9.

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-Ho notato che lo chiami per nome... - disse Alex, scostandole una ciocca di capelli scuri dal viso. Lei scosse la testa, spostandosi sul suo petto, al calore con la sua pelle, rannicchiata fra le sue gambe come una bambina.
-Non era mio padre. E non sono sicura che i miei genitori fossero davvero i miei. -
-Cosa intendi, tesoro?-
Belle si strinse nelle spalle. Rivivendo tutto nella sua testa. Gli incubi, gli aghi, le urla che aveva sognato dalle notti in cui si erano trasferiti. Le immagini in cui veniva trascinata in una casa con delle persone che non conosceva...
Alex a strinse a sé sentendo il suo corpo tremare contro il proprio.
-Non sono sicura... Ma quando sono tornata ho avuto degli incubi. Più che incubi sembravano ricordi.-sospiró abbassando il tono della voce. - Ero piccola e mi trascinavano in delle stanze, sembravano delle camere di ospedale. E c'erano tanti aghi e le cinghie ai polsi, tagliavano e facevano male, bruciavano. Non avevo mai avuto sogni del genere... -
-Ho sempre vissuto con quelli che pensavo fossero i miei genitori. Ad 8 anni però, morirono in un incidente stradale, c'ero pure io. Ma i medici non riuscirono a capire come fossi riuscita a sopravvivere in quel disastro. Fui affidata a John. Per i primi mesi era..normale. Ma poi cominciò ad essere rude e cattivo. Mi picchiava se sbagliavo..tanto da chiudermi in camera per non uscire. Mi minacciava. Ci siamo trasferiti in un sacco di città. Io dovevo solo frequentare la scuola e non farmi notare, diceva lui, perché se ci avessero notati lui me l'avrebbe fatta pagare..-
-Perché credi di essere stata adottata? -  gli occhi azzurri di lui incontrano i suoi timidi e timorosi. Aveva iniziato ad accarezzarle le braccia in un gesto automatico, le sue mani non erano riuscite a fare a meno di toccarla, stringerla e di sentirla accanto a sé. E anche se non avrebbe dovuto avvertirla, l'eccitazione era esplosa come lava nelle sue vene.
-Stava parlando al telefono e diceva che ero solo un peso che sarebbe stato meglio se fossi morta. E che suo fratello aveva fatto un errore madornale a volermi con sé. Che prendermi era stato una cosa di cui pentirsi. L'ho sentito parlare e dire che era stata un pessima idea trasferirsi in questa città. Che ci avrebbero scoperti e che lui sarebbe morto. Continuava a ripetere al telefono che non poteva essere abbandonato, che da solo sarebbe morto, che non avrebbe potuto finire il compito.-
-Finire il compito? -
La ragazza annuì, prima di sospirare pesantemente.
-È successo qualche giorno fa, credo fosse giovedì erano le undici di sera. Non riuscivo a dormire per il dolore alle costole... -
-Qualunque cosa sia successa, adesso sei al sicuro, fra le mie braccia.-
-Si, ma lui... È morto. Gli assistenti sociali, la polizia... -
-Ti proteggeró, io e la mia famiglia ti terremo al sicuro.-
-E come hai spiegato la mia presenza qui alla tua famiglia?-
Alex ridacchió, chinandosi a lasciarle un bacio sul naso, - Questo non è un problema per te, bimba. -

Alpha's HEART.SOSPESA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora