XII: Un Portale per il futuro.

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Magnus Bane era intento a fissare il braccio destro di Percy Jackson e a cercare una spiegazione per l'accaduto.
Ovviamente non ne aveva una. Come poteva?
L'avvenimento aveva sconvolto tutti, perfino Chirone che, in quel momento, era in compagnia di tutti gli altri nel loft dello Stregone.
Clarissa era seduta accanto a Percy, e Magnus stava controllando anche il suo braccio, sul quale appariva la stessa Runa.
«Siete collegati» esordì improvvisamente Magnus, scuotendo le spalle.
Jace aveva guardato Percy con uno sguardo assassino, Annabeth aveva incrociato le braccia al petto, sconvolta.
Simon, a quanto pare, trovava la situazione divertente, poiché aveva stampato sul volto un sorriso cretino.
Grover era accanto a Chirone e entrambi avevano assunto un'espressione seria.
«Clary, la Runa l'hai creata tu. Quali sensazione ti suggerisce?»
La Shadowhunter era arrossita e aveva abbassato lo sguardo sulla Runa, cominciando a fissarla.
«Empatita, condivisione.»
«Sii più precisa, Clary: condivisione di che cosa?» domandò Magnus, cercando di approfondire.
«Ricordi» sussurrò la ragazza e chiuse gli occhi.
«Io vedo... Per l'Angelo! Vedo un luogo strano, una barca, del fuoco verde...»
«Ehi, smettila!» esclamò improvvisamente Percy e si allontanò dalla cacciatrice.
«Scusa...» sussurrò Clary, «non l'ho fatto con intenzione, sono solo rimasta sommersa da migliaia di ricordi.»
«Non mi piace questa cosa» disse Chirone e Annabeth annuì.
«Non credo piaccia neanche a Clary. La Runa collega entrambi, il che significa che-»
«Che Percy ha accesso ai miei ricordi.»
«No!» intervenne improvvisamente Jace, che si avvicinò a Magnus e gli chiese di risolvere la situazione.
«C'è un motivo per tutto» rispose semplicemente lo Stregone e vide Annabeth farsi avanti.
«Ed io credo di sapere il perché di tutto questo, ragazzi.»

*~*~*

Alec sognò di trovarsi all'Istituto, nella sua camera, steso sul suo letto e con in mano una foto di Magnus.
Lo scatto immortalava lo Stregone addormentato e con il corpo attorcigliato tra le coperte di seta.
Alexander aveva scattato quella fotografia una mattina d'estate: il sole era appena sorto e il suo fidanzato non si sarebbe svegliano se non tra molte ore.
L'Alec del sogno stava sorridendo al dolce ricordo della mattine e stava anche desiderando di poter rivivere tutto quello.
«Alec, Alec.» Una voce lo scosse dal sonno.
«Che succede?» chiese il ragazzo e riconobbe la voce della sorella che lo avvisava dell'arrivo della figura rossa, che ormai faceva compagnia loro ogni giorno.
«Salve, ragazzi.»
La figura si accomodò a terra, a gambe incrociate e sorrise ai presenti.
«Cosa vuoi, questa volta?» borbottò Nico di Angelo, ma l'altro non disse nulla e si limitò a sorridere.
«Patatine» disse poco dopo, «so che a voi umani piacciono.»
E lanciò ai presenti pacchi di patatine, come se fosse il gesto più naturale del mondo.
Nico scansò via i pacchetti e si girò dall'altra parte, sussurrando parole poco carine.
«Grazie» sussurrò invece Alec e accennò un sorriso timido.
«Alec, data la tua gentilezza, voglio farti un regalo.»
Questa frase, non solo sorprese i fratelli Lightwood, ma destò anche Nico.
«Un regalo?»
«Oh, sì, potrei farti vedere un pezzo del tuo futuro. Magari con la persona che ami...»
E quelle parole furono lasciate in sospeso nell'aria, mentre la mente di Alec lavorava freneticamente e cercava di non farsi convincere da quell'essere.
«Non credo sia una buona idea, Alec» suggerì Isabelle e cercò lo sguardo del fratello, che però era ancora perso nel vuoto.
Nico era sull'attenti, cercando di capire bene la situazione prima di un eventuale commento da parte sua.
L'uomo in rosso sorrideva invece tranquillamente, a quanto pare aveva tanto tempo da sprecare con tre sconosciuti.
«Va bene, Alec, non devi rispondermi ora. Tornerò domani, piccoli.»
E dopo quell'ultima parola irritante andò via, lasciando gli altri presenti ad osservare l'ormai familiare luce rosso-viola che faceva parte di lui.

«Non dovremmo fidarci di lui» disse Nico.
«Questo lo hai già detto.» Izzy sospirò e allungò una mano verso il fratello, accorgendosi, con suo disappunto, che lui era ancora immerso nei suoi pensieri.
Alec fissava un punto indistinto della stanza, intento a pensare a quanto i fatti strani fossero.
"Gli avvenimenti si ripetono" pensò il Cacciatore, "passato e futuro sono solo due modi diversi di definire il presente e non ho intenzione di rovinarlo nuovamente."

*~*~*

Annabeth era intelligente.
Tanto intelligente. A tratti, forse troppo, anche perché, la sua spiegazione non faceva una piega, ma spaventava tutti i presenti.
La semidea aveva abilmente intuito che, grazie allo scambio di ricordi che Percy e Clary potevano permettersi, la Shadowhunter poteva tranquillamente conoscere l'inferno di Ade.
«Ergo, lei può aprire un portale e noi possiamo andare a salvare i nostri compagni.»
Un "oh" generale si era diffuso nel salotto, seguito da commenti confusi.
«Buona idea.»
«Idea stupida.»
«La nostra unica opportunità» intervenne Magnus e, poco dopo, fece apparire sul tavolo un grande figlio bianco e dei pennarelli.
«È l'ora della ricreazione?» domandò Jace, creandosi spiritoso.
«C'è bisogno di un piano d'azione» ipotizzò Chirone, mentre guardava fuori dalla finestra. Il centauro aveva avvistato tra le nuvole uno stormo nero, avvicinarsi pericolosamente al loft.
Altre creature stavano attivando anche a piedi, lasciando scie di una strana sostanza lungo la strada.
«Demoni» urlò quasi Simon, accanto a Chirone.
«Dracene» sussurrò invece Annabeth.
«Altri demoni» notò Jace.
I presenti si guardarono.
Tutti estrassero la propria arma, Magnus creò un incantesimo di difesa davanti alla porta.
Percy si era stranamente avvicinato a Clary e i due parlavano sottovoce.
«Quanto potrà reggere quella porta, Magnus?» domandò Chirone.
«Abbastanza a lungo» rispose lo Stregone e aggiunse sottovoce "se mi diatruggono la casa li desintegro".
«Ho mandato un messaggio-Iride a Clarisse, arriverà presto con i rinforzi» avvisò Annabeth.
Nel loft si era creata una strana situazione: Chirone era davanti alla finestra e avvisava i presenti di quello che accadeva, Grover e Simon erano davanti alla porta principale, Jace era all'erta in cucina, Annabeth fissava il foglio bianco e pensava freneticamente ad un piano d'attacco.
«Si stanno avvicinando tutti!» urlò Chirone e Magnus creò un incantesimo di difesa anche alla finestra, dopo che un mostro ci si era schiantato sopra e aveva incrinato il vetro.
Percy e Clary era immobili in un angolo e si tenevano per mano.
Cosa?
Magnus si accorse troppo tardi di quello che stava succedendo, purtroppo.
Ad un tratto fu travolto dalla luce proveniente dal portale: Percy fu il primo a saltare, seguito dalle parole spaventate della fidanzata; poi arrivò Jace che, dopo uno sguardo ammonitore rivolto a Clary, corse verso il portale e lo attraversò.
La Shadowhunter stava facendo la stessa cosa, ma Magnus corse verso di lei e la spinse via, non potendo permettere che anche lei finisse in quel regno a loro poco conosciuto.
Lo Stregone, a pochi passi dal Portale, tentò poi di chiuderlo, ma accade una cosa strana: fu come se il suo corpo fosse stato improvvisamente risucchiato all'interno.

L'ultima cosa che lo Stregone udì fu la voce di Clary che urlava e poi il buio.

Demigods in the ShadowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora