Stuart Anderson vive a New Houlka, una piccola città del Mississippi. È un ragazzo solitario, che soffre di depressione a causa del bullismo subito durante il periodo scolastico. Nonostante tutto, cerca comunque di occupare il giusto posto nella so...
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Capitolo 27
Durante la notte, trascorsa in auto, Stuart aveva dormito poco e male. I sogni si erano trasformati in incubi che temeva fossero premonitori: più volte aveva immaginato il vecchio fruttivendolo insultarlo e cacciarlo in malo modo, per poi intimargli di non farsi mai più vedere per alcuna ragione.
Alle cinque del mattino, nonostante la temperatura fredda, si era svegliato sudato e ansimante. Aveva preso il suo zaino con dentro i soldi, il pettine, il rasoio e lo spazzolino ed era andato a bere un caffè al bar. Usufruendo del bagno, si era aggiustato come meglio aveva potuto. Il giorno successivo, forse, si sarebbe cambiato d'abito e avrebbe portato i vestiti sporchi in una delle numerose lavanderie a gettone che costellavano la città.
Aveva raggiungo Rockaway Parkway e in particolare il negozio di frutta e verdura. La saracinesca era abbassata per tre quarti e una luce fioca e giallastra fuoriusciva dall'interno della bottega. Stu si aggiustò lo zaino, portato in bilico su una spalla e colpì a mano apertala serranda. La voce ringhiosa del vecchio lo invitò a entrare e non fare rumore. Il ragazzo obbedì docile.
Attesero una decina di minuti, tutti e due in silenzio; il vecchio – che si presentò come Frank Novak – si tuffò in nuove parole crociate, mentre Stu canticchiava nella propria mente qualche brano musicale della sua adolescenza, rimasto aggrappato con tenacia alla sua memoria. Poi arrivò il camion – che in realtà era un furgoncino telonato più che modesto – e l'anziano proprietario sollevò del tutto la saracinesca e indicò all'apprendista di mettersi subito al lavoro.
Stuart eseguì ogni esigenza del vecchio Novak, che sembrò divertirsi in molte occasioni a subissarlo di ordini e poi contrordini del tutto opposti. Il ragazzo aveva stretto più volte i denti e ingoiato sequele d'insulti, limitandosi a qualche sospiro sibilante.
Dopo una cinquantina di minuti, il negozio era perfettamente predisposto all'apertura. Frank Novak osservò con occhio critico l'ambiente circostante, piantando le mani chiuse a pugno sui fianchi. Annuì.
«Bene. Molto molto bene, moccioso» estrasse il portafoglio – in similpelle logora e rammendata alla bell'e meglio lungo le cuciture – e gli allungò venti dollari così lisci e fruscianti da sembrare appena usciti dalla U.S. Central Bank. Stu parve titubante per un secondo, poi li agguantò, li piegò a metà e li nascose nel taschino interno della giacca.
«La ringrazio.»
«Lo credo bene. Ora va', va', o con quelle orecchie bucate mi spaventi i clienti.»
Stuart accusò il colpo, si voltò e imboccò l'uscita. Sistemò lo zaino sulla spalla e risalì la via, sino a raggiungere Broadway. Salì in auto, mise in moto la Pontiace ridiscese verso Brownsville, alla ricerca di un parcheggio che risultasse abbastanza vicino al lavoro, in modo da poter riposare un po' più a lungo al mattino. Dopo numerose peripezie e un senso unico imboccato maldestramente, che gli procurò una sfilza di imprecazioni e minacce da parte degli altri conducenti, sfociò in Blake Ave. La fortuna lo aiutò, facendogli trovare un posteggio proprio all'altezza del piccolo giardino dirimpetto al primo complesso residenziale popolare.
Spense il motore e si sentì svuotato: aveva trovato una piccola rendita quotidiana e avrebbe fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per mantenerla. Poteva disporre di un giorno di riposo e, se avesse economizzato a sufficienza durante la settimana, il sabato sera si sarebbe potuto divertire.
Stuart si chiese, all'improvviso, se non avesse già spremuto il massimo da quella città; se non sapeva, ancor prima di abbandonare New Houlka, che la Grande Mela gli avrebbe riservato una solitaria vita stenti.
A quel pensiero trasalì e premette, senza volere, il clacson. Due bambine di colore della stessa età – amiche o forse gemelle – che uscivano da un portone per andare a scuola, risero; il padre, un uomo grande e muscoloso, lo intimò di non fare casino.
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Buongiorno, amici!
Come sempre, spero che la storia vi continui a piacere!