:: 17 ::

94 7 291
                                    

"Ricordami, a che ora dobbiamo andare da Alex domani?"

Juanjo si lasciò scappare una risata mentre camminava in mezzo ad una delle strade del centro di Firenze; alla fine erano riusciti a prepararsi in tempo per uscire e ora si stavano dirigendo verso il ristorante. Il più grande lanciò un'occhiata al ragazzo al suo fianco e poi al resto del viale. Non c'era praticamente nessuno e le luci della giornata si stavano piano piano attenuando.

Decise di allungare una mano per accarezzare il dorso di quella di Martin per poi intrecciare le loro dita e continuare a camminare come se nulla fosse. Si sentiva bene. La brezza lievemente fresca che gli colpiva il volto contrastava perfettamente con il calore che sentiva nel petto quando era per mano con il suo ragazzo.

"Ha detto poco dopo mezzogiorno, lui e Denna partono dopo pranzo".

Martin annuì puntando lo sguardo in avanti e tentando di non reagire in modo troppo infantile davanti al fatto che stava camminando per mano con Juanjo.

In questo momento sembrava così facile essere una coppia normale.

Il ristorante dove avevano una prenotazione era un posto semplice, frequentato da famiglie e turisti, con quell'aria familiare che tanto piaceva ad entrambi. Non appena si sedettero, Martin appoggiò i gomiti sul tavolo e si sostenne la testa con le mani, rivolgendo a Juanjo un sorriso particolare.

"Che c'è?", domandò lui, un po' timido, come se avesse davanti un ragazzo con cui aveva iniziato a sentirsi da poco e questo fosse il loro primo appuntamento.

"Ti piace?".

Juanjo ridacchiò in maniera nervosa, "Cosa? Il ristorante?", Martin annuì, "Sì, è molto carino".

"Bene", disse l'altro semplicemente, senza smettere di sorridergli; a Juanjo diventò tutta la faccia completamente rossa, perchè non aveva idea di cosa stesse pensando il ragazzo seduto in fronte a lui, e la cosa lo faceva sentire piccolo.

"Ma che hai? Perchè sorridi così? Smettila", appoggiò una guancia sulla mano senza interrompere il contatto visivo.

Martin fece una smorfia triste, per poi riprendere a sorridere. In realtà non sapeva nemmeno lui cosa stesse succedendo, era semplicemente felice.

"Sono felice", rispose con leggerezza, sfacendo un gesto di indifferenza. Ma Juanjo capì che era una cosa importante.

"Ah sì?"

"Sì. Ti amo", anche questa volta scrollò le spalle, come se volesse dirgli che anche stare semplicemente vicino a lui lo rendeva felice, e tutto questo solamente perchè era terribilmente e irrimediabilmente innamorato.

Juanjo sbuffò spostando la testa verso l'alto per poi allungare un braccio sul tavolo, poggiandoci sopra la testa, e sfiorando il gomito di Martin con la punta delle dita. Il più piccolo allungò a sua volta la testa in avanti come se fosse incuriosito, ma l'altro si nascose nell'incavo del braccio ridendo.

"Mi piace quando diventi tutto nervoso perchè ti dico che ti amo, sei ancora più bello".

Il pilota alzò lo sguardo, fissandolo sui dettagli del viso di Martin, in questo esatto istante si rese conto di quanto fossero cresciuti, di quanto fossero grandi e allo stesso tempo terribilmente piccoli. Il sorriso del ragazzo era rimasto sempre lo stesso da quando l'aveva conosciuto, solo che ora era contornato da quei baffi che lo facevano impazzire e gli facevano il solletico ogni volta che si baciavano. Si trovò a domandarsi se anche Martin vedesse quanto fosse cresciuto.

Si ricompose sul tavolo per fargli una domanda, "Cos'hai pensato di me quando mi hai rivisto per la prima volta?"

Lui non esitò, forse perchè era da tempo che aspettava di potergliene parlare, "Vuoi la versione lunga o quella breve?"

Tutto questo sei tu || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora