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7 Aprile, 2013.
Dublino, Irlanda

Seduto ad un tavolo della biblioteca di famiglia, Alexander Malik, era immerso nella letteratura.
Aveva sfogliato diversi volumi per cercare una qualche spiegazione per ciò che gli era successo. Durante lo scontro con quel demone, aveva sentito un'incredibile scarica di adrenalina e pura forza. E tutto nel momento in cui era "entrato in contatto" con il corpo di Hill Carter.
Ma nessuno di quei libri sapeva fornirgli una spiegazione adeguata. Niente di niente.
Chiuse l'ennesimo libro buttandolo sul tavolo. Sbuffò spazientito e si passò le mani sul volto.
Il suo orologio da polso segnava le 12.30 quindi era quasi ora di pranzo. Ne avrebbe approfittato per fare una pausa.
Quella mattina, Alex, si era svegliato che le dieci passate da poco più di cinque minuti.
Ripresosi definitivamente dai dolori fisici e da quello stato di debolezza, aveva sorriso interiormente pensando che per una volta era riuscito a dormire per parecchie ore consecutive senza l'interruzione da parte di qualche incubo o premonizione. Quindi era sceso dal letto per fare una doccia come si deve, si era vestito con jeans e camicia ed era sceso a fare colazione.
La sua famiglia fu felice di vederlo a tavola con loro e soprattutto di vedere che aveva ritrovato il suo normale appetito.
Nadja gli aveva chiesto se aveva voglia di uscire a camminare, ma lui aveva posticipato la richiesta al pomeriggio.
E così, a colazione ultimata, si era chiuso in biblioteca a fare ricerche.
Ma il risultato non era stato quello sperato e, adesso, aveva bisogno di una pausa.
Uscì dalla biblioteca e raggiunse il giardino per fumare una delle sue sigarette al cioccolato. Mentre l'accendeva tra le labbra si rese conto che non fumava dalla sera della Festa delle Rose, quindi da ben diciassette giorni. Wow...un bel record per uno come lui, abituato a fumare ogni giorno.
Jolly lo raggiunse trotterellando allegramente, scodinzolando per ricevere le carezze del suo padrone.
Alex lo accarezzò dietro le orecchie mentre inspirava il fumo per poi ributtarlo fuori.
-Alexander...-
Il ragazzo alzò gli occhi per vedere suo padre che avanzava verso la porta di casa. Era elegantemente vestito e Alex capì che era stato al Concilium. Chissà di cosa avevano parlato? Chissà se Hill era lì con suo padre? Non si vedevano da diciassette giorni e nemmeno sentito visto che non aveva il suo numero. Non sapeva come stava, non sapeva se anche lui aveva avuto i suoi stessi problemi dopo quello scontro. Non sapeva nulla. Ma voleva. Voleva vederlo e parlargli.
-Ciao, papà. Com'è andata al Concilium?- domandò.
Ari Malik sospirò. -Non bene come speravo. Il Gran Consigliere Montoya non vuole impiegare le forze locali per indagare sull'accaduto. E poi c'era quel dannato Carter. Ha iniziato a dire cose come "non bisogna fare alcuna indagine" e " è stata solo un attacco casuale". Ha appoggiato le parole del Gran Consigliere, guadagnandosi i suoi favori. Così facendo mi hanno "fatto fuori" ed eccomi quì, deluso e sconfitto.- raccontò.
Alex storse le labbra.
Assurdo.
Come poteva, il Gran Consigliere, non far pattugliare le strade dopo che la sua villa era stata messa praticamente sottosopra?
Non capiva, eppure le cose stava così.
-In ogni caso...io sono affamato e ho bisogno di distrarmi dalla riunione di oggi- parlò Ari Malik. -Andiamo a mangiare?-
Il giovane principe annuì, gettando il mozzicone sulli scalino e spengnendolo con la suola della scarpa. Poi con un fazzoletto la raccolse e rientrò in casa per per gettarla nel secchio e andare a mangiare.

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Nel pomeriggio, Alex prese Jolly e fece per varcare il cancello, quando si sentì chiamare.
-Alexander.-
Lui si voltò abbastanza contrariato. Doveva dirle di non chiamarlo con il suo nome completo. Si, avrebbe dovuto. -Ciao- la salutò.
-Stai uscendo?- domandò lei.
L'espressione del ragazzo si rilassò mentre nella sua mente si delineò la risposta che avrebbe voluto darle. "No, sto ballando, non lo vedi?"
Certo che faceva delle domande...
-Si, ho un impegno importante e credo che ti annoieresti se venissi con me, Nadja- rispose Alex.
-Ma avevi detto che saremmo usciti insieme. Mia madre non la prenderebbe bene se sapesse che mi hai lasciata a casa, Alexander- replicò la giovane Dubcek.
Lui storse le labbra sentendo che si stava veramente irritato. Cos' era quello? Un ricatto? Fu ciò che disse. -Mi stai ricattando? Vuoi costringermi a portarti con me?-
La ragazza rimase interdetta da quelle parole.
-E se non volessi? Correrai da mammina a dirle che sono stato un pessimo fidanzato?- continuò lui, con amara ironia.
-Io...- Nadja non sapeva davvero come reagire con Alexander. A Praga non aveva mai avuto di questi problemi. Lì, ogni ragazzo le sbavava dietro e non si lasciava mai scappare l'occasione di accompagnarla in un posto o di passare del tempo con lei.
Ma lui...
Lui era diverso.
Si, era gentile e disponibile, come aveva dimostrato nelle settimane precedenti. Ma alle volte, come in quel momento, diventava insopportabile e odioso e a lei non piaceva.
No.
Non le piaceva affatto.
Il rumore del cancello che si apriva la riportò presente a sé stessa. Alzò i suoi occhi per vedere Alex che lo oltrepassava.
Lui chiuse il cancello senza voltarsi e si allontanò con il cane al guinzaglio.

The Hunter's Saga - Half an AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora