace, con la testa reclinata all'indietro e gli occhi chiusi. Sembra lontano, perso nei suoi pensieri. Il suo corpo, abbracciato dal ghiaccio, è un contrasto stridente con la sua espressione quasi rilassata. È bellissimo. Non è solo il suo fisico a colpirmi, anche se chiunque non riuscirebbe a non notarlo, ma qualcosa di più profondo. Max ha un modo di essere forte e fragile allo stesso tempo, un'armonia che pochi riescono a vedere.

Mi abbasso fino a portarmi al suo livello, inginocchiandomi accanto alla vasca. Il freddo che emana dall'acqua è quasi palpabile sulla mia pelle, ma non mi fermo. Le mie dita sfiorano appena il bordo, cercando di attirare la sua attenzione senza invadere quel momento di calma.

"Max," sussurro, quasi temendo di rompere il silenzio che ci avvolge.

Lui apre gli occhi lentamente, come se il mio richiamo fosse arrivato da un sogno lontano. Quando mi guarda, c'è un lampo di sorpresa nei suoi occhi, seguito da qualcosa di più dolce. "Calliope," dice, la sua voce roca e stanca, ma carica di un'emozione che non riesco a decifrare subito.

"Sono venuta a vedere come stai, come avevamo detto ieri sera" gli dico, cercando di mantenere il tono leggero, ma il cuore mi batte all'impazzata. Mi avvicino di più, il mio viso quasi allineato al suo. "Tutto bene?"

Lui sospira, e per un attimo il suo sguardo scivola sull'acqua ghiacciata. "Non lo so," ammette, abbassando il tono. "A volte mi sembra che tutto questo... il correre, l'essere il migliore... stia diventando troppo."

Lo guardo, sorpresa da quella confessione così intima. Non è da Max aprirsi così, ma sento che sta combattendo una battaglia silenziosa da troppo tempo. "Non devi farlo da solo, Max," gli dico piano, cercando di trasmettergli tutta la mia sincerità. "Io sono qui."

Lui solleva lo sguardo e i suoi occhi blu si piantano nei miei. C'è qualcosa di diverso in lui, un'intensità che mi fa venire voglia di avvicinarmi ancora di più. "Quando sei qui, Calliope, tutto sembra più semplice," dice. "Mi fai sentire... più libero. Anche se ci conosciamo da qualche giorno e il nostro incontro è stato puramente casuale, io sto bene con te."

Le sue parole mi colpiscono come una scossa.

"In verità io e te ci conosciamo da un po' più di tempo..."

"In che senso?" Mi guarda con occhi interrogativi e al suo sguardo mi viene da ridere leggermente.

"Ti ricordi quando hai vinto a Melbourne e hai repostato una storia di-"

"Eri tu?!" Chiede Max con un misto di sorpresa e eccitazione nella sua voce.

"Si" Gli rispondo non capace di guardarlo in faccia, mi sento molto in imbarazzo. "Devi sapere che da quando sei entrato in formula uno non ti ho mai tolto gli occhi di dosso"

Lui ridacchia. "Cos'è questa una dichiarazione d'amore?"

"Non direi proprio una dichiarazione d'amore, però una dichiarazione di stima nei tuoi confronti"

"Anche io ti stimo molto sai?"

Lo guardo con fare interrogativo e con lo sguardo gli chiedo di continuare.

"Perché mi hai fatto diventare... beh, cotto dal primo momento che ti ho visto"

Il cuore mi batte ancora più forte, e prima di rendermene conto, mi avvicino a lui, il mio viso a pochi centimetri dal suo. Le nostre labbra si sfiorano in un bacio leggero, incerto, ma carico di tutto quello che non riusciamo a dire a parole. Max rimane immobile per un attimo, sorpreso, poi risponde con una dolcezza che mi travolge. Sento il suo calore attraverso il freddo della vasca, sento che questo momento è solo nostro, lontano dal rumore del mondo esterno.

Quando ci separiamo, resto in silenzio, incapace di trovare le parole giuste. Lui mi guarda, ancora con quella luce negli occhi che sembra sciogliere tutte le mie paure.

Che cazzo mi sta succedendo?

"Calliope," mormora, la voce bassa, come se stesse formulando un pensiero che non aveva mai osato dire prima. "Vieni a Monza con me. Voglio che tu sia lì, con me."

Il mio cuore fa un salto. Monza, il tempio della velocità, ma per me in questo momento potrebbe essere qualsiasi posto. Tutto quello che importa è che lui mi vuole lì. "Ci sarò," rispondo, sorridendo. "Sarò lì per te."

In quel momento, tutto sembra perfetto. Poi, il mio telefono vibra in tasca. Guardo Max con un sorriso di scusa e mi allontano un po', tirando fuori il cellulare. Il nome di Chiara lampeggia sullo schermo.

"Scusami un attimo," gli dico sottovoce, alzandomi e rispondendo alla chiamata. "Ciao, Chiara."

Dall'altra parte sento la sua voce agitata, quasi tremante. "Calliope... devo dirtelo, non posso più tenermelo dentro."

Il mio stomaco si stringe. "Cosa succede?"

C'è una pausa, poi lei lo dice tutto d'un fiato. "Io e Checo... beh..."

"OH MIO DIO, AVETE SCOPATO"

Il cuore mi batte all'impazzata, ma non è più per Max, è per lo shock che mi pervade. Chiara e Checo... non posso crederci.

Vedo con la coda dell'occhio Max che sobbalza nel sentire le mie parole ad un tono abbastanza alto.

"Calmati Calliope, è si... è come hai detto tu"

"Devi raccontarmi tutto, assolutamente"

"Ok, vengo stasera alle 8 in camera tua"

Chiudo la chiamata e ritorno da Max, che intanto era uscito dalla vasca.

"Chi era?" chiede con voce calma, ma c'è un'ombra di preoccupazione nel suo sguardo.

Non posso nasconderglielo. Non dopo tutto quello che è appena successo tra di noi. "Era Chiara," rispondo, cercando di mantenere il tono neutro, ma la mia voce dice ben altro. "Mi ha detto che lei e Checo... sono andati a letto insieme"

Le parole escono dalla mia bocca come un sussurro, ma bastano per vedere l'espressione di Max cambiare. Lui mi fissa, stupito, forse non tanto per la notizia in sé, ma per il peso che porta con sé.

Entrambi ridiamo. "Ecco perché Checo non era al box stamattina ed è arrivato in ritardo!"

"E anche Chiara, stessa cosa... a proposito di amore, mi devi aiutare"

"A fare cosa, bambolina?" Bambolina? Ma che cazzo? Fa cagare... no, non è vero... detto da lui poi...,

"Voglio che Dafne e Charles si mettano insieme"

"Si, si può fare direi"

"Grazie"

Silenzio. Un silenzio perfetto.

Si avvicina.

"Calliope, come ti ho già detto... non resisto più... posso baciarti, di nuovo?"

"Non devi neanche chiederlo" E di nuovo ci baciamo ma con più passione. Mi porta nel suo spogliatoio e, sempre mentre i baciamo, ci stendiamo sul lettino che c'è lì dentro. Mi sbottona i pantaloni e... boom. Di nuovo a fare l'amore.

Una domanda però rimbomba nella mia testa.





Che cosa siamo io e Max?

Solo una fan?-MAX VERSTAPPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora