Capitolo 9

22 3 2
                                    

-Adoro il caffè!-

-Allora ieri sera ho fatto una pessima figura a non offrirtelo.- mi sorride.

-Forse... ma devo dire che con il thermos pieno zeppo di caffè fumante ti sei davvero superato oggi.-

-Ti accontenti davvero di poco.- scherza -Tu sai fare delle cose impressionanti con i tuoi lieviti e le tue farine, come fai a stupirti con della semplice insalata di riso e dei tramezzini?-

-Forse mi stupisce il fatto che qualcuno abbia pensato a me mentre li preparava.- ammetto con un filo di voce a me stessa, voce che però giunge anche al suo orecchio.

-Okay allora... so che non si dovrebbe parlare di appuntamenti precedenti o ex alle prime uscite ma... come faccio a non chiedertelo?- mi tende la tazzina passandomi zucchero in bustina e bastoncini di legno usa e getta. -Nessun ragazzo prima d'ora ha cucinato per te?-

-No... mai!-

-Allora li devo ringraziare... hanno reso i miei piatti banali qualcosa di strepitoso ai tuoi occhi.-

-E tu per quante ragazze hai cucinato?- il suo sguardo mi raggiunge famelico e il suo viso cambia espressione.

-Per mia sorella. E' pure sempre una ragazza.-

-Nah.. non accetto mezze verità....- alzo il sopracciglio.

-Okay per la mia ex ho cucinato, ammetto.-

-E...?- insisto.

-Okay okay...- alza le mani -Ho sempre puntato sulla cucina per fare colpo, ma non mi è mai capitato di trovarmi di fronte a una ragazza che sa cucinare.-

-Quindi con me stai facendo quello che hai fatto con tutte?-

-No.- il suo tono non è più scherzoso. I suoi occhi solitamente divertiti ora sembrano carbonizzarmi con un solo sguardo e per difendermi mi rannicchio su di me portando le ginocchia al petto e tuffando i miei occhi sulla tazza di caffè.

Sbuffa, posa il suo caffè. -Tu davvero vedi della malizia in tutto ciò che sto facendo con te?-

Anche Nathalie sembra indispettirsi del mio comportamento e non mi da nemmeno il tempo di accorgermene che si solleva in piedi lasciando la mia schiena nel vuoto con il rischio di spandermi il caffè addosso.

-Era soltanto una domanda...- mi difendo.

-Ti rendi conto che una persona deve avere molta pazienza per starti affianco, vero?-

-Se parti dal presupposto che nessuno è obbligato a starti affianco, inizi a selezionare molto chi vuoi intorno a te.-

-Sei sicura che il problema sia davvero chi tu vuoi stia intorno a te?- riprende la sua tazzina -Perchè fosse per te intorno non avresti nessuno, talmente tanti i muri che alzi.-

-E infatti non ho nessuno.- sbotto.

Si zittisce, lui, corrucciando le sopracciglia.

Lo sento che vorrebbe scavare più in fondo alle mie parole ma non dico altro. Ciò che ho detto parla da sè, e non avrei nemmeno dovuto dirlo. 

Questa è la confessione più intima che io abbia mai fatto e solo il fatto di averlo detto ad alta voce mi fà sentire quella sensazione orrenda del battito che accelera e delle voci nella testa che mi ripetono che non avrei dovuto espormi così tanto, non avrei dovuto dire così tanto, non sarei dovuta lasciarmi andare così tanto.

-Perchè te ne sei andata a vivere da sola così presto?-

Mi cerca con gli occhi, vuole sapere, ha trovato un varco in cui entrare e ci si sta tuffando dentro a piedi nudi e io volgo lo sguardo sulle colline attorno a noi. Il caffè si è freddato nonostante sia Giugno.

Neve - con Timothèe ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora