13 - Visione di morte

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Alex dormì un sonno più inquieto del solito.
Non vide solamente la sua città invasa dai demoni, come era già successo nelle altre notti passate. Questa volta vide anche cinque demoni che varcavano un grande cancello bianco e sparivano nel nulla. Poi udiva esplosioni, urla, tuoni, e ad ognuno di essi provava una stilettata di dolore dritta al cuore.
E quando i rumori cessavano le porte del cancello si aprivano e lui avanzava. Avanzava su un terreno verde e rigoglioso, che rapidamente si stava macchiando di rosso e stava andando in putrefazione.
Alla fine li vide: angeli.
Ovunque.
A migliaia.
Ed erano tutti morti.
Armature fracassate, ali spezzate, arti rotti...era un massacro.
-Questo è ciò che accadrà, cacciatore. E voi non potrete impedirlo.-
Riconoscendo la voce, Alex aveva alzato gli occhi in tempo per vedere il demone, che ora sapeva chiamarsi Bronerox, che gli strappava il cuore dal petto e rideva trionfante.
Si era svegliato lanciando un urlo, mentre il sudore gli imperlava il viso e i vestiti gli si erano praticamente appiccicati addosso.
La porta si spalancò di colpo e Alyssa corse dentro. Si sedette a bordo letto e strinse il ragazzo fra le sue braccia.  -Shh...tranquillo...era solo un brutto sogno...- gli sussurrò, accarezzandogli i capelli.
Quel gesto, così tenero e materno, riuscì a calmare il giovane Malik, che sentì il battito cardiaco regolarizzarsi.
-Va meglio?- domandò lei, staccandosi.
Lui annuì. -Scusami per averti disturbato.-
Lei sfoggiò un sorriso rassicurante. -Non preoccuparti, nessun disturbo...hai avuto un incubo, il che è normale vista la vita che facciamo.-
-Già...peccato che i miei non siano semplici incubi- replicò lui, cupo. La testa gli doleva tantissimo e aveva bisgono delle pasticche che il dottor Boltstone gli aveva prescritto prima di dimetterlo dall'ospedale. Peccato non fosse ancora andato a riprenderle. Decise che ci sarebbe andato subito; tanto il sonno ormai era passato.
Scese dal letto e si recò verso il bagno.
Alyssa ne approfittò per cambiare le lenzuola visto che erano sudate. Non sapeva quanto fosse rimasto il suo amico, ma fino a quel momento gli avrebbe reso il miglior servizio possibile.
Alex uscì dal bagno. -Grazie, per l'ospitalità.-
-Figurati. Puoi restare quanto vuoi, non c'è problema- furono le parole della ragazza.
Lui fece un piccolo sorriso, poi si avviò alla porta. -Vado in farmacia- la informò.
-Tornerai per cena?- chiese lei.
-Non so, non vorrei rovinare la vostra intimità- rispose il giovane principe.
La bella Gunnerson battè le palpebre. -Di cosa stai parlando?-
-Di te e Hill- disse lui. -So che è quì con te.-
-Ma come...?- Alyssa davvero non capiva.
-I vostri profumi- spiegò Alexander. -Ho sentito il profumo di Hill su di te nel momento in cui mi hai abbracciato.-
-Oh...- La barista rimase sorpresa da quelle parole. -E...non lo dirai a nessuno, vero? Sai, per Damian...-
-Puoi stare tranquilla. Sebbene non sia il tipo di persona che tollera i tradimenti, mi farò gli affari miei. Adesso vado, salutami Hill.-
E senza aggiungere altro, Alex, se ne andò.

