3 - Compleanni

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Hill Carter si era svegliato alle nove in punto, come ogni mattina. Non gli era mai piaciuto fare il ragazzo nato stanco che dorme dodici ore al giorno. Era abituato a svegliarsi presto (anche prima delle nove, quando si addestrava con suo padre) e così aveva deciso di mantenere quell'abitudine.
Si era infilato in bagno per una rinfrescata, poi aveva indossato un completo sportivo nero ed era uscito di casa.
Al piano di sotto, la sua famiglia era riunita a fare colazione e a discutere di quelle che lui definiva frivolezze.
Entrando, aveva salutato con un buongiorno generale, poi si era seduto al suo solito posto ed aveva iniziato a mangiare i suoi biscotti preferiti. E mentre lo faceva, si era dato ai cruciverba. Era un passatempo tipicamente umano e il resto della sua famiglia non capiva come potesse piacergli.
Lui non si era mai degnato di dare spiegazioni. Semplicemente pensava che fosse un buon passatempo per tenere la mente in allenamento. E poi, anche se loro erano dei cacciatori, erano comunque "umani". Inoltre era diventato bravissimo, ormai. Gli bastavano venti minuti, anche meno, e risolveva un cruciverba e terminava la sua colazione.
Quando aveva finito, aveva lasciato il giornale sul tavolo e si era alzato.
Aveva raggiunto la porta e aveva fatto per aprirla, quando era stato fermato.
-Tesoro.- Era sua madre, impossibile non riconoscerla.
Lui si era voltato. -Si?-
-Dove stai andando?- gli aveva chiesto Karen.
-A correre con Hoshi, come tutte le mattine- aveva risposto lui.
Allora la donna si era avvicinata e gli aveva passato una mano fra i capelli,  sistemandoli.
-Mamma...- aveva piagnucolato lui, con tono infantile. Quel gesto gli dava fastidio e lo faceva sentire ancora piccolo.
-Tesoro, avevi i capelli in disordine. Non potevi uscire, conciato a quel modo- si era giustificata lei.
-Ma sto andando a correre. Mi spettinerò comunque lungo la strada. Ecco perché non li ho pettinati affato. E comunque pensò che andrò a tagliarli, nel pomeriggio- erano state le parole del ragazzo.
-In effetti, se li tagliassi non sarebbe male. Almeno non dovrai pettinarli più- aveva concordato la donna.
Hill aveva annuito ed aperto la porta.
-Mi raccomando tesoro, sta attento. Sai quale pericoli ci sono lì fuori.-
Lui si era voltato. -Tranquilla mamma, sai che so badare a me stesso. E poi ci sarà Hoshi con me.- E senza aggiungere altro, era uscito fuori, chiudendosi la porta alle spalle.
Fuori c'era un grande silenzio e nessuna traccia del cane.
Hill si era guardato attorno, poi aveva lanciato un fischio. Un secondo dopo, un grosso pastore tedesco era arrivato dal retro del giardino, trotterellando, con un frisbee verde in bocca.
-Ehi, campione- lo aveva salutato, Hill, piegandosi sulle ginocchia.
Il cane aveva agitato la coda allegramente e lasciato andare il frisbee, poggiandoci sopra una zampa. Voleva far capire, al suo padrone, che voleva giocarci e Hill lo capì.
-Vuoi giocare, eh?- aveva chiesto, infatti, il giovane cacciatore.
Il cane aveva abbaiato felice e lui aveva sorriso, passandogli una mano sulla testa.
-D'accordo- aveva detto, poi, prendendo il giocattolo. -Adesso andiamo.-
Quindi, senza aggiungere altro, si era alzato e si era avviato verso il cancello.
Hoshi lo aveva seguito senza essere legato al guinzaglio.
Fuori dalle protezioni di Villa Carter, Hill aveva camminato per i primi venti minuti, poi aveva iniziato a correre seguito passo passo dal suo fedele pastore tedesco.
Avevano corso per buona parte della città fino ad arrivare dinanzi al "Wonderland".
Lì, sulla porta, c'era la proprietaria, Alyssa Gunnerson, che spazzava il marciapiede dalle sporcizie lasciate dalla gente.
-Ehi, Alyssa!- aveva salutato Hill, correndo sul posto.
-Ciao, Hill- aveva ricambiato lei, sorridente. Era bella, con la sua treccia bionda e i suoi occhi azzurri come zaffiri. -Sempre in costante allenamento, eh?-
-Già...- aveva risposto lui, con fierezza -...sai quanto ci tengo ad essere sempre in forma.-
E si, Alyssa lo sapeva bene. Lei e la sua famiglia erano vecchi amici dei Carter e, in particolar modo loro due erano cresciuti praticamente insieme, sebbene lei avesse un paio d'anni in più. Di conseguenza conosceva tutte le abitudini di Hill, a partire dalla fissa per la forma fisica fino ad arrivare al suo amore per la cioccolata, passando per la passione per la lettura.
-Adesso scappo. Ci si vede in giro- aveva detto lui. Quindi si era mosso. Aveva fatto pochi passi, però, prima che lei lo chiamasse. -Ehi! Non dimentichi nulla?- gli aveva domandato.
Lui l'aveva fissata con aria interrogativa perché, davvero, non aveva idea di cosa stesse parlando.
Alyssa lo aveva guardato, scuotendo la testa. -Sei davvero un caso disperato, Hill. Oggi è il mio compleanno!-
Lui aveva sgranto gli occhi e le si avvivinata, dandole un bacio sulla guancia. -Auguri- aveva detto. -Adesso vado.- E aveva ripreso a correre.
-Sta sera do una festa. Mi raccomando, ti aspetto- aveva gridato la ragazza.
Lui si era voltato e le aveva fatto il segno del pollice in alto. Quindi si era allontanato seguito dal suo fidato Hoshi.

The Hunter's Saga - Half an AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora