Luna
Erano passate ormai quattro settimane, tra lezioni, studio e nuove conoscenze, ma il massimo che la ragazza era riuscita a ottenere da Emma era un ciao, quando la incontrava... se era di buon umore.
Un giorno si decise e usando come scusa un caffè, le si avvicinò.
Erano in un'aula quasi vuota, usata per studiare... in effetti qualsiasi luogo, minimamente isolato, era un potenziale posto dove poter ripetere.
Quella stanza era particolarmente carina, grazie a grandi finestre entrava molto sole, i banchi erano leggermente inclinati e abbastanza grandi da far studiare più persone, ma anche separati di molto, così da rendere il tutto più comodo.
Luna prese coraggio e quando le fu accanto, chiese:
- Non sapevo quale prendere, lo preferisci macchiato o senza latte?
Bastò una sola occhiata dell'altra per pentirsi subito di quel che aveva fatto, ma non si mosse, non aveva mai ceduto a nessun tipo d'intimidazione e facendo molto sport, era abituata ai giochi psicologici.
Emma
Scocciata per quell'intrusione la guardò male, ma fu subito attirata dai bicchieri e amando il caffè rispose, ricomponendosi – lo prendo sempre nero e amaro.
- me lo ricorderò – disse Luna, sedendosi accanto a lei.
Non aveva nessuna intenzione di fare conversazione, ma per educazione si tolse una delle cuffie auricolari e continuò a disegnare.
Luna per fortuna inizio a studiare diligentemente, questo per almeno due ore, poi Emma cominciò a sentirsi a disagio.
Dopo essere stata seduta e ferma così allungo aveva notevolmente bisogno di una passeggiata.
- Vado a prendere un altro caffè, vieni con me?
- si arrivo – rispose l'altra, lasciando subito tutto.
Appena uscite si ritrovarono in cortile e si diressero verso le macchinette per il caffè.
Per i fortunati ignari di quel mondo è meglio specificare alcune cose... il Caffè è la droga più diffusa in qualsiasi università ed Emma non se ne lamentava.
Entrambe...
- Sei molto brava a disegnare – cominciò Luna, ormai stanca di tutto quel silenzio.
Emma non rispose, odiava essere osservata mentre disegnava e non sapeva mai come reagire ai complimenti.
Arrivarono alle macchinette, scelsero le bevande e solo dopo Emma riprese, cambiando totalmente argomento.
- Cosa studiavi?
- Ah non ne ho idea... è da ore che sto cercando di capirci qualcosa, purtroppo non sono mai stata brava in quella materia... - disse esagerando.
- Quale materia scusa? – chiese con un po' d'irritazione nella voce, infatti la ragazza non aveva risposto, totalmente, alla sua domanda.
- Analisi matematica – disse guardandola
Per un attimo, Emma si accorse della vicinanza tra loro due e schiarendosi la voce si allontanò appena, cercando una sigaretta nella borsa.
Con calma, come faceva sempre, trovò il pacchetto.
- Ti assicuro che non migliora, Eliza ci ha perso un sacco di tempo.
- Ah... Quindi avete risolto... - disse Luna cercando di non guardarla, stranamente avvertiva un certo disagio a parlare di Eliza, forse perché l'aveva vista piangere o scappare più volte da Emma, pensò.
L'altra invece si ritrovò a sorridere e sbuffare, per un momento.
- Già... quella stupida proprio non riesce a infuriarsi con me.
Continuarono a camminare per un po', poi trovarono posto su delle scale in ferro, Luna ancora con il bicchiere pieno, Emma con la sigaretta spenta e l'accendino in mano.
Stranamente il prolungarsi del silenzio non infastidì nessuna delle due, continuarono a parlare poco e lentamente, non accorgendosi del passare del tempo.
- È di certo una materia importante – riprese l'argomento Emma – Non hai nessuno con cui approfondirla?
- Non so a chi chiedere, posso sempre prendere gli appunti da qualcuna del mio corso.
- Vediamo... Stefano per caso? – Chiese la ragazza ora guardandola negli occhi... e avvicinandosi curiosa della sua reazione, era la prima volta che il nome del ragazzo spuntava tra loro.
La reazione fu ben visibile, Luna divenne subito rossa e dopo aver incontrato i suoi occhi abbassò lo sguardo.
- Anche voi avete quell'esame?
- Non parlate dei vostri corsi? – chiese ora, prendendola visibilmente in giro – ovviamente, quando siete insieme non studiate, fate altro.
- No! Cioè si, mi parla delle materie che studia, ma non in particolare – mentì girando la testa verso la ringhiera per evitare il suo sguardo.
Emma si appoggiò, istintivamente, con la testa alla spalla di lei e cominciò a ridere, ma sentendola irrigidirsi si scostò subito.
Si bloccò e riprese a fumare, sorridendo per nascondere, l'enorme e soprattutto inaspettata, delusione che ora provava.
La risposta di Luna era dovuta, però, a tutt'altro si era sentita presa in giro e aveva ricordato le parole che mesi prima la ragazza le aveva rivolto, quasi non aveva notato il suo gesto e la sua successiva reazione.
Si ritrovò a guardarla, osservandone il profilo la trovò ancora più bella e sentì una morsa nel scoprire quanto si sentisse inferiore, quando poi lei si girò e rimase impassibile nel guardarla, ricordò ancora quella sera fuori da quella galleria.
Lo stesso episodio ma poco prima di lasciarla, quando nell'oscurità non riusciva a distinguere il colore dei suoi occhi e le erano sembrati neri, ora invece si ritrovò a osservare due occhi marroni.
Emma
Cominciò a capire, era ora di smetterla, non poteva con lei e anche se fin ora l'aveva provocata senza quasi accorgersene doveva allontanarsi o almeno questo pensò, finché non incrociò il suo sguardo.
Girandosi verso di lei l'aveva beccata mentre la guardava, forse poteva comunque divertirsi un po'.
Con la sigaretta ancora tra le labbra sorrise e la vide sussultare, aspirò e poco prima di andarsene, soffiò il fumo verso il suo viso.
Senza girarsi, per vedere la sua reazione e scoprire quanto di quel gesto e del messaggio implicito le fosse arrivato, si allontanò, poteva scoprirlo un'altra volta.