12 - Un cuore per due

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8 Aprile, 2013.
Dublino, Irlanda.

L'irruenza di Ari Malik, fece sobbalzare il povero Hill Carter.
Il ragazzo incontrò il volto arrabbiato del consigliere e deglutì. -Io...noi...- farfugliò agitato.
Cercò di calmarsi e respirò prima di riprendere a parlare.
Ma non ebbe il tempo di dire "a" che vennero raggiunti dal dottor Boltstone.
-Signor Malik, vostro figlio ha chiesto di vedere Hill Carter.-
Ari sgranò gli occhi, veramente sorpreso dal fatto che suo figlio avesse fatto una richiesta del genere.
Per quale motivo?
Cosa stava succedendo tra quei due ragazzi?
Per assurdo, si ritrovò a pensare che tra i due ci fosse del tenero. Scosse la testa per scacciare quel pensiero, dicendosi che suo figlio amava le ragazze.
Hill si alzò dalla sedia, ponendosi di fronte al signor Malik. -Alex mi ha salvato la vita. Mantenendo fede al giuramento pronunciato da tutti i cacciatori, ha corso dei rischi per me. Io non potrò mai ringraziarlo abbastanza e gli sarò sempre debitore. Anche perché...ora siamo amici.-
Dopo quelle parole, il ragazzo castano, superò l'uomo lasciandolo lì fermo ad assorbire meglio le parole che aveva appena pronunciato.
Entrò nella camera di Alex e si chiuse la porta alle spalle.
Il giovane Malik era sdraito nel letto, i capelli spettinati, la barba un pò incolta e gli occhi semo chiusi.
-Ehi, amico...- salutò Hill, sorridendo felice di vedere che si era svegliato.
-Ehi...- ricambiò Alex, con voce bassa e rauca. Tossì un paio di volte e si schiarì la gola.
Hill si prodigò per fargli bere dell'acqua e l'altro non si oppose, anche perché ne aveva bisogno.
-Grazie- disse Alex.
-Figurati- rispose il castano, sedendosi su una sedia, vicino al letto. -Come ti senti?-
-Ancora un pò debole e frastornato- rispose il giovane moro. -Come ci sono finito quì?-
Il giovane Carter gli raccontò di come fosse svenuto nella biblioteca, di come avesse dovuto chiamare la sicurezza che, a sua volta, aveva chiamato un'ambilanza e avvisato suo padre.
-Io sono arrivato a piedi per non dire nulla a mio padre. Non approverebbe di sapermi al tuo capezzale. E tuo padre non è da meno- concluse.
-Già...almeno su una cosa, le nostre famiglie, sono d'accordo...- disse, Alex, con ironia.
Hill rise di gusto, poi tornò serio e gli domandò cosa gli fosse capitato.
-Ho avuto una visione- iniziò il principe Malik.
Hill batté le palpebre. -Una visione?- ripeté, con un punta di scetticismo nella voce. Conosceva la storia delle antiche e nobili famiglie di cacciatori e sapeva bene che la famiglia Crown (quella della madre di Alex) aveva il dono delle premonizioni. Ma sapeva anche che era un dono che si tramandavano solo le femmine della famiglia. Allora com'era possibile che Alex lo possedesse?
-So cosa ti stia chiedendo e la risposta è che non lo so, ma io sono il primo maschio ad ereditare questo dono- parlò Alex, interrompendo la linea di pensieri del suo amico. -Comunque...ora so dare una spiegazione a quella sensazione che abbiamo provato la sera della Festa delle Rose.-
Il principe Carter si fece più attento. Era proprio ansioso di sapere cosa avesse fatto scaturire quella strana forza dentro di loro.
-Ti avverto, potrebbe essere un pò scioccante. Sei pronto?- chiese Alexander.
Hill annuì fermamente.
-Bene. Allora sappi che dentro di noi giace la metà del cuore di un Angelo.-
Il ragazzo con gli occhi da bambino batté di nuovo le palpebre. Okay, questo era davvero assurdo. Si, vivevano in un mondo popolato da demoni, vampiri, licantropi, streghe e quant'altro ma quello...quello era davvero assurdo. -Ne...sei...sicuro?- domandò.
L'altro annuì.
-E come...fai...ad esserlo? Voglio dire...-
-La mia visione- lo interruppe Alex.
Hill però continuava a non capire.
E il giovane Malik sospirò, poi iniziò a raccontare.

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Hill rientrò a casa che era veramente scioccato.
Si chiuse in camera e si spogliò per fare una doccia. Aveva bisogno del suo "angolo di paradiso" per riflettere ed elaborare il racconto di Alexander.
Entrò in bagno e fece riempire la vasca con acqua calda e il suo bagnoschiuma al muschio bianco.
Poi si calò dentro, lasciando che la pelle si scottasse appena al contatto con l'acqua e che quest'ultima facesse rilassare i suoi muscoli tesi come corde di violino.
Era assurdo.
Troppo assurdo.
Avere il cuore di un Angelo...
E non di un Angelo qualsiasi, ma quello del generale delle forze celesti: Cassandra.
Quel nome risuonò nella sua mente ed ebbe quasi la sensazione di averlo già sentito nominare.
Ma quando?
E dove?
Chiuse gli occhi e si immerse per bagnare i capelli che non aveva più tagliato da quel cinque marzo che sembrava lontanissimo e invece era passato poco più di un mese.
Ebbe un flashback.
Nella sua mente confusa riaffiorò il ricordo di quella sera...la sera del cinque marzo (o meglio, il sei marzo visto che era già passata la mezzanotte). In un attimo rivide l'incontro/scontro con il demone e ricordò che l'aveva chiamato proprio con quel nome: Cassandra.
Riemerse di colpo con gli occhi sgranati. Il demone...quel demone...era lui! Era quello del racconto di Alexander! Era Bronerox! Ora tutto tornava. Tutto aveva più senso. Secondo il racconto, Bronerox aveva sconfitto Cassandra ma non era riuscito ad assorbire il suo cuore. Questo perché, sempre secondo Alexander, l'Angelo aveva "spedito" il suo cuore lontano da lì, dividendolo in due parti e relegandolo dentro di loro, al momento della loro nascita.
Ed ora...ora quel demone li avrebbe attaccati fino a quando non fosse entrato in possesso del cuore di Cassandra.
E loro non potevano permetterlo.
Lui ed Alex avrebbero dovuto unire le forze e sventare la minaccia.
Si, avrebbero dovuto.

The Hunter's Saga - Half an AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora