Capitolo VI - Prima parte

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Luna

Aveva appena parcheggiato e le mandò un messaggio, erano quasi le nove di mattina e aveva dormito discretamente bene, anche se poco.

Era passata per il panificio sotto il suo appartamento e aveva comprato dei panini dolci, non poteva azzardarsi a portare un caffè su una moto, non sapeva nemmeno come fare.

Le aveva mandato un messaggio, aspettò ma non le rispondeva, quindi la chiamò... ancora niente, forse intendeva studiare nel pomeriggio come ieri, ma questa volta Luna non aveva intenzione di darle troppa corda e far decidere tutto a lei.

Prese un panino e seduta sulla sua Honda cominciò a mangiarlo, continuando a chiamarla, forse dormiva ancora.

Emma

Il telefono squillava da un po' e si costrinse ad alzarsi... che nausea, che mal di testa pensò appena mise il piede a terra.

Si guardò intorno, poi alle sue spalle e ricordò la serata appena trascorsa... che palle.

Prese il telefono e vide tre chiamate e due messaggi di Luna ... che palle.

- devi alzarti e andartene – disse alla ragazza ancora addormentata nel suo letto, togliendole il cuscino.

Chiara la guardò un po' spaesata e si rimise a dormire.

Emma entrò nel bagno, si guardò allo specchio e riempì un bicchiere d'acqua, tornò nella stanza e lo verso sulla testa della bella addormentata.

La scena fu quasi comica, lei con uno scatto si alzò e la guardo furibonda, ma subitò si pentì vedendo Emma e intimorita cominciò a balbettare.

- M-ma... g-gelida... perché?

- Non ti svegliavi, devi andartene – disse guardandola con uno dei suoi sguardi oratiuccido

Uscì dalla stanza e mandò un messaggio a Luna, aprendogli il portone e la porta di casa.

Poco dopo la ragazza entrò e la fece accomodare in cucina.

- Ho preparato il caffè, vado a farmi una doccia a dopo.

E se ne andò, appena in tempo per vedere le altre due ragazze che s'incrociavano.

Luna

Appena vide Chiara si pentì di essere passata di mattina o anche solo di non averla avvisata prima.

Non riuscì a dire niente, l'altra scappò praticamente dall'appartamento senza darle il tempo e senza commentare lei stessa.

Dopo essersi seduta cercò di pensare a qualsiasi altra cosa, ma non ci riuscì, tornava continuamente a guardare la stanza di Emma, da dove Chiara era uscita e la porta principale, dove la stessa era sparita.

Emma la raggiunse poco dopo, portando con sé l'odore di un dolce bagnoschiuma e servì il caffè in due tazze.

Il silenzio diventava sempre più imbarazzante e mentre l'altra la osservava lei si ritrovò a guardare il caffè, arrossendo sempre più.

- Mi dispiace, si costrinse a dire.

- E di cosa? Se sono fortunata mi hai fatto un favore – disse, quasi ridendo e chiudendo gli occhi assaporando il caffè.

- Non dovevo passare così presto, ma..

- Basta – la interruppe stiracchiandosi, la doccia le aveva fatto bene, ma la cosa migliore era stato il dileguarsi di Chiara.

- Ho portato dei panini – cercò di cambiare argomento

- Di mattina? – chiese sorseggiando ancora il caffè

- Sono al latte, prendine uno.

- Non amo i dolci

- Hai detto che devi chiedermi un favore no? Allora stai alle mie condizioni – Le disse con un sorriso ironico. Che lasciò l'altra molto colpita.

- Sai probabilmente non ho più bisogno del tuo aiuto – disse, ma addentò comunque uno dei panini.

Dopo poco cominciarono a studiare, entrambe prese da altri pensieri e quindi andandò più lentamente della volta precedente.

- Liberty è d'accordo se frequenti altre ragazze, oltre lei? – chiese di colpo.

Emma si era fermata per ricordare delle formule e controllarle sugli appunti e Luna non aveva resistito a dar voce a quel pensiero improvviso.

- Sei interessata? – chiese irritata Emma

- No... Sai Chiara... - disse tornando rossa, maledizione possibile che era perennemente in imbarazzo quando lei era nei paraggi?

Non ci fu nessuna risposta e rinunciò, sentendosi in imbarazzo.

Si fermarono dopo qualche ora e mentre Emma si accendeva una sigaretta, Luna cominciò a pensare, trovando sempre più domande da farle, ma non osando chiedere.

Fu Emma a parlare – Come va con Stefano?

- Bene – rispose troppo velocemente e con un altro sorriso falso.

- Quando hai intenzione di mollarlo?

- Perché dovrei – Disse Luna.

Emma la guardò e lei non poté far altro che distogliere lo sguardo.

- È solo una perdita di tempo.

- Cosa? – Emma aveva riottenuto la sua attenzione e le sorrise lasciandola senza fiato.

- No... io voglio bene a Stefano – disse con un filo di voce.

Emma

Squillò il telefono, ma fu ignorato come sempre, la ragazza si era alzata e dopo aver spento la sigaretta si era avvicinata all'altra.

Con una mano sulla spalliera della sedia di Luna e l'altra sul tavolo si sporse verso di lei, in un primo momento guardandola, ma quando l'altra si era girata per sfuggire dai suoi occhi, cominciò a sussurrare.

- Se vuoi posso aiutarti, andrà via com'è scappata Chiara oggi, ti devo un favore.

Il telefono ricominciò a squillare – Ri-rispondi potrebbe essere importante.

Emma sbuffò e rispose.



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Come promesso!

Mia immatura, imprudente, dolce... LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora