Hermione usò il camino per tornare al suo appartamento, mise alcune cose nella sua borsa e decise di smaterializzarsi direttamente al condominio di Draco. Il suo appartamento si trovava in fondo al corridoio, lontano dalle scale; quindi, la probabilità che qualcuno la vedesse era scarsa.
Per ora, almeno, la fortuna era dalla sua parte. Il corridoio era vuoto. Bussò alla sua porta.
"Drake? Drake? Sono io, Hermione. Apri."
Nessuna risposta.
Cercò di sedare le ondate di ansia che le si gonfiavano nelle viscere.
"Alohamora." La porta si aprì con un colpo di bacchetta. La rimise nella borsa. "Drake?"
Il soggiorno era buio, ma c'era una luce accesa in cucina. Chiuse la porta dietro di sé ed entrò nel suo appartamento. Il pavimento era disseminato di bastoni e ramoscelli di varie lunghezze. La maggior parte erano spezzate a metà.
"Drake?"
Era lì, seduto al tavolo della cucina, i capelli arruffati in disordine, il viso del colore della farina. Profonde occhiaie marrone scuro si raccoglievano sotto i suoi occhi. Aveva in mano un coltello, e nell'altra un ramoscello. Indossava ancora i suoi abiti da corsa e aveva un asciugamano avvolto attorno all'avanbraccio sinistro. La maglietta sporca di sangue rappreso della ferita.
"Drake?"
Alla fine, alzò lo sguardo verso di lei, sbattendo lentamente le palpebre. "Granger? Cosa?... deve essere giovedì, allora".
"Drake... Che cosa stai facendo?"
"Non lo so."
"Che cosa è successo al tuo braccio?"
"Ho cercato di tagliarlo."
"Oh, Drake..."
"Non è il mio nome, Granger. Per favore, non chiamarmi così". Distolse di nuovo lo sguardo da lei e iniziò a far girare il coltello sul tavolo.
Deglutì e si asciugò i palmi sudati sui jeans. "Draco".
"Molto meglio."
"Fammi vedere il tuo braccio."
"Non cè motivo. Non ha funzionato". La calma nella sua voce era snervante.
"Draco. Guardami".
Lo ha fatto. La lucentezza vitrea e lontana nei suoi occhi le fece desiderare che non l'avesse fatto.
"Tu..." La sua voce tremava. "Ti fidi ancora di me?"
Lui annuì molto lentamente.
"Allora chiudi gli occhi. Subito. Non aprirli finché non te lo dico io".
"Va bene, Granger." Le sue palpebre si chiusero verso il basso.
Recuperò la bacchetta dalla borsa e la puntò verso Draco. "Dormiso."
Quando fu certa che dormiva, gli tolse l'asciugamano dal braccio sinistro. Ciò che vide la costrinse ad aggrapparsi al tavolo per mantenersi ferma. Un enorme squarcio correva dal polso al gomito. "Santo Dio", sussurrò. Hermione recuperò una fiala di Dittamo dalla borsa e la versò sulla ferita. La carne cominciò a ricomporsi all'istante, senza lasciare traccia della ferita. Poi usò un Gratta e netta per la maglietta e sul tavolo.
"Vorrei che anche tutto il resto fosse così facile, Draco."
Si strinse a lui e si concentrò su una sciarpa rossa e una piramide di pietre.
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Era ancora incosciente. Il che era una buona cosa. Non pensava che sarebbe stata in grado di farlo se lui fosse rimasto sveglio.
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Thirteen Night - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionQuando Hermione viene incaricata di tenere d'occhio un Draco senza memoria, si trova di fronte a una decisione che potrebbe cambiare la sua vita per sempre. Questa storia non è mia, ma è la traduzione italiana dell'opera di Nelpher che potete trovar...