2.

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Avevo voglia di dirgli quanto era bello,bello da far male.I suoi occhi con il mare dentro che ti trascina con se, con la sua voce che starei ore ad ascoltare. Ma no, decisi di stare zitta.

Era una sorte di amore platonico. Un amore platonico è il modo in cui comunemente si definisce una forma di amore sublime, nobile. L'amore più bello, che esclude la dimensione sessuale e quella passionale . Quella forma di amore che nonostante le distanze e le difficoltà non si spezza, nonostante il fatto che lui non conosca niente di te, non sarà mai un motivo per smettere di amarlo.

-"Ci rivedremo? " disse infrangendo i miei pensieri.

-"Perché no?"risposi con fatica a causa di quelle dannate parole che si bloccavano e uscivano a malapena dalle labbra.

-"Sei di qui?"

-"No, sinceramente mia madre è di qui e mi trovo a Legnano per le spese natalizie. Credo che mi fermerò per tutto il periodo natalizio."

-"Bene."disse con un leggero sorriso sulle labbra.

-"Bene." ribattei con un tocco di nonchalance.

-"Oh scusami non mi sono ancora presentato, che maleducato. Mi presento, sono Emiliano."disse porgendomi la mano. Oddio la sua mano, quella che avevo sognato di toccare durante un suo concerto.

-"Piacere Veronica." risposi stringendoli il palmo, accorgendomi di essere fredda avvertendo il calore che emanava il suo corpo.

-"Mmh i tuoi capelli rossi mi fanno pensare all'autunno. Il tuo nome invece etimologicamente significa "portatrice di vittoria". Sei la vittoria di qualcuno?"

-"Beh, non credo proprio."

-"Chissà se un giorno avrai qualcuno che ti tratterà come la sua vittoria"

-"E già.. Spero che tutto questo cambi primo o poi."

-"Ehi." disse con voce calma e consueta.

-"Si?"

-"Ho un debole per le rosse, ma da oggi ne ho un altro."

-"E quale sarebbe?"

"Te."Sentii una fitta allo stomaco e la caloria che saliva fino alle stelle. Altro che l'amore si sente dal cuore, si sente dallo stomaco.

Il mio stava andando in subbuglio per quello che aveva appena detto. .-"Oh."feci rossa, sentendo le guance che andavano a fuoco.

-"Beh Veronica, ci si vede in giro. È stato un piacere conoscerti, spero di incontrarti di nuovo qui da queste parti e offrirti un caffè. "

-"Ma certo." risposi pensando ancora alla conversazione di attimi prima.

-"Al più presto, e che non sia un addio ma un arrivederci."

-"A presto. "dissi con una speranza in più.

Lo vidi dirigersi verso il registratore di cassa per pagare il famoso maglione che si stava provando prima che io mi infilassi sbadatamente nel suo camerino. Alle sue spalle vidi uno scaffale con vari vestitini, tra i quali adocchiai uno davvero carino color glicine perciò decisi di vederlo meglio avvicinandomi. Le nostre spalle di sfioravano un'altra volta e sentii un brivido sulla schiena e uno nel cuore. Adocchiai il prezzo ma era troppo alto per le mie umili tasche e sbuffai dalla disperazione. Al suo suono si girò lui che osservendomi dalla testa ai piedi dice"

-"Ti starebbe davvero bene quel vestito addosso. Esalterebbe i tuoi capelli e i tuoi occhi. Spero di vederti un giorno mentre lo indossi se decidi di comprarlo."

-"Purtroppo non lo acquisterò, il prezzo è troppo alto per il mio portafoglio."

-"Peccato, saresti stata splendida con quel vestitino."

"Grazie."

Mi girai dall'altra parte non riuscendo a tenere la tensione e mi diressi verso la porta dopo averli fatto un cenno in segno di saluto. Non lo vidi uscire dal negozio per tutto l'isolato che percorsi per arrivare a casa. Eppure aveva finito di pagare, mancava solo che si girasse per prendere la busta e lo scontrino quando era troppo impegnato a parlarmi e a farmi complimenti. Camminavo con passo veloce per timore di arrivare tardi per pranzo e non ne avevo proprio voglia.

Il coraggio di non arrendersi. Emis Killa fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora