Un fiume che non smette di scorrere,
un mare nero che ti afferra la gola.
E mi chiedo se può soffocarmi,
se il suo peso può schiacciarmi
fino a spegnere la luce.Il corpo è una prigione con muri di vetro,
trasparenti ma solidi,
e ogni volta che mi guardo,
vedo le crepe,
non le mie,
quelle che mi hanno messo addosso.Vorrei essere come il vento,
che cambia direzione a piacere,
una nuvola che si dissolve,
una stella che si spegne e si riaccende.
Ma mi sveglio ancora in questa carne che non riconosco,
come una casa che non m'appartiene,
un vestito cucito su qualcun altro.Mi chiedo perché non posso semplicemente decidere,
come si cambia colore a una stanza,
come si sceglie un sentiero diverso.
Ma la pelle resta,
e ogni giorno mi consuma,
come un fuoco lento,
che brucia dall'interno.È un urlo che non trova voce,
un serpente che mi stringe e sussurra.
Eppure resisto,
mi aggrappo alle ore
come un albero solitario,
sperando che un giorno
il vento si pieghi a me,
che la marea si ritiri,
e io possa finalmente vivere,
essere me stesso,
senza dover combattere ogni respiro.
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Lo scrivo che è più facile (Poesie)
PoetryScrivere è come dipingere il cuore con parole, colori che spesso rimangono nascosti. Un canto silenzioso che riempie l'anima di sfumature delicate e profonde, come il sole che, al tramonto, bacia dolcemente il mare. ¡¡TW!! "Non esiste un modo giusto...