Capitolo V

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Luna

Doccia... ho terribilmente bisogno di una doccia... ma cavolo è stato fantastico!

Questo pensava la ragazza mentre si avviava verso il suo migliore amico... era ancora preoccupata di aver fato scappare Emma... forse puzzava davvero.

- Stef e ora?? Voglio andare alla festa stasera... ma non così

Si guardarono per qualche minuto, entrambi sapevano cosa stava chiedendo

- No... assolutamente no.

- Cosa? - chiese Umberto

- Vuole farmi tornare in paese per farla cambiare... non puoi Luna.

Stefano scappò inseguito dall'amica lasciando Umberto a osservarli molto divertito.

Arrivarono fino al motore ancora più accaldati di prima ed era evidente come la ragazza avrebbe potuto chiedere il mondo e lui sarebbe corso a cercarlo... Naturalmente senza che lei si accorgesse di quanto potere avesse.

Lui era Stefano, il suo amico sempre gentile, sempre buono con tutti, perché mai avrebbe dovuto dubitarne?

Salirono e si avviarono verso casa.

Doccia... doccia... Luna ormai non pensava ad altro, si era subito innamorata di tutto, voleva tornarci al più presto, non vedeva l'ora di arrivare alla festa, ma quello che davvero aspettava era l'inizio delle lezioni... che secchiona che sono, si ritrovò a pensare.

Arrivato a casa di Luna, Stefano si stese sul divano esausto per tutto quello che aveva fatto... forse aveva speso solo un decimo delle energie che la ragazza aveva regalato a quel luogo, ma si sentiva molto più stanco di lei e ripensando a tutto gli venne da ridere... e quasi da piangere.

Luna invece non perse tempo, si buttò nella doccia e con molta calma cercava di tornare se stessa.

Penso e ripensò alla partita, amava il calcio e non giocava da troppo tempo!

Aveva conosciuto tanti ragazzi, naturalmente non si ricordava nemmeno la metà dei nomi... forse era un problema.

Uscita dalla doccia cominciò a vestirsi, prese un pantaloncino di jeans e le venne in mente quella ragazza conosciuta poche ore prima, non avrebbe mai avuto il suo stesso aspetto, ma poteva comunque metterli poiché faceva caldo.

Era indecisa su cosa abbinare, quindi per evitare di dover dare lei risposta all'immane dilemma uscì con solo i pantaloncini e il reggiseno, con una semplice maglia lunga e una camicia, ognuna in una mano per farle vedere a Stefano, il ragazzo prima sgranò gli occhi e poi girandosi verso la televisione, senza prestare attenzione disse semplicemente.

- ca.. la camicia

Luna felice se la infilò, butto la maglietta verso la porta della stanza, ancora aperta e saltò sul divano abbracciando il suo migliore amico.

- Sai questo fa molto bene alla mia autostima, ti voglio bene Stef

Ancora rosso e agitato la strinse e con un po' di delusione rispose semplicemente.

- Anch'io pazza – pensando che questo abbatteva totalmente la sua di autostima.

Emma

Squillo il telefono per l'ennesima volta e rimbombò per tutta la casa.

La ragazza si trascinò dal letto fino in cucina doveva aveva lasciato l'infernale oggetto che da ore ormai suonava...

Guardò l'orologio alla parete, erano le 19.42 chi poteva rompere a quell'ora? Il numero era sconosciuto, non rispose.

Vide chi altro l'aveva cercata così insistentemente, e comincio a sbuffare.

Tre chiamate di Eliza, quella ragazza doveva farsi una vita, una chiamata da parte di Liberty e sette dalla madre, solo l'ultima chiamata era da parte del numero sconosciuto.

Cominciò dalla peggiore mentre entrando nel bagno riempiva la vasca.

- Pronto? – rispose la voce femminile dall'altra parte del telefono

- Mamma... sono Emma

- Finalmente sono cinque giorni che non ti fai sentire – ipocrita, pensò

- Sto bene, ho avuto da fare con i documenti dell'università – mentì, ormai era diventata brava a farlo.

- Mi manchi piccola – forse anche lei era migliorata.

- Già... Scusa ho un po' da fare, mi sto preparando per una festa, proprio all'università, in effetti sono anche in ritardo.

- Oh... certo, volevo solo sentirti, chiamami presto... - Detto questo chiuse. Veloce e abbastanza indolore.

Prima di passare alla prossima versò un po' di bagnoschiuma nella vasca e andò in cucina per bere un bicchiere d'acqua.

Inoltrò la chiamata e dopo appena il secondo squillo si sentì rispondere

- Emma... oh Emma!

- Tutto bene?

- No... mi dispiace davvero Emma, non dovevo scappare così – la voce di Eliza usciva tremante, stava piangendo, quanto odiava le lacrime.

- Mi hai chiamato? Dormivo.

- Volevo sapere se uscivi... Volevo parlarti...

- Penso di rimanere in casa o passare per qualche locale

- Ma come non volevi mischiarti con le altre matricole? – in effetti questo la fece quasi sorridere... si ricordò perché le piaceva Eliza

- Sono tutte abbastanza deludenti.

- Dopo che hai conosciuto il meglio è difficile accontentarsi. – Quanto poteva aver ragione questa ragazza e contemporaneamente sbagliarsi totalmente... Emma aveva conosciuto il meglio, o almeno così le era sembrato ma non era lei.

- Sai, se fai in fretta facciamo in tempo a farci un bagno insieme e uscire per quella stupida festa... stavo per entrare nella vasca.

- Ehmm... ma sono ancora a casa mia...

- Pazienza a presto allora – Senza chiudere la chiamata fermò lo scorrere dell'acqua e svuotò la vasca... era inutile farla diventare fredda.

- Aspettami – disse semplicemente.

Ora poteva preoccuparsi di lei... mi ha chiamato pensò... e compose il numero.

Il telefono continuò a squillare a vuoto... chiuse, fece un respiro profondo per prendere coraggio e riprovò, nemmeno questa volta ebbe fortuna e rinunciò.

Lib è sempre stata così... poteva solo aspettare, era inutile insistere.

Le mandò un semplice messaggio "quindi mi pensi".

Attese altri cinque minuti e andò a riempire la vasca, non passò molto quando si sentì il suono del campanello, spense il telefono, e aprì a Eliza.

Mia immatura, imprudente, dolce... LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora