-Si può sapere cosa vi è saltato in mente a voi due?-
Alyssa era infuriata.
Nel piccolo stanzino, nel retro del suo locale, lei stava in piedi con le mani strette a pugno lungo i fianchi. Sul suo viso era disegnata un'espressione severa e i suoi occhi blu zaffiro erano incupiti dalla rabbia.
I due ragazzi sedevano al piccolo tavolino, uno di fronte all'altro.
Alex si teneva la testa fra le mani, lo sguardo fisso sul legno del tavolo.
Hill invece si era messo due tamponi nel naso e un pacco di ghiaccio sulla guancia destra. Sebbene si fosse battuto al meglio (e molto più lucido del suo rivale) era quello che aveva subito più danni.
-Non sono stato io ad iniziare- rispose il giovane Carter. -Lui ha colpito per primo.-
Alex alzò la testa e fulminò con lo sguardo. -Tu mi hai chiamato "schifoso arabo ubriacone e mi hai dato del bastardo mezzosangue- ringhiò.
-Ma tu...- fece per dire Hill.
Ma la ragazza lo interruppe. -Hill!- gridò.
Lui si voltò a guardarla.
-Un insulto razziale verso un confratello? Sei impazzito? Da te non me lo sarei mai aspettato.-
Lui distolse lo sguardo, sapendo di aver deluso una sua cara amica.
-Insomma ragazzi...capisco che le vostre famiglie non vanno d'accordo ma questo non significa che anche per voi debba essere così. Perdonate la mia franchezza ma le vostre famiglie sembrano aver dimenticato che sono membri dello stesso Ordine, ergo sono cinfratelli e consorelle che hanno giurato di difendere il mondo dal male e di proteggersi a vicenda. Ma come possono mantenere tale giuramento se si fanno la guerra tra di loro? Se voi due vi trovaste fianco a fianco ad affrontare lo stesso nemico, cosa fareste? Manterrete quella parte di giuramento? O la ignorerete solo perché le vostre famiglie si odiano?-
Entrambi fissarono la ragazza, poi si guardarono. Azzurro contro verde nocciola. Tormento contro infantilità.
Sapevano che il discorso di Alyssa non faceva una piega. E sapevano anche cosa avrebbero fatto se si fossero trovati a combattere lo stesso nemico.
Alex fece la prima mossa. Era sempre stato orgoglioso ma sapeva anche metterlo da parte ed essere una persona umile. Fu così che si alzò (nonostante la testa gli stesse scoppiando dal dolore), aggirò il tavolo e raggiunse Hill.
Il giovane Carter, dal canto suo, non era poi tanto diverso. Sebbene tenesse molto al suo orgoglio di ragazzo/cacciatore/nobile, sapeva diventare umile come una persona qualsiasi. Si alzò e, di nuovo, furono uno di fronte all'altro.
Il silenzio era abbastanza imbarazzante e ad Alex non piaceva. Così decise di romperlo parlando per primo. -Senti...ehm...Alyssa ha ragione. Io non credo che...-
-...resteresti a guardare se un demone mi stesse attaccando?- concluse Hill.
Il giovane Malik annuì.
-Nemmeno io- sorrise il ragazzo con gli occhi da bambino. Poi tese la mano. -Amici?-
Il principe arabo sorrise, stringendo la mano dell'altro cacciatore. -Amici.-
E nel momento in cui si strinsero la mano, entrambi percepirono qualcosa si forte e di caldo che sembrava bruciare nel loro cuore. Sentirono come una sorta di legame, come se condividessero qualcosa di più dell'essere cacciatore dell'Ordine delle Lame Bianche.
-Oh, adesso si che mi piacete.-
Le parole di Alyssa fecero sì che si staccassero e si voltassero a guardarla.
Sul suo viso chiaro, ora non vi era più l'ombra della rabbia. Era serena e sorrideva soddisfatta. -Adesso andiamo. C'è una festa che ci aspetta.-
I due ragazzi annuirono ed insieme lasciarono quel piccolo stanzino.---------------
La festa andò avanti per tutta la notte.
Alyssa ballò con entrambi, anche se il più delle volte c'era Hill a far scivolare le mani su queo fianchi da sballo.
Alex se ne stava più tempo seduto al bancone a bere. Sperava di farsi passare il mal di testa, ma era una cosa stupida perché invece non faceva altro che peggiorare, insieme a quella musica assordante.
Poi pian piano gli invitati avevano iniziato ad andarsene e la musica era cambiata.
Hill e Alyssa si erano ritrovati a ballare un lento, mentre Alex osservava le loro figure sfocate a causa dell'alcool. Sorrise pensando che ci fosse del tenero fra quei due e che formavano una bella coppia.
Trangugiò quello che doveva essere il "chissà-quale-numero" boccale di birra e lo poggiò sul bancone.
-Credo che per sta sera tu abbia bevuto abbastanza- disse Jill, prendendo il boccale per lavarlo.
Alex si voltò, ancora sorridente, sudato e con gli occhi semi aperti. -Sai...che...sei...davvero...-
Ma non terminò la frase che la testa gli girò vorticosamente, causandogli una brutta caduta dallo sgabello.
Jill corse a tirarlo su aiutata da altri due cacciatori che stavano al bancone.
La giovane barista diede disposizione di farlo stendere su uno dei divani liberi di modo che potesse riposare e smaltire tutta la birra che aveva bevuto.
Qualche ora dopo la festa si era totalmente conclusa, il pub era stato ripulito e la giovane Gunnerson non vedeva l'ora di andare a dormire.
Hill era rimasto a darle una mano così come la barista.
