10.

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Sono tre giorni che Emi cerca di parlarmi e ho già ricevuto 10 chiamate alle quali non ho risposto, non ne voglio davvero sapere.
Devo pensare,pensare a cosa devo regalare ai miei genitori e a Maria. Ho già comprato qualcosina, ma quest'anno ho trovato un lavoro part-time nel paesino in cui vivo e ho messo da parte un bel bruzzoletto da permettermi regali più lussuosi per i miei amati parenti. Ho intenzione di comprare un bel braccialetto in argento dalla gioielleria difronte casa per mamma.
Per papà un dopobarba di una marca che dieci mesi fa non potevo neanche guardare. E Maria?
Mi faccio una doccia e mi preparo per uscire. Sento il cellulare squillare.
-"Diamine dove l'ho lasciato?" Il telefono continua a squillare e la suoneria è quasi terminata.
-"Dannata me quanto sono sbadata." Mi fermo e cerco di concentrarmi per ascoltare da che parte proveniva la suoneria prima che finisse. Corro verso il divano una volta individuato il suono.
Infilo le mani nei cuscini del divano e afferro il cellulare.
-"Alleluia!"
Un numero sconosciuto. Mi schiarisco la voce ma proprio nel momento in cui apro la chiamata, la persona dall'altra parte del cellulare la chiude.
-"Dannazione." Prendo la borsa le chiavi ed esco furiosa
Per un momento mi passa per la mente il pensiero che sia stato Emi a chiamarmi con uno sconosciuto dato che io non rispondevo alle sue chiamate.
Entro in un negozietto davvero carino e do un'occhiata qua e là e trovo il regalo giusto per Maria:una sciarpa bellissima, color viola acceso. Quando la si tocca si può sentire che è fatta a mano, chissa' da chi. È di lana e queste sciarpe io le ho viste fare solo a mia nonna. È sofficissima e Maria ama le cose soffici e morbide, basta solo pensare che ama il balsamo per capelli che glieli rende sempre morbidi e lucenti e io amo tantissimo toccarli.
Mi dirigo verso la cassa e pago. Mi dirigo verso l'uscita del negozietto e il freddo mi avvolge ed io mi affretto a coprirmi il viso tanto da tener scoperti solo gli occhi. Faccio solo due metri dall'uscita del negozietto e vedo Emi che si sta dirigendo proprio verso di me.
"Oh cavolo, cosa faccio?" Continuo a tenere il viso coperto e abbasso lo sguardo. Emi passa avanti ed entra nel negozio.
Mi giro a guardarlo e vedo che osserva una collana esposta nel vetro del bancone della cassa. Chiede alla commessa di uscirla e la tocca, la passa fra le mani. Cavolo quando sceglie un regalo lo fa con il cuore.
Basta non posso più guardare, sta pagando e devo andare o mi scoprirà. Inizio a camminare ma maledetto sasso mi fa inciampare e cado come una patata per terra. Ho le mani bagnate e tutto il petto perché l'asfalto non era ancora asciutta dopo la nevicata di questa notte.
-"Cazzo." Dico furibonda.
Cerco di alzarmi ma ho le ginocchia doloranti e cerco di far forza sulle mie braccia.
Vedo dei piedi e alzo la testa per vedere a chi appartenessero. Emi si era piantato davanti a me e stava ridendo.
-"Mi spieghi che hai dai ridere?"sbuffo.
-"Te, mi fai ridere."
-"Ti fa ridere il fatto che io sia caduta?"
-"Si ahahahah"
-"Smettila e aiutami ad alzarmi."
Mi prende una mano e poi l'altra e tira a se' con forza.
Finisco vicino il suo viso bello, bello da morire. I nostri occhi si incontrano e mi sorride. Mi lascia andare.
-"Cosa ci facevi lì per terra?"
-"Tu che dici sono caduta? Ma noo, volevo constatare che la strada fosse bagnata. "
Lui ride e rido anche io.
-"Perché non hai risposto alle mie chiamate Very?" Diventa ad un tratto serio.
-"Senti Emi, dopo la tua scenata non mi andava di parlarti ok?"
-"Ed ora, ti va?"
-"Solo perché mi hai aiutata ad alzarmi." Rido.
-"Aah bene devo farti cadere spesso."ride.
-"Smettila scemo. Sto congelando." Incrocio le braccia e cerco di farmi calore.
-"Scusami non avevo visto che eri bagnata. Vieni con me ti porto a casa mia ad asciugarti."
-"Non preoccuparti vado a casa mia."
-"Casa mia è dietro l'angolo, fin quando arrivi a casa tua vuoi prenderti un raffreddore? Natale si sta avvicinando e non ti conviene per niente." Sorride. Mi frega sempre quel sorriso.
-"Beh, solo per questo vengo." Sorrido.
Si toglie la giacca e la poggia sopra le mie spalle.
-"Per ora prendi questa."sorride.
-"Grazie."arrossisco.

Una volta arrivati, entro ed è inutile dire come potesse essere immensa la casa di una persona famosa. Era calda e c'era il camino accesso dove bruciava una piccola fiammella.
-"Siediti vicino al caminetto, vado a prendere dei vestiti per te."
Anniusco con la testa e faccio quello che mi ha detto.
Sento il calore del fuoco sulla mia pelle che si riscalda e sento pian piano un formicolio. Qui si sta davvero d'incanto.
Sento i passi di Emi sul parquet.
-"Ecco a te, sono un po' larghi ma dovrebbero andarti." Mi porge i vestiti e mi sorride.
-"Dove posso.." non finisco neanche la frase che mi precede.
-"Puoi andare in camera mia a cambiarti."
-"Grazie."sorrido e mi alzo.
-"E' quella infondo." Dice indicandomela ed io annuisco.
Entro nella sua camera e scopro che Emis Killa era più ordinato di me. Cavolo era un pensiero che non mi era neanche passato per la mente. Sfilo i miei vestiti e infilo prima la maglietta che mi aveva dato Emi. Mi andava enorme, doveva essere la sua. In realtà non era una maglietta ma un maglione ed era così caldo. Poi infilo un leggins, ok questo era da donna, ma rido solo al pensiero che fosse suo.
-"Emis Killa versione ballerina di danza classica." Rido così forte che mi sente.
-"Ehi cosa c'è da ridere?"
-"Niente ahahah"rispondo dall'altra camera.
-"Hai finito, posso entrare?"
-"Si si certo entra." Apre la porta ed entra. Si ferma a guardarmi.
-"Cosa c'è ora che mi guardi così? " dico cercando di non perdere la pazienza.
-"Te, sempre te."
-"Cosa me?"
-"Sei bellissima."
Ok mi sto sciogliendo come un cioccolatino al sole..

CONTINUERO' NEL PROSSIMO CAPITOLO.♥
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Il coraggio di non arrendersi. Emis Killa fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora