Capitolo 2

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Questa giornata si fa molto più interessante, non vedo l'ora di terminare questa visita per poter scrivere a Vanessa di aver consigliato degli assorbenti ad un futuro medico. Infatti non è lui a fare la visita, ma un signore sulla sessantina che indossa occhiali spessi e ciabatte antifortunistiche di una taglia che va dal 42 al 46, non so decifrarla. So soltanto che ha dei piedi enormi confrontati con i miei che accanto ai suoi sembrano quelli dei bambini. Mi sta martellando il ginocchio e i miei riflessi non si fanno attendere quindi tiro un calcio alla scrivania di fronte al lettino e il giovane ragazzo sobbalza insieme al suo pc portatile. L'anziano annuisce mentre si sposta dietro di me e mi invita a sollevare la t-shirt per auscultare il cuore, io mi concentro nel tenere abbassata la maglietta di fronte a me lasciandogli scoperta soltanto la schiena. Faccio respiri profondi.

-Segna che è regolare.- poi dice al giovane, che annuisce e inizia a battere sulla tastiera.

Mi chiede poi di leggere le lettere su quei pannelli con lo sfondo bianco e caratteri che vanno dall'enorme all'impossibile da leggere, se il mio occhiale da vista è fatto di recente, segna le diottrie, controlla se sono in grado di stare in punta e di camminare sui talloni, da delle indicazioni al ragazzo su cosa scrivere e poi aggrotta le sopracciglia folte e bianche quando il telefono inizia a suonargli.

-Continui tu Timmy?- il giovane annuisce nuovamente e appena il vecchio esce dalla stanza sembra rilassarsi sulla sedia.

-Ti mette alle strette?- gli sorrido riconoscendo il senso di relax che si prova quando il capo se ne va.

-Mi opprime.- stiracchia le braccia lui. Porta un elastico per capelli al polso ed un anello al dito. Certo ha dei lunghi capelli mossi ma non credo proprio che sia in grado di legarli in una coda. So già cosa direbbe Vanessa in merito.

-Posso aiutarti esattamente come ho fatto questa mattina

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-Posso aiutarti esattamente come ho fatto questa mattina.- mi sollevo in piedi aggiustandomi i pantaloni e calzando le scarpe -Non prendo medicinali, non ho allergie particolari, non fumo, bevo occasionalmente, esami del sangue regolari e nessun precedente infortunio sul lavoro. Vedi? Lavoro finito.-

-Sei simpatica.- piega la testa lui, mentre scrive.

-Di solito questo i medici non lo dicono.- scherzo.

-Forse perché loro sono troppo vecchi per te.-

Rimango spiazzata, lui lo nota e sorride, continua a scrivere. Sta giocando con me? Allora si fa interessante.

-Hai dimenticato di dirmi una cosa.- continua poi.

Mi volto a guardarlo confusa, le visite mediche sono uno schema che conosco da anni perciò sono certa di non aver dimenticato assolutamente nulla ma voglio dimostrarmi curiosa e stare al suo gioco.

-Non credo, ma ti ascolto, Timmy.- il soprannome lo mette in imbarazzo, fiera di aver bersagliato il suo ego mi godo il suo sorriso inerme e attendo che il gioco ricominci. Un punto a me.

Neve - con Timothèe ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora