16. Chiacchiere a pranzo

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NORA

Andiamo sul divano e mentre scelgo il film sulla TV, lui prende le coperte e prepara degli snack.

"Io sono pronto, hai già scelto?" mi chiede mentre posa sul tavolino un vassoio di muffin al cioccolato e due bicchieri con la spremuta d'arancia.

"Scegli tu, l'ultima volta ho deciso io."
La mia però era più una preghiera perché sono molto indecisa.

"Sei tu l'ospite. Mi sembra giusto che la decisione spetta a te?"

"Mh" mugugno.

"Lucciola, che succede?"

Sto in silenzio. Non ho molta voglia di parlare, mi viene quasi da piangere e non capisco neppure il perché.

Luke è qui con me, mi ha salvato dal temporale, mi ha curato, ma in questo momento mi sento strana. Forse un po' mi pento di essermi fatta curare in quel modo... o forse no.

Alla fine non c'è stata malizia nelle sue intenzioni e lui è sempre stato rispettoso nei miei confronti. Sento di potermi fidare e il pensiero che lui mi tratti di nuovo come prima... mi fa sentire stranamente bene, amata.

"Tutto bene, Nora? Hai voglia di condividere i tuoi pensieri?"

Scuoto la testa mentre la chino fissando le mani che tremano appena. Non capisco il perché.

"Ho capito. Scelgo io."

Opta per un film d'animazione molto allegro che mi distrae dai miei pensieri intrusivi, ma appena questi ritornano, delle lacrime scendono dalle guance e gli occhi diventano lucidi.

Tento di scacciarle via, ma Luke mi vede, si avvicina e mi passa un muffin. Sorrido appena e gli do un morso, ma il sapore di cioccolato non fa passare la tristezza purtroppo.

"Io sono sempre pronto per ascoltarti in qualsiasi momento."

Annuisco e appena deglutisco il boccone mi appoggio alla suo petto cercando conforto.
Vorrei parlare, davvero, ma ci sono volte in cui mi vergogno di ciò che sono e delle sensazioni che provo perciò rimango zitta e tento di farmi capire con i gesti.

Vorrei che la gente provasse a capire e a non giudicarmi come se fossi immatura o stupida.

Torno a concentrarmi sul film, ma i colori sgargianti e le voci melodiose, mi cullano e le palpebre iniziano a pesare.

Non mi ero neppure accorta che per tutto questo tempo, Luke aveva preso il mio muffin e lo aveva riposto sul tavolino, siccome ho ancora un po' di nausea.
Subito dopo ha cominciato ad accarezzarmi il cuoio capelluto con lentezza e ad attorcigliare amorevolmente le ciocche dei miei capelli sulle sue dita.

Il respiro si fa pesante e dei mugolii di apprezzamento escono dalle mie labbra. Lo sento ridacchiare piano fino a quando la sua voce mormora:
"Notte, lucciola."

💗

La prima cosa che sento è il freddo. Il corpo caldo di Luke è stato sostituito da un cuscino non molto accogliente.

Mugugno qualcosa e schiudo la bocca, ma sento qualcosa di umido sul cotone del cuscino.

Non ci credo, ho sbavato.
Luke mi compare davanti e la sua voce mi costringe a riaprire gli occhi.

"Buongiorno, lucciola. Hai dormito bene?"

Io per tutta risposta abbasso le palpebre e con dei borbottii esprimo tutto il mio disaccordo.
Lo sento ridacchiare.

"Forza, il pranzo è pronto."

Mi rigiro tra le coperte e schiudo nuovamente gli occhi con fare assonnato. Dio, mi scoppia la testa. La sento pulsare, ma sembra che la febbre sia scesa.

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