Bronerox aveva lavorato su una nuova armatura, ripensando allo scontro con il cacciatore moro. Aveva percepito qualcosa di particolare in lui anche se non sapeva cosa fosse. La sola cosa di cui era sicuro era che quei suoi occhi azzurri avevano un che di familiare. Li aveva fissati bene e in essi aveva visto ardere la stessa forza e la stessa determinazione che aveva sempre visto negli occhi di Cassandra.
Ma il cuore dell'Angelo era nel petto di quell'altro cacciatore, quello che era riuscito a ferire e che probabilmente era già morto tra i dolori più atroci. Sorrise al pensiero e si disse che doveva terminare immediatamente il lavoro così sarebbe potuto andare a prendersi il cuore che tanto aveva cercato.
-Quindi...è questo il tugurio in cui ti sei rifugiato, Bronerox?- chiese una voce femminile.
Il demone si voltò per incontrare l'elegante figura di una donna pallida e con lunghi capelli bianchi.
-Tu? Che cosa ci fai fuori dal tuo bel Canale?- domandò in risposta Bronerox.
-Ma come siamo sgarbati. È così che saluti una vecchia amica?- replicò ella.
Lui la ignorò e lei scrollò le esili spalle. -Comunque sono quì perché un paio di settimane fa un cacciatore ha ucciso la mia chimera e me ne servirebbe un'altra per difendere il mio dominio- spiegò la sirena.
Il demone le puntò i suoi occhi di brace addosso. -Un cacciatore ha ucciso la tua chimera? Non è possibile- disse con scetticismo.
-Mi stai forse dando della bugiarda, Bronerox?- domandò la sirena, irritandosi.
-Non scaldarti troppo Medea, non vorrei che evaporassi.- Il tono di voce del Cacciatore di cuori era marcato dal sarcasmo.
-Spiritoso, davvero...ma adesso...- provò a dire lei.
-...adesso sono troppo impegnato per assecondare la tua richiesta- la interruppe il demone. -Anche io ho avuto a che fare con un cacciatore. Non sembrava nulla di speciale e invece mi ha spaccato una delle armature più resistenti che io abbia mai creato. Quindo rivolgiti a qualche altro demone per questa volta e lascimi lavorare in pace.-
Medea non la prese bene. Non le piaceva essere messa in secondo piano men che meno se prima di lei veniva una stupida armatura. -Come vuoi, Bronerox, ma sappi che quel cacciatore ha superato la prova ed è entrato in possesso dell'antidoto contro il Lucifer.-
A quelle parole, il demone si voltò e sulla sua faccia di pietra comparve un espressione di rabbia. -Cosa? Ne sei certa?-
-Assolutamente si, caro il mio Cacciatore di cuori. Sono stata io stesso a consegnargli l'ampolla- rispose Medea.
Questa volta fu Bronerox a non reagire bene. In un impeto di rabbia, scagliò a terra l'armatura su cui stava lavorando e una serie di fulmini neri partirono contro il muro del laboratorio.
Medea si riparò dietro ad un velo d'acqua per evitare di essere colpita e attese che il suo irascibile amico/nemico finisse di dare di matto.
-Dimmi...- esordì il demone quando ebbe finito. -...per caso, era moro e con gli occhi azzurri?- domandò.
La sirena batté le palpebre e il velo d'acqua crollò bagnando il pavimento di pietra. -Si. Ed aveva la pelle ambrata...ho percepito un qualcosa di speciale in lui, oltre all'imenso spirito di sacrificio- rispose anche se non capiva il perché di quella domanda.
-Allora è lo stesso...- mormorò Bronerox. -...è lo stesso cacciatore che mi ha spaccato l'armatura. È venuto da te per salvare il cacciatore con il cuore d'angelo. E se dici che ha superato la prova, allora la mia preda è ancora viva.-
Medea non capiva di cosa stesse parlando ma annuì ugualmente. -Allora? Cosa pensi di fare? Creerai un'altra chimera per me?-
Il Cacciatore di cuori sorrise malevolo, guardando la sua amica/nemica. -No. Ne creerò qualcuna di più. Ho intenzione di imbucarmi ad una festa.---------------
A racconto ultimato, Alyssa e Nadja, stavano fissando il giovane Malik.
-Come diamine hai fatto a combattere contro quel demone se eri talmente ubriaco da non stare nemmeno in piedi?- domandò la giovane tedesca.
Alex si era acceso una delle sue sigarette al cioccolato e fumava cercando di stemperare il nervosismo. -Non lo so- ammise. -L'ho fatto e basta.-
-A me non importa come hai fatto- disse Hill. -Ti sono grato per avermi salvato e sono in debito con te.-
-No. Non mi devi niente- si affrettò a dire Alex. -Te l'ho detto quella sera: non sarei capace di rimanere fermo mentre un demone ti attacca. Ho semplicemente tenuto fede al giuramento che ho fatto quando sono stato nominato cacciatore- aggiunse con freddezza.
Hill si rattristò nel sentire quelle parole. Perché si era aspettato, forse ingenuamente, che Alex dicesse una cosa del tipo "l'ho fatto perché siamo amici". Invece no.
-Non ti credo- interloquì Alyssa.
Il moro le rifilò un'occhiataccia.
-Secondo me non lo hai fatto solo per il giuramento. Tu e Hill siete diventati amici quella stessa sera. Ecco perché lo hai salvato, anche se ancora non capisco come facessi a sapere che era in pericolo.-
-Ti sbagli. Io e Hill non possiamo essere amici. Sua madre è stata molto chiara sul punto di stare lontano da suo figlio poiché il mio sangue sporco potrebbe contaminare la sua purezza- replicò Alex.
Hill fece una piccola risata. -E tu dai retta a quello che dice mia madre? Assurdo. Sai che cosa ho fatto quando ho saputo che ti aveva schiaffeggiato e insultato?-
La giovane Gunnerson sgranò gli occhi. -La signora Stainforth ti ha schiaffeggiato? Ma non se lo può permettere!-
Nessuno dei due rispose a quella frase e Hill continuò con il suo discorso, i suoi occhi ancora puntati in quelli del ragazzo arabo. -Mi sono alzato dal letto ancora convalescente e le ho gridato in faccia che non aveva alcun diritto di farti una cosa del genere, che noi due siamo amici e che non me ne frega un bel niente della faida tra le nostre famiglie.-
Alex rimase sorpreso da quelle parole. Perché Hill gli era sempre sembrato uno di quei ragazzi ubbidienti che non si ribellavano mai ai loro genitori. E, davvero, quella reazione non se la sarebbea mai aspettata. Istintivamente sorrise perché lui, in fondo l'aveva pensata allo stesso modo mentre si recava dalla veggente e poi guidava verso il Canale di San Giorgio. Aveva pensato che la faida tra le loro famiglie non lo riguardava (visto che non ne conosceva nemmeno la ragione) e che Hill era suo amico e per questo doveva salvarlo. -Per me è lo stesso, Hill- esordì dopo qualche istante di silenzio. -Non mi importa se le nostre famiglie si odiano. È vero, di sicuro non renderanno facile il nostro rapporto di amicizia ma sai una cosa? Chi se ne frega. Io e te siamo amici.-
Hill sorrise contento come un bambino e fece per parlare, quando qualcuno lo anticipò.
-Dubito che la tua famiglia possa prenderla bene.-
A parlare era stata Nadja che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio.
Il principe arabo le rifilò un'occhiata e fece spallucce. -Non mi importa di come la prenderanno in famiglia. Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro poco fa, mentre dicevo che non mi interessa nemmeno della faida. Mi hanno già costretto a fare una cosa che non rientrava nei miei programmi. Almeno non in quelli dell'immediato presente. E tu dovresti tenere la bocca chiusa, per favore. Tra poco ci sarà la Festa delle Rose e, come di certo saprai, è molto importante per le famiglie. Ergo niente e nessuno gliela deve rovinare. Hai capito?-
Nadja lo guardò negli occhi con cattiveria, ma si rese conto che non era facile sostenere quelle due sfere di ghiaccio. In un attimo perse tutta la sua grinta e si limitò ad annuire.

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The Hunter's Saga - Half an Angel
Fantasy29 Agosto 1995. Sulle sponde del Tamigi, un angelo combatte contro un demone. Egli brama tutto il potere divino, racchiuso nel cuore degli angeli e quando si trova sul punto di conquistare anche quello del suo attuale avversario, viene imbrogliato. ...