CAPITOLO 16

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Domenica

Il vento gli sferzava le orecchie. Erano tutti immersi in una luce verde.

"Draco, Draco, non sei un assassino", disse il vecchio.

"Come sai che non è così?" chiese in fretta. Le parole suonavano infantili alle sue orecchie. Sentì un rossore di imbarazzo bagnargli la pelle. Le sue ginocchia tremavano. Il suo stomaco minacciava di svuotarsi da un momento all'altro. Il bastone gli bruciava tra le mani. Lo strinse più forte, puntandolo verso il vecchio. Il vecchio lo implorava di non farlo, ma non sembrava aver paura di lui.

"Non sai di cosa sono capace" disse, questa volta con più forza. "Non sai cosa ho fatto!"

Sentiva i suoi genitori dietro di lui, che lo esortavano a farlo. Forse questa volta, se si fosse girato abbastanza velocemente, sarebbe stato in grado di vederli. Doveva cogliere l'occasione. Si voltò, ma scomparvero. Al loro posto c'era Lui. L'uomo serpente."

"Mi deludi, Draco." La sua voce era olio. Sporco. Appiccicoso. "Moriranno. Perché mi hai deluso".

"No." Voleva che la sua voce fosse forte, potente. Ne uscì in un appello strozzato.

All'improvviso, la luce verde nel cielo si contrasse in una palla e si diresse verso la torre. Alzò le braccia al cielo, proteggendosi gli occhi dalla luce malata. Il proiettile lo colpì in pieno all'avambraccio sinistro, mandandogli un dolore lancinante in tutto il corpo.

Sentì l'oscurità avvolgerlo mentre gridava e chiudeva gli occhi.

All'improvviso, c'era un'altra persona nell'oscurità, che lo scuoteva, ripetendo il suo nome. Solo che non proprio il suo nome. Vicino al suo nome, ma non al suo nome.

"Drake? Drake? Svegliati. È solo un sogno. Svegliati".

I suoi occhi si spalancarono di scatto. La prima luce grigia infestava la stanza. Era nel suo letto. Era accanto a lui, incorniciata da un'aura spettrale. Le lenzuola erano un pasticcio sudato e aggrovigliato. Il suo avambraccio era fottutamente in fiamme. Gridò e se lo portò alla bocca, aspettandosi che gli venissero delle vesciche sulle labbra. Quando non successe nulla, tirò via il braccio e gettò le lenzuola sul pavimento.

"La torre?" chiese.

"Ero lì, Granger. So che ero io. Questo non era un sogno."

"Drake..."

"Draco".

"... Cosa?"

"È così che mi ha chiamato. Il vecchio, il... l'altro. Draco. Come fai tu a volte".

"Il tuo subconscio deve aver confuso il..."

"No." Si alzò dal letto e prese i suoi boxer.

"Dove stai andando?"

"Vado a correre." Aprì il comò e tirò fuori un paio di calzini, pantaloncini di nylon e una maglietta.

"Adesso? Ma sono solo le sei del mattino".

"E allora?" Chiese, allacciandosi le scarpe da ginnastica.

"Non andare. Resta con me. Lascia che ti porti un bicchiere d'acqua. Possiamo parlare..."

"Torno presto."

Spalancò la porta del suo appartamento e si precipitò giù per le scale e uscì dall'ingresso dell'edificio. Si lanciò immediatamente in uno sprint, ignorando la rigidità dei suoi muscoli. Il freddo pungente dell'aria che precedeva l'alba tagliò il miasma onirico che gli circondava la testa.

Thirteen Night - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora