4.

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-Allora?-chiese Caleb avvicinandosi all'amico, curioso di sapere.
-Niente. Non vuole che mi avvicini a lei.-
-Cosa?Perché?-
-Dice che non é normale.- sospirò Alex, guardandolo.
-Non é normale? Che vuol dire?-
-Non so. Ma era talmente seria quando l'ha detto. Possibile che ci fosse dell'altro nelle sue parole?Non riesco a capire. Si nasconde da tutti ed evita qualsiasi contatto anche quello visivo, quasi fosse radioattiva. C'é qualcosa che non mi convince.-
-Che vuoi fare amico?-
Alex scosse la testa. -Non lo so..ma devo scoprire quello che succede.-

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-Belle!Dove diamine sei stata?!-urlò l'uomo, appena la ragazza mise piede nell'appartamento.
-A scuola..-sussurrò con sguardo basso, si tese preparandosi già alle percosse.
-Pensi che io sia stupido?-
-Cosa?-
-Rispondi!- tuonò, afferrandole bruscamente le braccia. Il braccio già tumefatto sembro scricchiolare sotto le due dita.
-No..-
-E allora dimmi,puttanella.Dove cazzo sei stata?-
-A scuola, lo giuro!- mormorò lei, mentre le lacrime le si accumulavano negli angoli degli occhi. Il braccio ancora teso nella stretta.
-Allora, pensi che io sia stupido. So che sei andata a scuola. Ma dimmi, come mai ci hai messo così tanto a tornare a casa? Non crederai mica che sia così scemo..Dimmi dove sei stata!Ora!!!-
-Lo giuro!A scuola!- gridò Belle, mentre l'uomo la spingeva a terra, l'afferrava brutalmente dai capelli e la trascinava sul pavimento, dandole percosse.
-Pensi che sia stupido? puttanella. Non so nemmeno a cosa mi servi. Sei inutile. Sei soltanto uno straccio da buttare via. Proprio come hanno fatto i tuoi genitori. Stupida!Sei proprio un'insulsa ragazzina!-
Le urlò mentre la ricopriva di pugni e calci. La ragazza si raggomitolò sul pavimento, stringendo le ginocchia verso il petto. Cercando di evitare gli schiaffi al viso e i pugni all'addome. L'uomo la picchiò, fino a calmarsi completamente. Belle rimase sul pavimento, esaltando respiri lenti, gli occhi chiusi e gonfi, lividi. Sentì i suoi passi allontanarsi lentamente e la porta di casa sbattere nel silenzio. Era ridicolo come la sua vita fosse cambiata, totalmente.
Cercó di girarsi sulla schiena, con uno sforzo incredibile. I suoi occhi socchiusi incontrarono il soffitto dell'appartamento lurido. Dio, come avrebbe fatto ad alzarsi? Le dita delle mani le sembravano staccate dal corpo, fredde e raggrinzite. Con i piedi si spinse fino al muto, cercando di rialzarsi facendo leva su di esso. Ma riuscì solo a sedersi.
-Brava Belle, sei la solita idiota. Non impari mai. - si disse, spingendo con forza sulle gambe malferme per alzarsi.

Alpha's HEART.SOSPESA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora