LUKEmezz’ora prima:
Suono il campanello della casa di Nora. Non vedo l’ora di vederla.
Oggi ho passato tutta la giornata con il sorriso sul volto e finalmente adesso è arrivato il momento.Speravo che mi aprisse proprio lei la porta, con i suoi occhioni innocenti e le labbra screpolate, ma davanti a me mi ritrovo la figura del mio migliore amico.
“Ehi Luke, immagino sei venuto qua per mia sorella. Da quando siamo qui non fai che stare con lei” mi saluta Justin con un sorriso allusivo.
Io lo fulmino con lo sguardo e gli intimo di stare in silenzio. Ho paura che lei possa sentirlo e farsi strane idee.
“Tranquillo non può sentirti, non c’è da tutto il pomeriggio.” Appena pronuncia le ultime parole rimango immobile per un istante, parecchio confuso e un po’ spaventato.
“Dov’è andata?” domando con uno strano tono.
Quando si parla di lei, spesso lo assumo.“Subito che ti spaventi!” mi rimprovera con teatralità. “Stai tranquillo e goditi il sole.”
Lancio uno sguardo in alto e noto il cielo oscurato. Ripongo nuovamente gli occhi nei suoi e ad alzo un sopracciglio. Appena mi inquadra, sbuffa contrariato.
“Smettila di scherzare, J. Dov’è Nora.”
“È uscita con Celeste, la sua migliore amica. Mi ha scritto che ora sono a casa sua insieme a Storm.”
Fatico a deglutire. “Chi è Storm?”
Lui mi guarda mentre prende posto sulla poltrona e scoppia a ridere.
“Ti prego non fare queste scenate di fronte a lei o potrebbe scappare via da te, ti avverto. Comunque è il suo cane, non hai nulla da temere.”Sbuffo perché sembro patetico con questa infondata gelosia.
“Cosa stavi facendo?” domando per curiosità.
“Mi sto rilassando. Questi primi giorni di lavoro sono estenuanti, anche se mi piace il posto come segretario.”
“Sono contento che sei riuscito a fare ciò che volevi. Mi ricordo ancora anni fa che mi dicesti queste esatte parole…”
“Quali?” chiede con curiosità. Non posso non collegare che questo tratto di personalità lo ha anche la mia lucciola.
“Un giorno” dico imitandolo con una mezza risata “voglio suggerire ai miei clienti le giuste combinazioni di colori per la loro casa, ed eviterò come la peste gli immobili con il bagno cieco.”
Lui scoppia a ridere ancora di più, ricordandosi come me i vecchi tempi dell’università.
“Sai un po’ mi manca studiare lì, ma allo stesso tempo sono contento di essermi laureato. Penso di dover ancora smaltire tutto lo stress che ho provato negli ultimi mesi.”
Concordo appieno. L’università era sogno di entrambi e quando ci siamo confidati di aver scelto la stessa ci eravamo promessi di avere la stessa camera e soprattutto di supportarci a vicenda e a motivare l’un l’altro.
STAI LEGGENDO
You saved me
Short StoryDa quando suo fratello è partito per l'università, Nora soffre di solitudine e sua mamma fa di tutto per umiliarla e metterla a disagio. Tutto cambia quando suo fratello Justin e il suo migliore amico Luke tornano a vivere nella loro città natale. L...