03. Crisi

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Ero tornata in casetta da poco, reduce dalle lezioni della mattina, quella di classico e di modern. Ero seduta sulla panchina bianca all'ingresso della casetta ad ascoltare un po' di musica.

Nell'istante in cui alzo lo sguardo, vidi Gabriele entrare in casetta con un'aria disturbata. Mi tolsi le cuffiette ed entrai in casetta, un po' per aiutare Rebecca a cucinare, un po' per capire cosa avesse per la testa.

"Hai iniziato a provare il compito?" chiese Rebecca non appena chiusi la porta. Appena Sienna mi vide, mi rivolse un sorriso e mi abbracciò.

Non conoscevo nessuno per bene, ma tra tutti Sienna, Alessia e Rebecca erano quelle con cui avevo legato maggiormente. Speravo solo ci sarebbe stato il tempo necessario per conoscere bene tutti quanti.

"È tosta. Però dai..."

Affiancai Rebecca e cominciai a sbucciare l'aglio per metterlo in padella assieme all'olio.

"È difficile però credo che lavorandola potrà essere fattibile."

Alzai lo sguardo per un secondo e notai l'espressione demoralizzata di Gabriele. Effettivamente ricevere un compito la prima settimana non era il massimo, ma l'ultima cosa da fare era abbattersi.

Presi le cipolle e iniziai a tagliarle. "Non pensare già al peggio. Vedi il compito come una crescita." gli dissi senza pensare troppo alle parole. Lui mi guardò con le sopracciglia aggrottate. "Beh la Celentano non mi ha visto ballare così tanto. Avrei capito il compito tra 2 settimane forse." ribattè lui mentre si sistemava i capelli.

Io e Rebecca ci scambiammo uno sguardo ma nessuna delle due parlò. Era complicato parlare a Gabriele di certe cose; personalmente mi sembrava di parlare con un pezzo di cristallo, che se spingendolo troppo poteva distruggersi in mille pezzi.

***

Per il giorno dopo non erano previste lezioni per me, tranne quella di classico, ma alcune sale erano libere, quindi decisi di approfittarne dal momento che in casetta l'unica alternativa al dormire e parlare era pulire.

Per la puntata mi erano state assegnate 2 coreografie, una di modern e una di heels. Non sapevo se provarle entrambe avrebbe fatto al caso mio, ma poco importava.

Il mio più grande timore era arrivare in puntata impreparata o incerta su una coreografia. Per me era automatico pensare al serale; se ci fossi arrivata avrei dovuto provare almeno 7 coreografie a settimana. Dato che a stento riuscivo a prepararne una, c'era da lavorare.

Sospirai e bevvi un sorso d'acqua per poi sfilarmi la maglietta, rimanendo in top. Tirai su anche la parte sinistra dei pantaloni per far prendere aria al ginocchio. Eh già, scivolando mi ero grattata via chissà quanti strati di pelle ma non era uscita neanche mezza goccia di sangue.

Ritornando alle coreo. Quella di modern non era problematica quanto quella di heels. Non avendo mai ballato sui tacchi sarebbe stata una doppia fatica. Da una parte ero contenta dell'assegnazione, dall'altra ero paranoica a livelli estremi.

Mi sistemai il microfono al collo e sospirai e poi mi misi i tacchi e quasi non caddi a terra dopo un passo.

La provai un paio di volte e comunque non mi sentivo soddisfatta. Mi sedetti a terra e mi guardai allo specchio. Sembravo reduce da un'apocalisse per non dire di peggio. Capelli spettinati, guance arrossate e fradicia di sudore.

Mi sistemai i capelli e subito sentii la porta aprirsi. Aggrottai le sopracciglia e vidi Pietro in piedi di fianco alla porta.

𝙡'𝙖𝙣𝙞𝙢𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙖 | TrignoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora