Hill parò il primo attacco e fissò negli occhi il suo nemico.
In quel rosso vide il fuoco degli inferi, il male più profondo e la furia crudele e selvaggia di chi é demone. Percepiva una grande forza provenire da quel corpo nettamente più grande del suo. La percepiva come se fosse il battito di un cuore, anzi...di mille cuori. Forse di più. Molteplici cuori che battevano incessantemente come tamburi di guerra.
Il demone fece appena un pò di pressione in più ed Hill se ne sentì schiacciato.
Si stava piegando sulle ginocchia e sapeva che, di lì a poco, il demone lo avrebbe sottomesso. Non poteva permettere che accadesse. Così cercò di contrastare quella pressione, ma si rivelò del tutto inutile. Ad ogni suo sforzo, il demone utilizzava un briciolo di forza in più continuando a premere verso terra.
"Non posso...non posso farmi sottomettere!" si urlava il giovane Carter, nella sua mente. Si stava sforzando tantissimo, il sudore scivolava sulla sua pelle candida e sul viso arrossato per lo sforzo.
-Sei resistente, cacciatore, ma forse non abbastanza- disse il demone. Sollevò una gamba e, con il ginocchio, colpì lo stomaco di Hill.
Il ragazzo sgranò gli occhi mentre una smorfia di dolore si disegnava sul suo viso. Cadde in ginocchio, le gambe tremanti per lo sforzo e il cuore che batteva forte per la fatica.
-Patetico...mi aspettavo qualcosa di meglio, Cassandra...-
-Ancora...con...questa...Cassandra?- Hill iniziava ad essere veramente stufo di quel tipo che sembrava, anzi sicuramente era ossessionato da quella Cassandra.
Strinse il pugnale nella mano e fece per tirarsi su. Ci riuscì con un pò di fatica, le gambe tremanti. Non era esattamente al meglio della sua forma...non dopo aver ballato tutta la notte, bevuto, fatto del buon sesso selvaggio e dormito poco e niente. No, decisamente non era al meglio. Ma ormai non poteva tirarai indietro. Ormai lo scontro era iniziato e lo avrebbe concluso. Certo che però la situazione non andava certo a suo vantaggio. Per prima cosa il suo avversario era fisicamente grande (anche senza l'armatura). Era ben equipaggiato ed era veramente forte. Il giovane cacciatore sentiva che non era un demone come gli altri. Quello era di un livello superiore ed era una minaccia che, da solo, non sarebbe riuscito a vincere.
Di sicuro non nelle condizioni attuali e con soltanto un pugnale come arma.
Fa niente. Come si era detto...ormai era in gioco e doveva giocare. Fece un profondo respiro e ritrovò la concentrazione. I muscoli gli dolevano ma egli decise di ignorarli e di procedere. Si mise in posizione di combattimento, il pugnale saldo nella mano con la lama rivolta verso il basso.
-Insisti a voler combattere con quello? Cara Cassie, forse dovresti riprendere la tua bella spada. Quella si che è una vera arma- esordì il demone, rompendo il silenzio che si era creato.
Hill non capiva se lo faceva di proposito. In ogni caso lo irritava moltissimo e fu proprio questo a spingerlo ad attaccare. Scattò il più rapidamente possibile (tanto quanto permettessero le sue condizioni) e menò un fendente laterale.
Ma probabilmente si rivelò troppo lento e prevedibile dato che il demone lo schivò facilmente e contrattaccò con la falce.
Sfortunatamente, il ragazzo con gli occhi da bambino, non fu abbastanza svelto da evitare di essere ferito. La lama oscura calò sulla sua camicia nera disegnando uno strappo verticale lungo quasi fino alla fine dell'indumento. In un attimo la sua carne bianca si macchiò del rosso del suo sangue. Il strinse i denti per resistere al bruciore che sentiva. Ma ignorava ciò che gli stava accadendo veramente. La presa sul pugnale si allentò e l'arma cadde a terra con un clangore metallico. Hill sentì la testa che prendeva a girargli vorticosamente. Barcollò fino alla macchina, poi vi si appoggiò e tossì sputando sangue sul cofano.
-Hill!- gridò Kimberly, da dentro la macchina. Fino a quel momento era rimasta immobile e in silenzio, troppo sconvolta dalla serata per scendere e dare man forte al suo fidanzato. Senza contare che era disarmata e che, comunque, Hill le aveva detto di restare in macchina.
-Fa male, vero?- domandò ironico, il demone.
Il ragazzo fece per rispindergli ma le parole furono stroncate da un colpo di tosse e da altro sangue che andava a macchiare il cofano.
Kimberly scese dalla macchina e corse dal suo fidanzato. -Hill...amore...- chiamò.
Ma lui non sembrava sentirla. Le orecchie gli fischiavano forte come se fosse rimasto coinvolto in un'esplosione. La vista si era fatta appannata e il respiro debole.