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Quel pomeriggio, Dublino sembrava meno affollata del solito e ad Alexander andava bene così. Meno gente vedeva e incrociava e meglio stava.
Raggiunse la farmacia e prese le pasticche di cui aveva bisogno, quindi passò in un negozio d'abbigliamento dove acquistò un paio di jeans neri, una camicia a quadri verde e nera e un paio di scarpe da ginnastica nere e e grigie.
E sulla strada per tornare al Wonderland incontrò l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere.
-Principe Malik...- Cindy Ferguson era lì, di fronte a lui. Indossava pantaloni neri attillati, maglia nera e giubbotto di pelle in tinta. Ai piedi, stivali altrettanto neri. I capelli erano legati e gli occhi cerchiati con dell'eye-liner. Quasi non sembrava la stessa ragazza di cui si era innamorato tanto tempo prima.
-Cindy...- mormorò lui, visibilmente scioccato.
-Per te sono Lady Ferguson, brutto mostro- lo aggredì la ragazza.
Alex deglutì. -Lady? La tua famiglia ha perso tutti i titoli...-
-Ma io me li riprenderò ad ogni costo. Però, prima...- Cindy schioccò le dita e al suo fianco comparvero tre dei suoi fratelli.
Non era la prima volta che li vedeva, perciò notò subito che c'era qualcosa di diverso in loro. Avevano lo sguardo vuoto e perso, come privi di qualsiasi volontà.
Ognuno di loro brandiva una spada ed erano equipaggiati per combattere.
-...prima di tutto, mi vendicherò per quello che mi hai fatto. Fratelli, uccidetelo!-
Ed essi obbedirono.
Scattarono veloci, le spade alzate e pronte ad abbattersi su di lui.
Alex mollò la busta e schivò l'attacco di Darryl. Gli bloccò il braccio, spezzò il polso e gli prese la spada e lo spinse via.
Parò l'attacco di Joseph, contrattaccò con una ginocchiata allo stomaco e lo mandò a sbattere contro il muro.
Frederick riuscì a buttarlo a terra.
Alex perse la presa sulla spada e forse sarebbe morto se non avesse agito d'istinto. Le sue mani si posero ai lati del volto di Frederick e una luce divampò.
Bianca. Abbagliante. Purificatrice.
E quando questa si spense, Frederick si riversò a terra, privo di sensi.
Alexander si alzò, non capendo cosa fosse successo, e si ritrovò ad affrontare Darryl che tornava all'attacco.
Ancora una volta, agì di puro istinto. Schivò l'attacco e gli poggiò una mano sulla fronte. La luce divampò di nuovo e Darryl rimase abbagliato prima di perdere i sensi e andare al tappeto. Joseph era ancora svenuto e il principe arabo gli riservò lo stesso trattamento, spinto da una forza che, era quasi certo, provenisse dal cuore di Cassandra.
-Maledetto!- gridò Cindy. Con un pugnale alla mano si scagliò contro Alex. Fu solo per un colpo di fortuna che riuscì a ferirlo. Alex la spinse via facendola cadere, poi la guardò con rabbia. -Il tuo tentativo è miseramente fallito. Lascia stare la vendetta o finirà molto male.- Poi si girò e, presa la sua busta, se ne andò.
Rimasta sola, Cindy, si rimise in piedi e, colma di rabbia, uccise i suoi tre fratelli e scomparve da quella strada.

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Alex entrò nella "sua" camera al Wonderland e si chiuse dentro. La camicia bianca era ormai imbrattata di sangue e la ferita faceva davvero male.
Oltretutto si sentiva sfinito, come se avesse corso per chilometri e chilometri senza mai una sosta.
Lasciò cadere la busta e si infilò in bagno. Lentamente si spogliò e si infilò sotto la doccia. L'acqua calda lavò la ferita e il sapone agli agrumi lo disinfettò facendogli stringere i denti. Quando ebbbe finito, si coprì con una delle grosse asciugamano bianche che erano lì proprio per quello scopo.
Si avvicinò al mobile sopra il lavandino e lo aprì trovando ciò di cui aveva bisogno: un kit di primo soccorso.
Ringraziò mentalmente Alyssa per essere stata tanto previdente ed iniziò a trafficare per chiudere la ferita.
Quando ebbe finito, posò tutto e tornò in camera. Avrebbe voluto mangiare ma la stanchezza ebbe la meglio, portandolo a stendersi sul letto e a cadere in un sogno profondo.

N/A:
Salve a tutti.
Ecco un nuovo capitolo. So che è un pò corto, ma ho avuto un pò di problemi quindi ho dovuto tagliarlo parecchio.
Mi raccomando leggete e votate.
Ciao e grazie.

The Hunter's Saga - Half an AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora