Situazioni...

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"C-come... Cosa... No... Cioé... Ma cosa cav-..." tutte le parole si impantano uscendomi confusamente dalle mie labbra. Giuro: ho perso il dono della parola... Dopo questo puó venire la fine dell'Universo. No okay... Sto esagerando... Ma... Com'é possibile?... Io...
"Sorpresa?" la sua voce irritante interrompe bruscamente i miei pensieri. Sono stata un'emerita cretina a cercarlo per tutta la casa... Dovevo aspettarmelo.
Lui... La BESTIA... Woods, é davanti casa, vestito di tutto punto con la divisa, sistemato, pulito e... TRANQUILLO... Io avró perso almeno una decina di minuti a sgolarmi perdendomi in questa casetta tra l'altro in ritando... E lui se ne sta fuori al cancello appoggiato ad un auto con un'aria spaccona e presuntuosa da prepotente, con tanto di camicia della divisa leggermente sbottonata lasciando intravedere i suoi pettorali solidi. Fa un sorriso, un sorriso odioso e ovviamente: l'occhiolino... Immancabile...
La rabbia sale bruciante all'improvviso.
"Ti stavo aspettando... Siamo in ritardo..." mormora facendo un leggero sbadiglio che copre con una mano.
Stringo i pugni fino a farmi le nocche bianche.
"TU... MI HAI FATTO PERDERE TEMPO IDIOTA!!" urlo battendo un piede a terra con forza.
"Ehy... Trattami con rispetto..." risponde lui portandosi una mano dietro al capo guardandomi in tralice. "Non posso farci nulla se ho a che fare con un cretino..." sbotto innervosita mentre scendo le scale per raggiungere il cancello dove oltre si trova lui e l'auto.
Lo sento sbuffare e mentre raggiungendolo sto per entrare in macchina senza aggiungere altro. Una mano mi afferra il polso mentre un'altra mi inchioda contro la portiera dell'auto. Sento il suo respiro sul mio collo. Serro gli occhi mentre un odore improvviso invade le mie narici: un profumo... Un profumo dolcissimo, sublime... Inspiro come se questa fosse la mia unica aria, fonte di vita. Il suo profumo... Il SUO odore di pelle...
Immediatamente mi accorgo di quello che sto facendo e di quello che sta succedendo...
Furiosa cerco di liberarmi dalla sua stretta ma lui stringe ancora di piú la presa. Le sue labbra mi sfiorano l'orecchio mentre avvampo immediatamente per la TROPPA vicinanza. Via... Stammi lontano... Sei TROPPO VICINOO... Ulula il mio subconscio. Con la poca forza che ho appoggio entrambe le mani sul suo petto cercando di allontanarlo ma i miei sforzi sembrano completamente inutili: non si sposta di un millimetro. "J-Jeff..." mormoro debolmente mentre il mio viso diventa rosso pomodoro. Mi sembra di aver perso ogni mia sicurezza. "Shh... Ti ho detto di portarmi rispetto... Non mi allontano finché non mi avrai trattato come si dovrebbe..." sussurra solleticandomi con il suo fiato, l'orecchio destro. Mugolo infastidita. Ti fotti... Non ammetteró mai di essere inferiore a te...
Vorrei dirgli questo ma dalla mia bocca esce un suono completamente estraneo al mio carattere e al mio essere: "Scusami... Padrone..." lui fa un debole sorriso staccandosi di dosso. COOOSAAA?? C-COME...COME HO FATTO A DIRLO??? il mio subconscio strilla come un pazzo mentre il mio cuore, cosí come il subconscio, batte all'impazzata. Mi porto una mano al petto in corrispondenza del cuore abbassando lo sguardo a terra pieno di rossore e vergogna. Incredibile!! É STATO CAPACE DI LASCIARMI SENZA PAROLE E MI SONO ANCHE SCUSATA... DEVE AVERMI SOGGIOGATA... IPNOTIZZATA O COSE DEL GENERE; ANCORA NON RIESCO A RIPRENDERMI.
Respiro faticosamente cercando di riprendere contegno... Lui mi batte una mano sulla spalla con un sorriso soddisfatto. "Brava ragazza!" ed é forse in quel momento che mi sono ripresa da quello stato di trance siccome gli afferro il polso e lo allontano con uno scatto da me. "Stammi lontano... Pervertito!" sibilo mentre il rossore di vergogna inizia a diventare rosso-rabbia. "Non osare avvicinarti ancora che ti spezzo in due... Chiaro?" continuo sollevando la schiena dalla portiera alla quale ero 'comodamente' appoggiata.
"Non é quello che hai detto prima..." fa lui sorridendomi ambiguamente. Gli faccio la linguaccia incrociando le braccia al petto adirata.
"Io SO quello che penso... E tu sei solo un alieno pervertito maniaco!" sussurro irata.
Come cavolo si é permesso di mettermi le mani addosso in quel modo? Potrá essere pure dannatamente bello ma non gli da di certo il diritto di essere anche dannatamente stronzo!!
"Chiamo i pompieri?? Stai andando 'a fuoco'!" sussurra con una mezza risata passando i suoi occhi su ogni centimetro del mio corpo mentre io divento rossa peperone per la rabbia che a malapena trattengo. Mi avvicino a lui con passo militare sempre piú nervosa. Non so neppure io quello che sto facendo ma l'unica cosa che so è che devo fargliela pagare cara. Cosí, afferro la sua cravatta e la tiro verso di me costringendolo ad avvicinarsi bruscamente a me, il viso cosí vicino al mio. "Lasciami in pace!!" sibilo scandendo ogni singola sillaba tentanto di farlo spaventare. Ma invano: infatti lui non lo sembra affatto, anzi, sorride malizioso. Irritata al massimo dal suo comportamento, stringo la presa. Lui continua a sorridere in quella sua odiosa maniera mentre poggia una mano sulla mia vita tirandomi ancora piú vicino al suo corpo mentre l'altra mano si appoggia sulla mia nuca avvicinando ancora di piú il mio viso al suo. Sento improvvisamente il mio cervello andare in pappa... Non capivo piú nulla mentre una confusione avvolge le mie interiora confondendomi ancora di piú... Ma che... ?? Non riesco a formulare alcun pensiero logico, e in questo stato confusionale non riesco ad oppormi a lui... Nè a quello che sta per fare eppure una strana forza che caccio da non so dove, mi fa ritornare alla ragione proprio quando avevo ormai interi nidi di falene nello stomaco... Lascio la presa sulla cravatta appoggiando il palmo della mano sul suo petto e allontanandolo, o meglio dire, CERCANDO di allontanarlo. Ma questo ragazzo ha una forza incredibile e mi inchioda sul posto impedendomi di liberarmi dalla sua presa piú che ferrea. Cosí mentre le sue labbra sfiorano le mie ricominciando a rietrare in quello stato confusionale, con un minimo di ragione, alzo il ginocchio colpendolo giusto allo stomaco... Avrei preferito un po' piú in basso ma mi accontento... Sussurra il subconscio arrabbiato mettendo le braccia conserte e osservando Woods che mi si allontana tenendo una mano sulla parte colpita. E questa é la SECONDA VOLTA che mi si avvicina cosí... Alla terza volta giuro faccio scoppiare la Terza Guerra Mondiale...
Lo sento mugolare dal dolore. Senza aggiungere altro, apro la portiera dell'auto e mi infilo dentro con nonchalance ignorando lui e il "mal di stomaco"... Dopo un altro minuto in cui lo ignoro completamente guardando la strada la portiera di fianco alla mia ,al posto del guidatore, si apre rivelando un Jeff Woods completamente in forma, e (ahimé) incazzato nero. Entra in macchina chiudendo o meglio dire "Sbattendo" con forza la portiera dietro di sé tanto da far traballare di poco l'auto. Lo ignoro ancora e accavallando le gambe appoggio il braccio sul bracciolo. Solo allora lo degno di un'occhiata. Mi sta guardando. Sembra aver recuperato un po' di contegno. Poi mi porge una cosa accartocciata... La afferro e riconosco il colore bluastro: é la mia borsa di scuola con tutti i libri. Cazzo... L'avevo dimenticata in preda alla fretta... Non posso fare a meno di guardarlo riconoscente. "Grazie!" sussurro appoggiando poi la mia borsa al posto del passeggero dietro, accanto alla sua nera pece. Torno a guardarlo. "Non hai l'etá mia?!" chiedo tutto d'un fiato ricordandomi che se io ho diciasette anni non ho ancora né la patente né il patentino allora lui... "Si... Ma fra poco ne compio diciotto... A differenza tua che ne hai compiuti diciasette un mesetto fa..." mormora mettendo in moto. "Ah..." non so come rispondere... Guardo fuori dal finestrino per non guardare lui. Poi... Mi blocco accorgendomi di un dettaglio: Come fa lui a saperlo?? Si allarma il mio subconscio. Lo osservo di nuovo ma non direttamente: il mio sguardo viene rapito dal suo riflesso nello specchietto. É cosí bello... Concentrato, serio.
L'auto parte con un leggero rombo e qui il silenzio fra noi cade ma nessuno dei due ha intenzione di colmarlo: perché non é un silenzio ricco di sottintesi, un silenzio giusto. Poi sono io stessa a romperlo prendendo un bel respiro e sospirando: "Scusami..." lo sento sbuffare. Una sua mano si posa sul mio ginocchio. Sgrano gli occhi guardando a tratti la sua mano a tratti lui. Sono tentata di fargliela mettere a posto come suggerisce il mio subconscio (Fagliela mettere a posto!!) ma per qualche motivo appoggio una mano timida su quella di lui e lo osservo in silenzio. Lui allora distoglie lo sguardo dalla strada un secondo per posarlo su di me con un leggero sorriso, uno di quei sorrisi che io tanto odiavo ma che in quel momento mi ha incantata. Dura un secondo questa strana atmosfera poi lui ritorna a guardare la strada e toglie la mano dalla mia gamba. Era ora... Commenta il subconscio.
"Non ti perdono!!" mi sento morire... Non voglio che si arrabbi con me... Coosa?? Che pensieri fai??!! Meglio che sta arrabbiato con te cosí rompe meno le scatole... Ma non sono affatto d'accordo con il mio subconscio. E io che credevo che mi avesse perdonato!!
Abbasso lo sguardo dispiaciuta. In teoria dovresti essere arrabbiata TU CON LUI... MA PERCHÉ CON QUESTO TIZIO OGNI COSA PRENDE UNA PIEGA DIVERSA??... INIZIO A DUBITARE DELLA FORZA DI GRAVITÁ SE C'É DI MEZZO LUI...
Questa volta concordo! Sospiro dispiaciuta...
"Che faresti se ti rispondessi cosí??" chiede lui all'improvviso.
Sento il cuore pompare piú velocemente... Dunque mi ha... PERDONATA? E sono anche felice!! No... Questo tizio mi fará impazzire.
"Dunque... Mi perdoni??"  chiedo con un filo di voce fingendomi disinteressata. Lui fa un altro sorriso. "Dovró abituarmici... Chissá quante ginocchiate avró in futuro..." esclama con un riso a fior di labbra. Non riesco a trattenere la mia felicitá, cosí torno a guardarlo sorridente. Poi ecco che la scuola si erge davanti a noi interrompendo l'atmosfera creatasi. Entrambi ci incupiamo. Il nostro incubo eppure il nostro futuro dipende da un fottutissimo edificio... Di certo peró il problema non é l'edificio in sé... Bensí gli insegnanti.
Mi sono sempre chiesta fin da bambina: "CHI CAZZO CE LO FA FARE DI INSEGNARE IN UNA SCUOLA DOVE GLI ALUNNI NEPPURE LI SEGUONO??" ed ora so la risposta... "Per soldi... Altrimenti per cosa lo fanno?? Tanto che se ne fregano loro che impariamo o no? L'importante é lo stipendio..." o almeno é questa la teoria degli insegnati raccomandati che non servono a fare neppure un cavolfiore intero... Per cui quelle poche eccezzioni di insegnanti che VERAMENTE amano il loro mestiere, vengono pure calpestati sia dagli alunni che dai colleghi approfitattori... Da queste teorie realizzo che MAI faró l'insegnante... Neppure sotto tortura... Voglio bene ai presidi e alla scuola ma NO... Preferisco mille volte leggere e scrivere le mie adorate idee sui libri che mi vengono in mente dal momento che inizio a digitare una parolina al Pc. Oltre poi ad amare follemente gli anime e i manga e passare interi pomeriggi a leggerli o semplicemente disegnarne i protagonisti.
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Sto divagando... Cazzo...
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E sono anche in ritardo!!
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Mi precipito immediatamente fuori dall'auto afferrando al volo la borsa. "Muoviti!!" urlo a Jeff mentre inizio a correre come una forsennata verso l'ingresso della scuola... Non saró di certo la piú studiosa ma mi suicido se scopro di aver fatto ritardo... Al quarto anno del liceo, giuro, non ho MAI fatto ritardo.
Mi precipito in cortile sforzando i muscoli delle mie gambe al massimo e sfinita dalla corsa dall'auto fino all'ingresso, mi appoggio al solido portone aspettandomi di trovarlo aperto... Ma chiuso.... Serrato... COOOSA?? NO DIMMI DI NOO!!
Il mio subconscio disperato quanto me...
Tento di forzarlo in tutte le maniere possibili e immaginabili ma questo rimane immobile... Non si sposta di un millimetro.
Appoggio la fronte contro il legno freddo. Accidenti a Woods!!
"Ferma!! CHE STAI FACENDO??" due forti braccia mi allontanano dal portone. "Zitto!! É tutta colpa tua se ho fatto ritardo!!" urlo imbestialita dimenandomi dalla stretta. "Io?? IO COSA C'ENTRO??" sento mormorare...
Non é la voce chiara e limpida e stupenda di Woods... E il petto su cui la mia schiena é appoggiata non é solido come il suo e le sue braccia non sono cosí gracili... Spalanco gli occhi terrorizzata mentre mi giro a scoprire chi mi ha trascinato lontano dal portone della scuola...
Vedo la sua espressione accigliata, gli occhiali sulla punta del naso adunco... I pochi capelli sul capo pelato...
E capisco...
Mi si gela il sangue nelle vene.

Una parola, l'unica che possa esprimire la quantitá di pensieri che mi affollano la testa:
MERDA!

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