Poi anche Jill aveva lasciato il "Wonderland" e Alyssa aveva proposto di portare Alex al piano di sopra. -Starà più comodo in un letto che sul quel divano.-
Il giovane Carter aveva annuito. Qualche volta gli era capitato di addormentarsi sul divano del suo soggiorno, davanti al fuoco, ed ogni volta si era svegliato con un gran mal di schiena.
Sollevare il giovane Malik non fu semplice. Era un peso morto e i due cacciatori erano stremati da tutto quel ballare e bere. Dovettero ricorrere a tutte le loro forze per riuscire a "staccarlo" dal divano.
Finalmente al piano di sopra, Alyssa aprì la prima porta ed entrarono, posando Alex sul letto.
-Dentro l'armadio dovrebbero esserci delle coperte. Potresti portarmene una, per favore?- furono le parole che la ragazza sussurrò mentre toglieva le scarpe e giacca al principe arabo.
Hill annuì e raggiunse il mobile. Lo aprì e ne prese una grossa coperta di lana. -Ecco, tieni.-
Ella sorrise e stese la coperta su Alex. Poi gli passò una mano sui corti capelli neri e gli posò un bacio sulla fronte.
Quel comportamento intenerì il ragazzo castano, pensando che Alyssa sarebbe stata un'ottima madre, dolce e gentile, per i suoi figli.
Kimberly invece...
Il pensiero della sua fidanzata che era chissà dove e a fare chissà cosa, gli attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno. Fu solo un battito di ciglia che scomparve quando Alyssa lo prese sotto braccio e lo condusse fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Lo mise spalle al muro e gli posò un bacio sulle labbra.
Dapprima lui rimase sorpreso perché entrambi erano fidanzati e con quel gesto stavano letteralmente tradendo. Ma poi, il profumo di pesche emanato dalla giovane Gunnerson, avvolse Hill nelle sue spire e il bacio sembrò altrettanto dolce e buono.
L'afferrò per i fianchi ribaltando la situazione e rispose al bacio con passione.
-Andiamo...nella...mia...camera...- farfugliò lei, trattenendo a stento i gemiti di godimento che provava a causa di quei baci.
Lui si staccò e la guardò con occhi lucidi. Aveva bevuto giusto qualcosina, a differenza di Alex che aveva decisamente esagerato, ma si sentiva abbastanza brillo, tanto da agire senza riflettere. Annuì, sorridendo come un bambino e lei lo prese per mano, portandolo verso l'ultima porta sulla destra.
Una volta dentro, lei chiuse a chiave, poi si lanciò fra le braccia di Hill, il quale la sostenne saldamente. Le loro labbra si incontrarono più e più volte, lingua contro lingua.
Poi il giovane Carter si spostò verso il letto mentre le sue labbra seguivano la curva del collo della bella tedesca. La fece stendere e le fece scivolare di dosso quel bellissimo abito color crena.
In risposta, Alyssa gli tirò indietro la giacca, lasciando a lui il compito di toglierla definitivanente. Le sue dita si mossero agili sui bottoni della camicia nera, mentre lui si toglieva la cravatta e la gettava via. Dopo la camicia, fu il turno dei pantaloni.
Hill si alzò e si spogliò completamente, prima di tornare sulla bella Gunnerson e riprendere il "lavoro" interrotto.
Riprese a baciarla sul collo, poi scese sulla clavicola e, con i denti, tirò giù la bretella sinistra del reggiseno di pizzo nero. Poi la baciò sul seno e si spostò orizzontalmente, fino a salire vicino all'altra bretella. Tirò giù anche questa, sempre con i denti e lei lo gettò a terra.
Lui non si fermò. Con le labbra, scese sul ventre, superò l'ombelico e afferrò il bordo delle mutandine di pizzo in tinta con il reggiseno. Le fece scivolare via lentamente, senza mai distogliere lo sguardo dai quei zaffiri splendenti che erano i suoi occhi.
Alyssa sentiva il fuoco dell'eccitazione accendersi dentro di lei, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, e desiderava quel ragazzo con tutta sé stessa.
Hill sembrò quasi leggerle nel pensiero poiché non appena le ebbe tolto le mutandine, tornò sopra, riprendendo a baciarla sulle labbra. Poi, con la giusta pressione e delicatezza, affondò in quella carne vellutata.
Il godimento fece inarcare la schiena della giovane bionda, che si aggrappò alla schiena del ragazzo, graffiandolo con le unghie.
Hill si inarcò a sua volta, poi iniziò a muoversi con colpi forti fin da subito.
In breve, la stanza si riempì dei loro gemiti, dei loro respiri fusi in uno, del sudore dei loro corpi aggrovigliati sotto quelle lenzuola candide.
Hill si mosse senza controllo, baciandola ripetutamente ovunque.
Lei continuava a stringerlo a sè, a gemere e, sul punto di non ritorno gridò il suo nome.
Alla fine stanchi e soddisfatti fecero una doccia separatamente. Prima toccò ad Alyssa, poiché Hill stava ancora riprendendo fiato. Poi quando fu il ragazzo ad entrare in doccia, lei ne approfittò per cambiare le coperte del letto.
In seguito sprofondarono in un sonno tranquillo, lei tra le braccia di lui.
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The Hunter's Saga - Half an Angel
Fantasy29 Agosto 1995. Sulle sponde del Tamigi, un angelo combatte contro un demone. Egli brama tutto il potere divino, racchiuso nel cuore degli angeli e quando si trova sul punto di conquistare anche quello del suo attuale avversario, viene imbrogliato. ...