POV Calliope
L'appartamento è immerso nel silenzio mentre guardo il libro di tedesco sul tavolo. È difficile concentrarsi quando la mia mente continua a tornare a Max. Non sono riuscita a seguirlo a Budapest per la gara. Dovevo studiare per l'ultimo esame di tedesco, l'ultimo ostacolo prima della laurea e del master. Ma la sua vittoria di oggi, la notizia che aveva vinto ancora, mi ha riempito di gioia e, allo stesso tempo, di un senso di colpa opprimente.
Mi chiedo se la mia presenza a Monza abbia avuto un peso negativo. Se fossi stata un disturbo, un motivo di distrazione. E se la sua vittoria a Budapest fosse il segno che sta meglio senza di me accanto.
Dopo tre ore dalla fine della gara, il telefono squilla. Il suo nome appare sullo schermo e sento una stretta al cuore. Rispondo, ma con gli occhi gonfi di lacrime che non riesco a trattenere.
"Hey amore," la sua voce è stanca, ma carica di affetto. Cerco di sorridere, di nascondere la mia vulnerabilità, ma so che non ci riesco. Lui mi conosce troppo bene.
"Ciao, Max," dico, cercando di tenere la voce ferma.
"Sono passate delle ore dalla fine della gara, volevo chiamarti prima, ma..." inizia a dire, ma la mia mente è già da un'altra parte, presa dai miei pensieri.
"Max... sai, ho pensato a Monza oggi," confesso, con la voce rotta. "E mi chiedo se sono stata io la causa del tuo quarto posto. Se ti ho distratto, se ti ho messo pressione..."
Lui resta in silenzio per un attimo, poi la sua voce si fa più ferma, ma dolce. "No, Calliope, non dire così. Non è stata colpa tua. Monza è stata una gara complicata, ma era la macchina, non tu. Non devi mai pensare di essere stata un peso."
Le sue parole dovrebbero bastarmi, ma la mia insicurezza si insinua ancora. "Se fossi stata io a causare il tuo calo? Forse è meglio che non stia con te durante le gare."
"Amore, non è così," insiste lui. "La tua presenza mi aiuta, mi sprona. Non è stata colpa tua, fidati di me."
Alla fine, respiro profondamente e annuisco, anche se sa che sono ancora turbata. "Dove sei adesso?" chiedo, cambiando discorso.
"Sono in aeroporto," risponde.
Mi si stringe lo stomaco. "Stai andando a Monaco per la pausa estiva, vero?"
"Sì, starò lì per quattro settimane," conferma, ma c'è una nota di tristezza nella sua voce. "Mi piacerebbe che venissi con me."
Sospiro, combattuta. "Sai che devo finire con la laurea e prendere il diploma. Non sono sicura di poter venire."
La sua delusione è palpabile anche dall'altra parte della linea. "Capisco. Non voglio metterti sotto pressione."
C'è un lungo silenzio, poi la chiamata si conclude. Mi sento svuotata, il senso di colpa non mi abbandona.
***
Passano i giorni, e Max e io ci sentiamo ogni giorno, quasi senza eccezioni. La sua voce è un balsamo per i miei nervi tesi, ma non posso fare a meno di sentirmi distante. Lui è a Monaco, a rilassarsi dopo una stagione stressante, mentre io sono ancora bloccata tra libri e appunti, preoccupata per il risultato dell'esame.
Poi, mentre sono al telefono con Max, mi arriva una notifica: la lettera che aspettavo. Apro il file, il cuore che batte all'impazzata, e leggo le parole che mi cambiano la giornata.
"Ho passato l'esame!" esclamo, quasi incredula.
"Davvero?" Max sembra esplodere di gioia dall'altro lato del telefono. "Amore mio, sono così fiero di te!"
Le sue parole, piene d'amore e orgoglio, mi fanno sorridere come non facevo da giorni.
***
Il giorno della laurea arriva velocemente. Sono nervosa, emozionata, e quando il mio nome viene chiamato, salgo sul palco con le gambe che tremano. Ma mentre stringo il diploma tra le mani, alzo lo sguardo tra la folla e riconosco una figura familiare.
Max. È lì, tra la gente, che mi fa cenno di restare in silenzio con un sorriso complice. Il cuore mi si scioglie. Lui ha trovato il modo di esserci, nonostante tutto.
Dopo la cerimonia, mentre parlo con i miei genitori — che, negli ultimi mesi, hanno mostrato un sorprendente supporto verso di me e mio fratello — sento due braccia avvolgermi da dietro. Mi giro e vedo Max, che mi da un bacio a stampo veloce.
"Congratulazioni, amore mio, sono così fiero di te" sussurra con quel suo sorriso affascinante.
"Grazie," rispondo, arrossendo mentre lo presento ai miei genitori.
"Piacere di conoscerla, signor Verstappen," dice mio padre, stringendogli la mano. È strano vedere come i miei genitori abbiano cambiato atteggiamento negli ultimi tempi, diventando molto più aperti.
Max sorride. "È un piacere anche per me. Devo dire che avete una figlia incredibile."
Mi sento avvolta in un abbraccio d'amore, non solo da Max, ma anche dai miei genitori che ora sembrano apprezzare davvero chi sono diventata. E scopro che tutto era stato pianificato: Max aveva organizzato tutto in segreto, con l'aiuto dei miei genitori, per farmi questa sorpresa.
Dopo la cerimonia, Max e io torniamo a casa mia, e in quel momento tutta la tensione accumulata per l'esame e la laurea sembra sciogliersi.
Arriviamo a casa mia e dopo aver chiuso la porta mi ritrovo Max che mi bacia il collo fino a risalire alla mia mascella e alle mie labbra. Mi giro e lo bacio con foga anche io. Inizio a sbottonargli la camicia bianca che aveva indossato per la mia laurea, e anche lui fa lo stesso con la mia. Arriviamo in camera da letto come se fossimo solo una persona e Max inizia a sbottonarmi i pantaloni neri.
Non riesco a parlare, a contrario di Max che mi sussurra parole d'amore, e io non posso fare a meno di baciargli le labbra, il viso, ogni centimetro della sua pelle. Con una spinta veloce entra in me. Per colpa del piacere, non riesco a parlare e Max rende la cosa ancora più difficile visto che mi sta baciando il collo.
Cazzo quanto lo amo.
Ancora una volta arriviamo insieme, molto velocemente.
Mentre siamo sdraiati insieme, lui mi guarda con quel sorriso furbo che adoro. "Ho prenotato un viaggio."
Alzo le sopracciglia. "Un viaggio?"
"Zanzibar," risponde, soddisfatto. "È il mio regalo per la tua laurea."
Le mie risate si trasformano in una pioggia di baci, lo riempio di affetto per ringraziarlo. "Non riesco a credere che tu abbia organizzato tutto questo."
"Per te, amore mio, organizzerei qualsiasi cosa," risponde lui, baciandomi ancora una volta.
E in quel momento, non c'è altro al mondo se non noi due.
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Solo una fan?-MAX VERSTAPPEN
Fanfiction"Calliope Sarchetti è una ragazza di soli 22 anni, ma con molta esperienza alle spalle. Appassionata di Formula 1 fin da bambina, segue lo sport con entusiasmo, in particolare per un pilota, nonché futuro campione del mondo: Max Verstappen. Calliope...