Venerdì
Non dormì particolarmente bene quella notte. Di conseguenza, al lavoro il giorno dopo, le sue palpebre cominciarono a cedere alle due e un quarto. Alle quattro, era quasi pronta a svenire su una pila di documenti.
"... non sei d'accordo, Hermione?" Chiese Harry.
"Assolutamente", mormorò.
"Ne sei sicura?"
"Mmh-mmh."
"Perché hai appena acconsentito a trasfigurarci da vombati e passare la serata a caccia di larve."
È ridicolo", sbadigliò. "I vombati sono erbivori."
Harry ridacchiò. "Hai lavorato fino a mezzanotte ieri sera, eh?"
"Qualcosa del genere."
"Posso parlare con Shacklebolt per ridurre il tuo carico di lavoro". Propose Harry.
"Non è quello, Harry".
"Malfoy?"
Hermione sospirò pesantemente in risposta.
"Cosa fa? Ti sta dando del filo da torcere?"
"Non esattamente".
"E allora che cos'è?"
"Non lo so, Harry".
Come avrebbe potuto spiegarglielo? Di quanto fosse strano sedersi accanto a lui su un divano, di sentirlo ridere e non provare fastidio? Bere il tè preparato da lui, indossare i suoi vestiti? Indossare i suoi vestiti anche una volta tornata a casa, quando avrebbe potuto cambiarsi, seppellire il naso nella maglietta dopo che se l'era tolta, respirando le deboli tracce del suo profumo?
"Provaci", disse Harry, sistemandosi accanto a lei.
"Possiamo parlarne più tardi, Harry. Dopo il lavoro. Devo finire queste scartoffie."
"Va bene. Andremo insieme al nascondiglio. Ho detto a tutti gli altri che li avremmo incontrati lì".
"Suona bene." Sorrise a Harry e tornò ai suoi fascicoli.
Ma non riusciva a concentrarsi. Non ora. Non quando la sua mente continuava a tornare al modo in cui si sentiva ad avere gli occhi fissi sui suoi, alla forma delle sue labbra mentre sorrideva, alla tristezza nella sua voce mentre recitava le parole di Viola. Non quando la sua mente continuava a vagare in avanti alla sessione della settimana successiva. E alla passeggiata nel parco che sicuramente non sarebbe successo. Perché glielo aveva chiesto? Semplicemente perché era alla disperata ricerca di una conversazione. Questo era tutto. Ancora più importante, però, cosa aveva pensato quando gli aveva detto che ci avrebbe pensato? Era stato semplicemente un momentaneo errore di giudizio, ovviamente. Per quanto riguarda il suo "accordo", beh, rispondeva alle sue domande, che gli piacesse o no. Dopotutto, aveva un lavoro da fare, e il suo atteggiamento truculento non si sarebbe messo in mezzo.
****
"Non me lo dirai, vero, Hermione?"
"Dire cosa?" Stavano camminando verso il bar. Hermione aveva suggerito di usare semplicemente il camino, ma Harry era determinato a ottenere qualcosa da lei. E Hermione era altrettanto determinata a rimanere zitta.
"Cosa sta succedendo con Draco?" disse, fermandola sul nascere. "Ti conosco, Hermione. So quando qualcosa non va bene".
"Non c'è niente di giusto in questo, Harry. Ogni settimana", disse, abbassando la voce, nonostante il fatto che avessero la strada tutta per loro. "Devo fingere che Draco Malfoy sia il maledetto Drake Malford. È bizzarro. È snervante".
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Thirteen Night - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionQuando Hermione viene incaricata di tenere d'occhio un Draco senza memoria, si trova di fronte a una decisione che potrebbe cambiare la sua vita per sempre. Questa storia non è mia, ma è la traduzione italiana dell'opera di Nelpher che potete trovar...