Emma
Come sempre di cattivo umore, era seduta su una panchina e leggeva un articolo sul telefono, aspettando un'amica in ritardo, se doveva attendere ancora per molto, lo sapeva se ne sarebbe andata.
L'amica era Eliza, la stessa che era sempre in anticipo, quando doveva andare da qualche parte con lei, ma ora era fidanzata con un'altra e per giustificarsi, le aveva mandato un semplice messaggio "mi hanno trattenuta, sto arrivando".
Poteva anche non uscire si disse Emma, avrebbe trovato qualcos'altro da fare.
Le si avvicinò una ragazza e cominciò a osservarla... come non irritarsi?
- Ti serve qualcosa?
- Cercavo una ragazza con i capelli blu.
- Trovata... ora dove andiamo? – disse scherzando.
- In un locale più giù, seguimi – e si allontanò... Emma non si mosse, quindi lei tornò.
La guardò interrogativa e dopo un po', non avendo risposte, chiese.
- Non vieni?
- Ho di meglio da fare.
- Tipo? Giocare col telefono?
- No – rispose semplicemente.
- Ah... Eliza non mi aveva detto che eri così... difficile. – disse esasperata e sedendosi accanto a Emma.
Era riuscita a ottenere la sua attenzione e ad aumentare la sua irritazione.
- Eliza? Ora manda le persone a prendermi?
- Si... ha detto che te ne saresti andata e non l'avresti aspettata.
- Forse questo non me lo dovevi riferire... era una sua confessione – ribadì ridendo
- Già... - disse abbassando lo sguardo e diventando rossa, per poi rialzarlo e incontrare quello di Emma.
- Io sono Chiara. Piacere. – le tese la mano, ma l'altra si limitò a guardarla.
Chiara era una ragazza alta, capelli corti e biondi, un viso abbastanza insignificante e un atteggiamento molto schietto e sicuro, compensava col carattere quello che non aveva in bellezza, ma si vedeva la sua insicurezza, almeno l'aveva notata Emma.
- Emma – disse semplicemente, alzandosi – dove andiamo?
Dieci minuti più tardi erano in un locale, con altri amici, in totale erano sette, ma non ricordava nemmeno un nome, poco male, quella che parlava più di tutti con lei era Chiara.
Finalmente arrivò Eliza, con la sua ragazza, Emma la guardò con un sorrisetto complice, che lei contraccambiò.
Uno scambio segreto di battute, che entrambe avevano capito, finalmente la ragazza aveva trovato qualcuno con cui essere felice... si spera, era ancora presto per dirlo, ma almeno aveva voltato pagina.
Sempre più rilassata, cominciò a osservare il locale e bere qualche bicchiere, finché verso la fine della serata cominciarono a essere sempre meno, chi se ne andava, chi cambiava locale.
Chiara le prese la mano e la costrinse a uscire, non era totalmente lucida e lo stesso Emma, ma l'aria fresca di fuori migliorò un po' la situazione.
- Parli... parli. – disse Emma, visibilmente instabile. – Prendiamo ancora un bicchiere.
- Scherzi? Andiamo a mangiare un boccone... o non arriviamo a casa.
- Casa... andiamo a casa mia.
- Mi offri qualcosa da mangiare?
- Non lo so...
- Vieni – disse ridendo la ragazza.
La prese ancora per mano e la accompagnò verso una paninoteca, ordinò due panini e glie ne offri uno.
Trovarono posto lì vicino su un muretto e sedute cominciarono a mangiare.
Emma ne mangiò appena un pezzo, il suo stomaco era già pieno, e rischiava di svuotarlo prima di finirlo.
Chiara invece divorò il panino e cominciò a sorseggiare una coca cola, guardandola.
Erano molto vicine ora, Emma le prese la coca e cominciò a bere, poi dopo le proteste della ragazza la restituì.
Le si avvicinò ancora e la baciò, poi si stese, con la testa sulle gambe dell'altra, non accorgendosi della sua reazione.
Il bacio era stato veloce, inaspettato, ma non respinto e Chiara ne era rimasta stupita.
Ancora brilla, ma abbastanza lucida cominciò ad accarezzare i capelli blu della ragazza.
Squillò il telefono, Emma lo ignorò, dopo qualche minuto vide il nome sullo schermo e mandò un messaggio "Allora mi pensi".
Si alzò, guardò l'altra e la baciò, questa volta più lentamente e intensamente.
Liberty le mancava terribilmente, ma era lontana, pensò prima di abbandonarsi a quella straniera.
Luna
Era seduta sul divano e guardava la televisione, fu raggiunta da Stefano e dopo un veloce bacio continuarono in silenzio a seguire il programma.
- Stef mi aiuti con un esame? – chiese all'improvviso
-...io? – rispose il ragazzo stupito.
- Si ovviamente. – disse esasperata
- Ma quella brava a studiare, tra noi, non sei tu?
- Già... ma si tratta di analisi, sai che non sono mai stata brava con la matematica
- Nemmeno io... ma siamo in due proviamoci – le rispose con un sorriso abbagliante.
Troppo abbagliante, pensò Luna con un po' di delusione... delusa perché?