Capitolo 22

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❝ Un sogno che si ripete ❞

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Un sogno che si ripete

Monza, settembre 2024

Finalmente, dopo una giornata intesa nel paddock, si torna in albergo. Purtroppo, le qualifiche non sono andate benissimo e per questo Charles non è contento.

È da quando siamo partiti dall'autodromo, che Charles non parla, si limita a guidare con lo sguardo fisso sulla strada. Ogni tanto, mi volto verso di lui, cercando di catturare uno sguardo, un cenno, qualcosa che mi faccia capire cosa stia pensando. Ma Charles è una maschera impassibile, serrato nella sua frustrazione. Le sue mani stringono il volante, le nocche bianche, come se stesse cercando di controllare qualcosa di più profondo della rabbia.

Decido di rimanere in silenzio anche io. Non ho mai visto Charles così dopo una qualifica, o forse sì, ma non quando siamo soli. Ho imparato a riconoscere i suoi silenzi, i modi in cui si chiude quando sente di aver deluso le sue aspettative. Eppure, vederlo così mi fa male. Vorrei potergli dire che tutto andrà bene, che domani è un nuovo giorno, ma so che adesso quelle parole non servirebbero a nulla.

Ma se so che le parole adesso non servirebbero a nulla, posso comunque fare qualcosa per fargli sentire che ci sono. Lentamente, appoggio la mia mano sulla sua, posata sulla sua gamba destra, cercando di trasmettergli tutto il mio sostegno in quel semplice gesto.

Charles abbassa lo sguardo verso le nostre mani intrecciate, e per un attimo il suo viso si distende, come se il mio gesto riuscisse a spezzare, almeno in parte, quel muro di tensione. Il suo respiro si fa più profondo, quasi un sospiro, mentre con l'altra mano si passa le dita tra i capelli, chiudendo gli occhi per un istante.

Rimaniamo così, in silenzio, mentre il peso di quella giornata sembra iniziare a scivolare via, anche se lentamente. Dopo qualche istante, Charles si volta verso di me e il suo sguardo è un misto di gratitudine e stanchezza.

«Grazie» mormora, con un tono basso, quasi impercettibile

Non serve aggiungere altro, e io gli accenno un sorriso.

Non appena arriviamo all'entrata dell'albergo, la macchina viene subito circondata da una grande folla di tifosi, gli sguardi pieni di entusiasmo, pronti a porgere cappellini, foto, e ogni tipo di oggetto da far autografare. Charles osserva la scena e sospira, rimettendo per un attimo la sua maschera da pilota, quella che deve indossare per il mondo esterno, anche se è visibilmente stanco.

«Non sei obbligato a fermarti, lo sai» dice Andrea, con un tono paziente «Possiamo entrare direttamente, se preferisci»

Charles osserva i volti dei fan oltre il vetro, e lo vedo esitare per un istante. Con un sospiro, tira su le spalle, accennando un mezzo sorriso.

«Loro sono sempre qui» mormora quasi tra sé, poi si gira verso di noi, cercando di minimizzare «Sarò veloce»

Prima che io o Andrea possiamo dire altro, Charles posteggia la macchina in mezzo al parcheggio privato, apre la portiera e scende, accolto subito da un'ondata di entusiasmo. Io e Andrea ci lanciamo uno sguardo d'intesa, e lui, con un cenno del capo, decide di salire al posto del guidatore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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