-Cosa gli hai fatto?!- urlò, allora, la ragazza rivolgendosi al demone.
Lui sorrise crudele, divertito dalla grinta di quella giovane cacciatrice. -L'ho avvelenato- rispose. -Ma non con un comune veleno. La mia lama è intrisa del Lucifer. Sai cos' è, vero?-
Kimberly sgranò gli occhi, deglutendo e annuendo. Certo che lo sapeva. Tutti i cacciatori, a prescindere dall'Ordine di provenienza, sapevano cosa fosse il Lucifer. Era il "capo" dei veleni, la più potente arma senza lama che i demoni avessero mai creato. Era raro e procurarselo richiedeva sempre un altissimo costo.
-Sei un bastardo...- ringhiò la ragazza, alzandosi. Raccolse il pugnale di Hill e lo strinse tanto da far sbiancare le nocche. -...e meriti di morire!- Quindi fece per attaccare quando una lama le bloccò la strada.
Ella si fermò squadrando la figura dinanzi a sè. Era un ragazzo vestito con la divisa da cacciatore. Moro, la pelle ambrata attraversata da un brivido di freddo.
-E tu chi sei?- domandò lei.
-Non è il momento delle presentazioni, consorella. Occupati del ferito. Al demone ci penso io- rispose questo.
Kimberly rimase immobile per qualche secondo. Chi era quel tipo, oltre ad un confratello? E perché li stava aiutando? Forse conosceva Hill? Non lo sapeva ma il suo fidanzato stava male, stava morendo a causa del veleno e non poteva permettersi nessuna esitazione. Quindi annuì e caricò il corpo di Hill sui sedili posteriori. Poi salì alla guida e partì diretta all'ospedale.
-No!- gridò il demone. Scattò, falce alla mano, ma qualcuno lo bloccò. Di fronte a lui brillavano due profondi occhi di ghiaccio e una lama d'argento.
-Non così di fretta, mostro. Devi vedertela con me- ringhiò il ragazzo.
Il viso di pietra del Cacciatore di cuori, si indurì e la rabbia lo portò a spingere via il suo nuovo avversario.
Alex barcollò ma mantenne l'equilibrio, quindi si preparò a combattere.
-Tu...misero moscerino...non mi interessi. Non sei tu il mio bersaglio. Io voglio'altro cacciatore, quello che hai fatto scappare con la mocciosa. Quindi fa un favore a te stesso e va via prima che possa macellare il tuo corpo e farne carne per i miei segugi- disse il demone.
Il giovane moro sorrise, sicuro di sè. -Mi dispiace deluderti ma se vuoi lui, dovrai prima passare sul mio cadavere. E credimi...non sono un tipo facile da mandare al tappeto.-
L'altro ringhiò. -Vedremo.- Scattò nuovamente all'attacco mentre la sua arma veniva avvolta da un lugubre fuoco nero.
Alex scattò a sua volta, la scimitarra d'argento salda nella mano, la mente lucida e il cuore martellante nel petto.
Si scontrarono producendo un suono metallico che riecheggiò nel cuore della notte.
E il demone ebbe un flashback. Quella stessa situazione, con quella stessa eco, l'aveva vissuta diciassette anni prima nello scontro con Cassandra. Distratto da quel pensiero, non so rese conto dell'attacco avversario.
Alex fece roteare la spada e disarmò il nemico, poi pronunciò la parola "Luminaris" e la lama d'argento brillò intesamente. Menò una serie di fendenti precisi e potenti che spaccarono l'armatura frontale.
Ad ogni colpo, il demone sentiva le forze venir meno a causa di quella luce abbagliante.
Poi un calcio e si ritrovò a terra. Ansimò come non faceva da anni, forse secoli. Guardò quel cacciatore, mentre la lama si puntava alla sua gola, e per un attimo pensò di rivedere la sua rivale angelica. Strinse gli occhi e scosse la testa, sentendo che la lama lo feriva alla gola. Non gli importava. Era talmente ossessionato da Cassandra che sarebbe arrivato a sacrificare tutto pur di portare a termine il suo obiettivo.
-È giunta la tua ora, creatura delle tenebre. Io ti condanno a morte!-
Ma prima che la lama trapassasse quella pelle di pietra, una nube nera avvolse il demone facendolo scomparire da quella strada.
La spada di Alex toccò a terra ed egli fece una smorfia. Sbuffò seccato, mentre la lama si spegneva e lui posava la spada nel fodero.
Tornò di corsa alla macchina e si mise alla guida. Doveva raggiungere l'ospedale e sapere come stava Hill.
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The Hunter's Saga - Half an Angel
Fantasy29 Agosto 1995. Sulle sponde del Tamigi, un angelo combatte contro un demone. Egli brama tutto il potere divino, racchiuso nel cuore degli angeli e quando si trova sul punto di conquistare anche quello del suo attuale avversario, viene imbrogliato. ...