"Tanto, in qualunque corpo ti facevo,
non eri contenta,"così ha detto mia madre,
e ho sentito il peso del mondo
cadermi addosso.Mille semi a terra,
uno per ogni giudizio, ogni sguardo,
come se il frutto che sono fosse sbagliato,
troppo duro da rompere,
troppo nascosto, troppo lontano.Eppure, cresco
tra le maglie di una pelle cucita stretta,
mentre il cuore pulsa troppo forte,
schiacciato dai suoi stessi semi.Io, incastrata tra mondi,
che non so se crescere o svanire,
se divorare o lasciarmi divorare.Io sbuccio il mio corpo
come si fa con un melograno,
strato dopo strato,
fino a restarne senza,
scavo dentro,
mi afferro a questa fame
che morde, che avanza,
che sembra dirmi che c’è ancora spazio, ancora vuoto.Ma non vedo la mia pelle che scolora,
le mie ossa che si fanno fragili,
leggere come foglie,
non sento questo peso che svanisce,
non vedo i capelli cadere.E continuo, madre, senza sapere,
nel desiderio di trovarmi
mi spengo, lentamente,
lasciando cadere i miei semi nel buio,
macchiando la tovaglia bianca
con il loro succo rosso,
ormai sangue.
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Lo scrivo che è più facile (Poesie)
PoetryScrivere è come dipingere il cuore con parole, colori che spesso rimangono nascosti. Un canto silenzioso che riempie l'anima di sfumature delicate e profonde, come il sole che, al tramonto, bacia dolcemente il mare. ¡¡TW!! "Non esiste un modo giusto...