Capitolo 25

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Capitolo 25

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Capitolo 25


I giorni seguenti erano trascorsi senza lode né infamia. Durante le ore diur­ne Stu aveva continuato a gironzolare per Williamsburg, arrivando a me­morizzare e conoscere piuttosto bene le strade, i loro nomi ei loro sbocchi. Non poteva dire di conoscerle a menadito, ma adesso non aveva più bisogno di muoversi col naso incollato alla piantina che gli aveva dato la receptionist del B Hotel & Hostel.

Aveva frugato con lo sguardo ogni negozio, ma non era riuscito a trova­re un'occupazione adatta a lui. Si era presentato in una filiale della Wester Union, ove ricercavano un apprendista part-time, ma non ebbe fortuna: il gestore era inflessibile ed esigeva che il candidato parlasse uno spagnolo fluente. Stuart aveva accusato il colpo e se n'era andato, trascinando con sé la propria delusione.

Alla sera, quando il sole tramontava e Brooklyn si ammantava di una fa­scinosa coltre di luci artificiali, l'amarezza del giorno appena trascorso svaniva, lasciando spazio all'entusiasmo giovane e fresco della novità. La certezza che tutto si sarebbe presto sistemato e che ogni suo sforzo sarebbe stato ricompensato gli donava una gioia incontrollabile.

Ogni volta che si specchiava per caso in qualche vetrina, provava un orgoglio profondo verso se stesso: nonostante i pochi mezzi a sua di­sposizione, nonostante la solitudine, nonostante tutte le incognite che il fu­turo gli riservava, aveva avuto il fegato di cominciare una nuova vita, senza alcun aiuto da parte di nessuno. Aveva scoperto, in quei pochi giorni tra­scorsi a vagabondare per il quartiere, quanto il sogno americano fosse difficile da raggiungere, ma non per questo lo reputava impossibile. Anzi: era certo che, quando si sarebbe avverato, avrebbe avuto il sapore più dol­ce e succoso mai degustato prima.

Stuart aveva ricominciato a dormire in auto e mangiare sandwich a bas­so costo acquistati nei supermercati lungo la via. Aveva accarezzato anche l'idea di soggiornare un'altra notte al B Hotel & Hostel, ma aveva decretato che fosse molto più saggio risparmiare quanti più soldi possibili.

Non si era più ubriacato e le bottiglie di whisky acquistate in Dekalb Ave erano pressoché intatte. Solo due volte si era concesso un piccolo sorso prima di sprofondare in un sonno breve ma intenso. Quella sera, invece, aveva ceduto alla tentazione di tornare al Tradesman, ma si era limitato a una sola pinta di bionda schiumosa..

Alzando gli occhi scuri in direzione dello specchio dietro al bancone, vide una ragazza osservarlo. Assomigliava a Nola, ma non era lei. Per un istante – un solo, fugace istante – Stuart soppesò l'idea di alzarsi dallo sgabello e sedersi accanto a lei.

Ci rifletté. Pagò il conto e uscì dal locale.


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Buongiorno, amici!

Come sempre, spero che la storia vi continui a piacere!

Tra qualche giorno posto il seguito.

Vi mando un abbraccio fortissimo. Tanto amore.

Figlio dell'amore e dell'odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora