Prologo~

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Osservo il paesaggio scorrere fuori dal finestrino, mentre nelle cuffie echeggia la voce degli Arctic Monkeys. Tutto sembra così dannatamente monotono. Quando c'è scuola, i giorni sembrano essere una ruota infinita che gira sempre nella stessa direzione, ripetendosi all'infinito. Scendo dal bus e mi avvio verso l'edificio scolastico. Non sono una studentessa brillante, forse lo sarei se mi impegnassi di più. Non prendo insufficienze, ma sono sempre nella media. Odio la scuola, o perlomeno la mia. Qui, per ottenere dei bei voti devi davvero sudarteli. A meno che tuo padre non sia un famoso avvocato o un medico; in quel caso, puoi anche iscriverti senza frequentare e avere comunque una media impeccabile.

Tra gli studenti la situazione non è migliore. Devi essere sempre perfetto, altrimenti ti ritrovi addosso sorrisetti divertiti, che di divertente non hanno proprio nulla. Mi chiamo Noah, ho sedici anni, e studio in un paesino di poche anime vicino Roma. Non sono una di quelle ragazze tutte rosa e pizzi: amo i jeans baggy e i felponi oversize. Il mio nome non passa inosservato, lo so. Prima della mia nascita, si pensava che sarei stata un maschietto, e invece... eccomi qui. I miei genitori hanno deciso di lasciarmi questo nome perché mia madre, essendo per metà americana, convinse mio padre che anche le ragazze in America possono chiamarsi Noah.

Raggiungo la mia classe e mi siedo al solito posto, gettando lo zaino senza troppa cura. Quest'anno non sono stata fortunata: ho preso il primo banco, quello più visibile e odiato da tutti. L'unica cosa che lo rende sopportabile è la presenza della mia migliore amica accanto a me. Oggi è una di quelle giornate infinite: dobbiamo rimanere a scuola fino alle quattro per un progetto di arte, che eviterei molto volentieri se non fosse necessario per ottenere crediti.

La mattinata scorre senza sorprese, tra lezioni noiose e un costante senso di stanchezza. Alle due ci spostiamo nell'altra sede della scuola per lavorare al progetto. Entro in aula e noto che i banchi sono tutti vuoti, tranne uno. Decido di sedermi accanto a una ragazza che non avevo mai notato prima. Aveva un'aria interessante e uno stile che colpiva subito. Quando la mia migliore amica arriva, le chiedo se la conosce, e con mia grande sorpresa scopro che è la figlia della prof di arte.

Ovviamente, il pomeriggio la cerco su Instagram. Non mi aspettavo nulla, ma quando trovo il suo profilo, è come se avessi davanti un angelo. Avevamo troppo in comune: la musica, i film, persino lo stile. Ma non mi illudo. Lei è più grande di me di un anno, e questo significa che presto lascerà questa scuola. Ha dei capelli ricci stupendi e un viso perfetto. Però non credo che sia lesbica, né tantomeno bisessuale... ma il danno ormai era fatto. I miei pensieri andavano solo a lei.

Quando la giornata finalmente finisce, mi ritrovo di nuovo sul bus, con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo perso fuori dal finestrino. La musica, che fino a poche ore fa sembrava rendere tutto monotono, ora è solo un sottofondo lontano. Non riesco a pensare ad altro se non a lei. Continuo a ripassare nella mia mente ogni dettaglio: il modo in cui si muoveva, il suo sorriso quasi distratto, quel leggero ondeggiare dei capelli ricci ogni volta che inclinava la testa. Sembrava così distante, quasi irraggiungibile, eppure per qualche motivo non riesco a togliermela dalla testa.

Mi chiedo se abbia mai notato qualcuna come me, o se per lei sono solo una ragazza qualsiasi in mezzo a tanti altri volti che incontra ogni giorno. Forse, per lei, oggi è stato solo un normale pomeriggio di scuola, mentre per me... è stato qualcosa di più. Mi sento come se fossi sul punto di cadere in un abisso, uno di quei buchi neri di pensieri e speranze irrealizzabili che ti catturano quando meno te lo aspetti.

Mentre il bus procede verso casa, il cielo si tinge di rosa e arancio, ma la mia mente è troppo occupata per notare la bellezza del tramonto. Non so nemmeno se riuscirò a dormire stanotte. Continuo a chiedermi come sarà vederla di nuovo, come reagirò la prossima volta che entrerà in aula e ci ritroveremo sedute vicine. Non mi ero mai sentita così prima d'ora, e non so nemmeno da dove cominciare per capire cosa significhi.

Quando arrivo a casa, salgo in camera mia senza dire una parola. Chiudo la porta e mi lascio cadere sul letto, fissando il soffitto. Non so come, ma qualcosa è cambiato oggi. So solo che da questo momento, tutto mi sembrerà diverso. Lei è nella mia testa, e non ho idea di come farla uscire.

N/A

*Spero che questa prima parte possa piacervi,come ho scritto nella descrizione della storia,non é solo fantasia ma é tratta da una storia reale che sta accadendo a me in questo periodo,grazie a chiunque leggerà ed apprezzerà questa storia.🫶🏻

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