Capitolo 8

33 4 2
                                    

Non ricordo l'ultima volta che mi sono svegliata con un messaggio di buongiorno ad attendermi sul cellulare, e con "non ricordo" intendo proprio che non me lo posso ricordare perché non è mai accaduto. Nemmeno Vanessa mi ha mai mandato il buongiorno, lei si limita a scrivermi "hey esaurita!" Oppure "Oh sei sveglia?"
Stamattina a stupirmi invece è anche lei, con una serie di messaggi indagatori che mi chiedono per quale ragione il mio ultimo accesso su whatsapp è alle 2.30 del mattino e che alle 10.30 si sarebbe fatta trovare di fronte casa mia in pigiama per fare colazione insieme, ed infatti non faccio nemmeno a tempo a rispondere al messaggio che il suona il campanello di casa, e sono le 10.54.
Mi affaccio alla finestra per controllare che sia lei vedendo sulle scale un'esemplare di amica curiosa che mi fissa sollevando il vassoio di paste che tiene in mano.

-Voglio sapere tutto, dall'inizio alla fine, non tralasciare dettagli...- cammina spedita raggiungendo la cucina prima ancora che io riesca a dirle "ciao" e che chiuda la porta di casa. -Allora? Dove hai la moka che metto il caffè?-

Sorrido raggiungendola, indossa il suo pigiama-tuta-unicorno come tutte le volte in cui ci siamo trovate per confabulare sui nostri appuntamenti e mi fa piacere che abbia scelto di indossarlo anche ora che è adulta e viviamo distanti.

-Non sarai andata in pasticceria conciata così vero?-

-Certo che si!- mi sorride stringendo per bene la moka -Ho raccontato al ragazzo al banco che sto andando ad un addio al nubilato e che sono venuta a prendere della paste per giocare a "torte in faccia" con la sposa.. e indovina? Non me le hanno fatte pagare!-

-Non ci credo.-

-Giuro!- soddisfatta apre le paste -Guarda, nessuno scontrino!-

-Ma saranno almeno 20 euro di paste!- sbotto sorpresa.

-Corri a prendere il pigiama del gossip.- mi ordina -Non voglio aspettare nemmeno un altro minuto.

E cosi ci ritroviamo sedute al tavolo di casa mia, io vestita da trilly e lei da unicorno con un vassoio di paste gratis e un caffè fumante di fronte al naso. Vanessa porta le gambe al petto mentre mescola il caffè zuccherato e mi ammonisce quando perdo troppo tempo nel scegliere la mia pastina perchè vuole sapere come è andato il mio aperitivo-cena-post cena. Ed allora inizia il circo delle espressioni di Vanessa mentre le racconto tutto, dalla stupita, alla felice, all'indagatrice, alla confusa, e poi di nuovo stupita e poi triste e... e poi finisce con gli occhi a cuore.

-Allora...- si ferma cercando di capire cosa lei stessa volesse dire -Oddio, troppe cose... ho troppa confusione in testa! Cioè non potevi fare un semplice aperitivo? Hai idea di quante cose devo metabolizzare?-

-Scusami, ho dato per scontato la tua mente limitata..-

-So giocare davvero a torte in faccia.- mi minaccia con il cucchiaio -Non so che dire... sono molto felice per te, Emily.- si addolcisce poi.

-E... guarda qui.- le mostro il telefono.

-Messaggio del buongiorno! Questo ragazzo ci sa proprio fare! Sai... devo dirti che mi aveva un po' deluso nel fienile.... insomma.. voi due, distesi, nel fieno... da soli.-

-Ma quanto sei scema!- le lancio la ciabatta addosso ma lei ne esce illesa con un ghigno soddisfatto per poi tornare seria.

-Sei felice?-

Alzo le spalle -Sono stata bene.-

-Io so quanto questa risposta valga più di mille "Sono felice".-

-Ma ora raccontami di te.- allontano la tazzina -Come è andata la cena con i suoceri? Avete ancora parlato della casa?-

-Mi sto rassegnando Emily.- il suo volto sembra scurirsi -Non riesco a trovare un lavoro che mi permetta di avere almeno otto ore e quindi di guadagnare qualcosa in più. Josh lavora, cerca anche di fare gli straordinari ma... prima il Covid, poi la Guerra in Ucraina, e poi qualsiasi altra cosa accada è un pretesto per aumentare le bollette, la spesa, i tassi dei mutui... Non possiamo realizzare i nostri sogni così. Le agenzie immobiliari quasi ci guardano schifati quando chiariamo il nostro budget e quello che stiamo cercando e molti non si risparmiano nemmeno nel dirci che più di appartamento di ottanta metri quadri costruito in una palazzina di venti unità abitative degli anni sessanta non ci possiamo permettere. I suoi genitori ci darebbero una casa, una casa vera.-

Neve - con Timothèe ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora