La scoperta...

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Me la pagherá per la sua impertinenza.. Che faccia tosta... Mangio velocemente e con nervosismo i miei spaghetti. O ma non me la fa oggi... Non mi scapperá... Mi sono fatta fregare due volte...
"Oggi hai preso il turbo?" mi domanda mia madre che ancora non ha iniziato a mangiare. Siamo tutti e tre seduti a tavola. Entrambi i miei genitori mi guardando profondamente sorpresi dalla mia velocitá. Con la bocca piena di spaghetti borbotto: "Oggi avevo fame..." "Non parlare con la bocca piena!!" mi sgrida mio padre mentre educatamente si porta alla bocca una forchettata di spaghetti. Intanto il volume del mio piatto diminuisce con la velocitá di un minuto. Mastico con velocitá quasi come se fossi un tritatutto umano. I miei genitori sgranano gli occhi. 
"Ah... Dopo..." mastico. "Esco.. Ok?" ingoio l'ultima forchettata enorme. "Non parlare con la bocca piena!!" ripete mio padre innervosito mentre riprende a mangiare con la mamma. Afferro il mio piatto pulito. E lo porto "tra le grinfie" della lavastoviglie. Intanto sistemo velocemente la cucina: passo lo straccio che passo tra i fornelli. Fatto questo mi volto a guardare i miei genitori. Sorrido loro. E ricambiano il sorriso. Sono cosí belli... Tutti e due. Mi stampo quest'immagine nella mia mente intanto prendo lo zaino dove ho messo l'occorente per travestirmi. "Ehy.. Vieni qua" mi chiama la mamma. Raggiante vado da loro e do un bacio sulla guancia ad entrambi. "Torna presto" mormora papá. "Sicuro papá... Fidati!" sorrido. Poi senza preavvoso mi volto e mi dirigo verso la porta chiudendola con un tonfo alle mie spalle. Bene.. É ora di andare in guerra... Mi avvio verso il parco che si trova sulla stessa strada prima della scuola. Mi siedo tranquilla in una delle panchine. É tutto deserto nonostante siano le tre e manchi un'oretta all'uscita dalla scuola. Per allora io saró preparata.
Svuoto lo zaino e piano indosso il tutto. La parrucca, gli occhiali finti... Lancio un'occhiata allo specchietto che ho portato con me. Effettivamente non sembro io. Faccio un sorriso spaccone. Subito dopo rido. Dubito che stavolta mi scapperá... Ho fatto attenzione.
Mi alzo dalla panchina controllando l'orario e mancano solo venti minuti prima della campanella. In silenzio mi avvio verso la stradina che porta a scuola...

                        *~*~*

Mi apposto al solito posto... Attendo.
Suona la campanella.
Esce Woods.
Saluta gli amici...
Possibile che questo ragazzo faccia sempre le stesse cose?? Interrompe il subconscio la scaletta delle azioni di Woods. Sbuffo annoiata. Gli do ragione.
Intanto lui si avvia. A distanza mi incammino con lui. Non lo perdo di vista nemmeno un minuto. Lui tranquillo mette le mani in tasca e fischiettando svolta l'angolo al solito vicoletto. Arrivato in questo momento corro e mi sporgo verso il muro dove lui ha appena svoltato. Lo vedo cambiare direzione di nuovo. E ripeto la corsa e mi sporgo dal muro guardando con attenzione.
Lui mi porta fra una marea di vicoli ma questa volta non corre. Controlla il telefono e riprende la camminata in silenzio tranquillo. Questa volta non ha fretta eh?! Il bastardo... Lo ammonisce il subconscio rintanandosi in me. É in tempo per qualcosa... Ma cosa? Rifletto io.
                  Passa mezz'ora.
Non faccio che seguirlo.
                  Passa un'ora.
Ho le gambe a pezzi.
        Passano altri dieci minuti
L'istinto omicida verso di lui cresce.
Lui intanto calmissimo continua la sua camminata. Ma non  mi  arrenderó... Dovesse arrivare il tramonto!!

Infatti il tramonto arriva.
E io sono a pezzi.
Poi accade qualcosa. Lui svolta improvvisamente e senza alcun preavviso. Corro a seguirlo. Ora siamo in un vicolo buio scurissimo e senza fari. Siamo in controluce e durante il tramonto per cui la luce non arriva.
Rabbrividisco all'istante. Ed ecco che scorgo davanti a lui la sagoma di una ragazza. Non mi sporgo oltre dal muro evitando che possano sentirmi per cui ritiro piano la testa e con il cuore in gola ascolto la conversazione. Perfino il mio pensiero rimane in silenzio.
"Ehm.. Jeff Woods?" sento la voce tremante della giovane. "Si sono io... Mi aspettavi?" e la sua odiosa voce. "In veritá non sapevo chi mi abbia mandato questi biglietti e i messaggi.. Eri tu?" chiede titubante. "Si ero io..." sento un piccolo tonfo. Mi sporgo immediatamente scoprendo che lui si é appoggiato al muro col braccio.
Lo immagino sorridere anche se mi sta dando la schiena. La ragazza trema. "Tranquilla"
"Perché hai voluto vedermi?" chiede balbettando.
"Per porre fine alla tua sofferenza..." mormora lui. Mi sporgo di scatto. Ho sentito bene??
Vedo che le prende una ciocca di capelli e la fa passare tra le sue dita fino alle punte. La ragazza sembra arrossire. "Ehm... Sofferenza? Quale sofferenza? Sto bene davvero..." Sento la risata per nulla tranquillizzante di Woods. "Beh.. Sai... Io soffro... Ho bisogno ..." sussurra. Lo vedo avvicinarsi a lei. "Di uccidere!" mormora. Poi tappa la bocca alla ragazza che lo guarda sgranando gli occhi per la paura. Vorrei intervenire ma le mie maledette gambe sono paralizzate dalla paura. Sento la morsa del terrore.
"Ti prego no!!" sussurra la ragazza. E sono le sue ultime parole perché Woods afferra un manico di coltello che aveva in tasca (?) penso... Lo tira fuori poi sorride. "Shhh.. Non aver paura..." la lama é l'unica cosa lucente che brilla minacciosa. Con un movimento veloce del coltello lui le trancia la gola di netto. Sento salire i conati di vomito ma il subcinscio mi frena. Non é il momento adatto per vomitare.. Se si gira siamo morte capito? Annuisco. Rimango ferma in silenzio e lo guardo chinarsi sul cadavere steso a terra e tracciare quel maledetto sorriso psicopatico. Poi si alza e si gira verso la parete. Prima che possa vedermi.. Ritiro la testa. Ma so chiaramente che vuole tracciare quella scritta senza significato. Non posso sopportare oltre. Chiudo gli occhi e il coraggio mi invade. Forse sto per fare una cosa stupida... Ma é l'unica cosa che posso fare. Attendo che lui si giri e faccio per saltare fuori e corrergli contro. Ma lui si volta veloce mi afferra per la gola, mi inchioda alla parete e mi solleva "Chi sei?" ringhia. La presa é piú che ferrea e immediatamente sento l'aria che incomincia a mancarmi. Stupida! Stupida Dovevi essere piú svelta!! Proprio come il mio sogno, apro la bocca in cerca di carpire ossiggeno ma non entra nulla. Ho paura. Piú di quanto non me abbia mai avuta... Woods stringe ancora di piú la presa e mi si avvicina. Il coltello puntanto al ventre. Scalcio impazzita. Lui peró spinge un po' il coltello contro la mia pancia, la punta che sembra penetrare in chiaro senso di avvertimento. Smetto di scalciare e mi abbandono alla sua stretta. Il fiato mi si mozza completamente in gola. E il respiro corto. Il cuore che sembra fermarsi. E sto morendo per davvero.
D'un tratto la sirena della polizia sembra vicinissima. La mia salvezza... Penso con le ultime energie rimaste. Vedo il volto rigato appena di sudore di Woods guardare a tratti me a tratti la stradina... Sentendo dei passi vicini, lo sento imprecare mi guarda. Mentre finalmente sento l'abbraccio della morte, sento una botta improvvisa sulla testa. Molto forte da farmi vacillare. Piano il buio cala su di me. E il freddo glaciale. L'ultima cosa che vedo sono i suoi bellissimi occhi azzurri come lapislazzuli.

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