‖ 𝐃𝐞𝐞𝐩 𝐌𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬 🕰️ ‖ ‖ 𝐍𝐞𝐰 𝐄𝐧𝐭𝐫𝐲 👤‖ ‖ 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭 𝐒𝐭𝐫𝐮𝐠𝐠𝐥𝐞 🕳️ ‖
‖ 𝐏𝐨𝐢𝐧𝐭 𝐎𝐟 𝐕𝐢𝐞𝐰 🔄‖ ‖ 𝐅𝐨𝐫𝐬𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐢𝐧𝐠 𝐖𝐡𝐢𝐬𝐩𝐞𝐫 🌫️‖____________________________________________________________
⚠️ 𝐖𝐀𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆 : Tengo a specificare che questo capitolo, nonostante l'importante trama, potrebbe risultare pesante, cruleo e poco etico. Sconsiglio la lettura ai più suscettibili ed impazienti e li esorto a continuare con il capitolo Ⅺ di "Chasing the Sunset".
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👀 𝐍𝐎𝐓𝐀 𝐁𝐄𝐍𝐄 : Il simbolo ⟪?⟫ nell'ultimo paragrafo di questo capitolo memories indica un passato imprecisato, parallelo alla linea principale dell'Orfanotrofio. I personaggi potrebbero essere / non essere gli stessi. Auguro buon lavoro di approfondimento.
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‖ 𝐀𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 🎲‖
____________________________________________________________«𝐻𝑜𝓂𝑜 𝓃𝒶𝓉𝓊𝓈 𝑒𝓈𝓉 𝓊𝓉 𝒾𝓃 𝓋𝒾𝓉𝒶 𝓂𝒾𝓈𝑒𝓇 𝓈𝒾𝓉»
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Il Dottore fumava una sigaretta affacciato alla finestra. Al tavolo, sedevano la Mamma e la bambina. La stanza delle punizioni era illuminata dal sole estivo e dal suono delle cicale, mentre fuori faceva caldo e molti dei bambini giocavano in giardino.
La Mamma indossava il grembiule bianco da dottoressa e aveva lo sguardo stanco. La bambina si dondolava sulla sedia e si fissava i sandali. Aveva gli occhi di un azzurro intenso e sembrava cantare una canzoncina sotto labbra.
«Amore, ti sei divertita in giardino?» chiese la Mamma, sorridendole con la testa appoggiata sul tavolo. «Hai raccolto tanti fiori e li hai regalati agli altri bambini?».
La bambina annuì e continuò a dondolarsi.
Il Dottore buttò il mozzicone di sigaretta per terra e lo pestò con il piede. Quindi, si pulì i piccoli occhiali e riprese parola. Il suo fu un discorso molto lungo e articolato, la Mamma e la bambina non capirono quasi niente. Alla fine il Dottore, soddisfatto, fece loro alcune domande fumando un'altra sigaretta: il suo taccuino si riempì delle solite, strane scritte.
I tre uscirono dalla stanza delle punizioni sul tardo pomeriggio, dal giardino provenivano schiamazzi e le risate delle cicale. Il sole era calato verso ponente.
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Il Dottore sedeva su una delle panchine del giardino e guardava i bambini giocare.
Uno, in particolare, con un ramo in mano, rivoltava la terra e cercava i vermi. I suoi gesti erano energici e prepotenti: con i sassolini che trovava schiacciava le foglie per farne uscire la linfa e poi li lanciava in alto. Una bambina, accovacciata per non far sporcare la veste bianca, lo guardava poco distante. I due si lanciavano brevi occhiate ed erano molto attenti ai gesti dell'altro. Quando il bambino gridò di vittoria alla scoperta di un insetto viscido e lungo, lei si portò le mani alla bocca e guardò ammirata la preda.
«Mais c'est fantastique» commentò il Dottore, interessato. Si sporse in avanti e si accese una sigaretta. Il coraggio del bambino di mettersi il lombrico sul collo gli ricordò la temerarietà di un suo amico d'infanzia, quando aveva afferrato una biscia nel giardino della scuola e l'aveva sbattuta più e più volte contro il muricciolo di pietra. Addirittura il maestro, così grosso, era arretrato. Ma lui aveva continuato a giocarci, impavido, frenetico. Quel bambino aveva la stessa arroganza verso il pericolo del suo amico d'infanzia.
La bambina cercò allora di avvicinarsi al compagno, sorridendo. Il Dottore distolse lo sguardo mentre le signore accorrevano per separarli. Il Dottore sentì una di loro sgridare il bambino con rabbia perché aveva lanciato un sasso verso la faccia della bambina. Questo negava e urlava e cercava di scappare.
Il Dottore buttò il mozzicone di sigaretta e lo affondò nelle zolle del terreno. «Sciocco bambino» disse, assorto. «Quando capirai che nella vita la superbia è il peggiore dei peccati, sarà troppo tardi».
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⟪?⟫
‖ 𝐀𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 🎲‖
Nel ricordo, la voce della madre è calda.
«Caro, se c'è una cosa che ho imparato dalla vita, è che a nessuno importano i tuoi problemi. Purtroppo, dovrai affrontarli sempre da solo» disse. Stava bevendo una tisana come era solita fare prima di andare a dormire. «Per questo devi imparare a resistere. Soprattutto quando commetti errori, quando è colpa tua».
Indossava l'uniforme da dottoressa e il suo seno ansimava stanco sotto il camice. «Non ci vediamo quasi mai. Sono sempre in ospedale e all'Orfanotrofio. Raccontami cosa è successo oggi, parlami di qualcosa. Hai un livido sulla tempia, non credere che non me ne sia accorta» cercò di ridere, «rimango pur sempre una dottoressa».
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
Lei inclinò la testa. «Mi piacerebbe sapere di più» mormorò, e la sua voce si affievolì. «Cosa ti fa arrabbiare, cosa ti rende felice. Tutto quello che pensi e che io mi perdo...»
«Non è nulla di importante, mamma».
La madre sorrise, triste, accarezzando la tazza tra le mani. «E tu come fai a saperlo? Magari è tutto quello che conta davvero. Forse sono i dettagli, quelli piccoli, a essere i più importanti. Magari è proprio questo che dovrei sapere, quando alla sera mi accorgo di aver passato tutta la giornata a occuparmi della vita degli altri e non della tua».
Il ragazzo non rispose. Sentiva che il respiro della madre iniziava a rallentare.
«Forse è colpa mia se credi che i tuoi pensieri non valgano abbastanza da essere raccontati» sussurrò lei.
«Ho litigato con un mio compagno di classe» mormorò, fissando i suoi capelli scuri. Lei aveva appoggiato il viso sul tavolo e il suo respiro era diventato regolare e lento. Il ragazzo rimase in silenzio a guardarle il collo. «Ho litigato con uno» ripeté, ma la madre stava dormendo. Nella tazza, la tisana rimasta oscillava al minimo cambiamento d'aria.
La prese tra le braccia. Il suo profumo la avvolgeva, mentre le ciglia gli solleticavano il braccio. Pareva estremamente leggera. Il ragazzo la sdraiò sul letto togliendole il camice e il corsetto. Per un istante, guardò il corpo della mamma, le sue labbra umide di sonno e il movimento quasi impercettibile del suo reggiseno.
Il ragazzo la coprì con le lenzuola e uscì dalla stanza.
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𝐂𝐇𝐀𝐒𝐈𝐍𝐆 𝘵𝘩𝘦 𝐒𝐔𝐍𝐒𝐄𝐓
RomanceNel st. Ethelbert High College, sono in molti a nascondere il proprio passato. Nelle biblioteche si sussurrano segreti, la pioggia autunnale cela tradimenti. Si mente per amore. Theos ripudia tutto ciò. Odia il falso e l'egoismo dei romantici, la lo...