6. Scacchi

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NORA

Durante gli ultimi giorni di lezione, Justin e Luke si alternarono con i passaggi per l’università così che non avrei avuto problemi con gli autobus.

Il primo alla mattina e il suo amico al pomeriggio. Spesso mi chiedeva di fermarci alla gelateria o di farci una passeggiata al parco, ma la maggior parte delle volte negavo l’offerta a causa della costante stanchezza e per la mole di studio che avevo.

Questi erano solo due dei tre motivi per cui ho declinato; l’ultimo motivo sono state le mestruazioni.

Posso descriverle con molte parole, ma mi limiterò a tre: dolorose, frequenti e distruggenti.

Fortunatamente stanno per terminare, giusto in tempo per l’inizio della sessione di studio. Devo preparare l’esame. Nonostante gli argomenti siano ben fissati nella mente ho bisogno di ampliare le mie conoscenze per avere non solo un buon risultato, ma uno eccellente.

Il mese scorso quando mi sono iscritta ho deciso di mettere lo studio al primo posto, sopra ogni cosa, gli unici che mi farebbero cambiare idea sono Justin e Celeste.

Lei l’ho conosciuta al liceo e col tempo abbiamo stretto amicizia sempre di più fino a che non ci siamo presentate l’una con la famiglia dell’altra.

Molto spesso mamma mi mette a paragone con lei, non solo dal punto di vista caratteriale facendo riferimenti alla sua gentilezza spontanea, ma soprattutto dal punto di vista fisico, dato che nel tempo libero lei balla e con gli anni ha plasmato il suo fisico.

Fino a quel momento non avevo avuto bisogno di mettere in confronto la mia pancia arrotondata e i miei fianchi pronunciati finché non disse la sua opinione con parole talmente credibili che ho iniziato a credere di essere sbagliata e fuori luogo davanti a Celeste e agli altri.

Col passare del tempo mi sono rivista nei suoi commenti come gonfia e piena davanti alle persone e specialmente nella mia camera in cui certe volte volevo rompere lo specchio e strappare i vestiti dalla pelle dai quali mi sento soffocata e bloccata.

Per queste ragioni spesso mi guardo allo specchio fissandomi attentamente, mentre per i vestiti ho iniziato a prediligere tute e felpe al posto di jeans e maglie.

Non è facile accettarmi in contesti pubblici in cui ogni volta che poso gli occhi su qualcuno mi sembra di vedere solo delle divinità in confronto a me che assomiglio più a un mostro col pigiama.

Spesso Justin mi ricorda che la vera bellezza l’abbiamo dentro, ma forse i ragazzi si fermano alle apparenze perché nessuno si è mai fermato a guardarmi meglio.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono della porta che si apre di scatto.
Vedo mia madre sull’uscio con un’espressione tra il serio e l’arrabbiato.

“Celeste è qui, non mi avevi detto che uscivi.”

“Mi sono dimenticata, scusami.” Lei alza gli occhi al cielo e borbotta qualcosa che non sento.

Pochi minuti dopo sono in salotto con la giacca sulle spalle e la borsa in mano.

Io e Celeste salutiamo mia mamma che rivolge un sorriso radioso solo alla mia amica. Con una morsa allo stomaco mi richiudo la porta alle spalle e lieve sospiro mi esce dalle labbra.

“A quanto pare non è cambiata tua mamma. Non so come fai a sopportarla” ammette.

“Ora c’è Justin per fortuna e sarà più piacevole vivere con lei” dico anche se con una nota d’incertezza.

💗

Non ricordavo che fosse così bello camminare senza pensieri intrusivi assieme a Celeste.
Nonostante non sia una giornata soleggiata non fa molto freddo, perciò continuiamo a girovagare tra le strade e a fermarci alle librerie mentre sorseggiamo un caffè.

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