14.

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Non appena sono ritornata a casa mi sono stesa sul letto e ho dormito per bene sei ore.
Ho aperto gli occhi e ho acceso il display del mio cellulare per controllare l'ora. 19.02
Merda, ho dormito così tanto?
Mi infilo le mie pantofole a coniglietto ma neanche il tempo di alzarmi dal letto mi viene in mente il sogno che avevo fatto.
Stavo passeggiando e ho visto Emi mano nella mano con un'altra.
Mio dio. Scaccio via il pensiero perché mi sta procurando un forte mal di stomaco.
Squilla il telefono e rispondo. Era Maria.

-"Ehi, si può sapere che fine hai fatto?"
-"Si scusami ma sono state delle giornate abbastanza intense. Devo raccontarti tutto."
-"Certo. Dove sei ora?"
-"Seduta sul mio divano nel mio adorato pigiama."rido.
-"Non ci credo, ti sei appena svegliata? "
-"E chi ti ha detto che dormivo?" Cerco di svignarmela dalla pappardella che sto per prendermi dalla mia migliore amica.
-"Veronica, non mi prendi in giro. Tu indossi il pigiama solo per dormire. Quando sei in casa indossi un'altra cosa."
-"E va bene hai ragione. Ma lo sai che io non posso rinunciare proprio al mio riposino pomeridiano." Rido.
-"Pomeridiano? È sera. Scometto che dormi da mezzogiorno."
-"No.."
-"Mmh?"
-"Beh, quasi. "
-"Certo che fai schifo. "Ride dall'altra parte del telefono. Poi continua. -"Ascolta preparati che ti vengo a prendere ed usciamo un po'."
-"Va bene mammina. "Rido.
-"Brava, sei una figlia ubbidiente. "Ride anche lei.
Riattacchiamo il telefono.

Mi dirigo verso il bagno, mi faccio una bella doccia calda e passo il rasoio sulle gambe. Una volta asciutta indosso l'intimo e infilo un paio di jeans neri stretti e un maglioncino blu con le maniche lunghe che mi comprono metà palmo di entrambe le mani. Sarò più calda. È una settimama già che mamma e papà e mio fratello sono dalla zia Carol in montagna. Vive lì da circa trent'anni. Resteranno lì per qualche altro giorno, giusto in tempo di Natale.

Quindi sono costretta a badare a me stessa fin quando non sono di ritorno, ma a dir la verità stare da sola in casa non è poi così orribile. Credevo fosse stato spaventoso, soprattutto la notte. Ho trovato il modo di non avere paura durante la notte:accendo il lumino del comodino affianco al mio letto e lo lascio acceso fino al giorno dopo. Forse la bolletta questo mese sarà un po' piu' amara ma vale la pena, no? Metterò una parte anche io anche se so che i miei genitori non me lo permetteranno. Mamma mi dice sempre di risparmiare così quando c'è qualche emergenza posso spenderli tranquillamente.

Infilo le mie All stars bianche e indosso il giubbottino di pelle nero. Prendo la borsa e infilo dentro un pacco di fazzoletti (possono sempre servire) e il portafoglio.
Prendo il cellulare e chiudo a chiave la casa.
Controllo il cellulare per controllare se mi fosse arrivato un messaggio di Maria ma niente. Ancora non era arrivata.

Decido di aspettare altri due minuti prima di rietrare in casa perché fa freddo e proprio in quel momento vedo la Fiat 500 di Maria piazzarsi di fronte a me. Suona il clacson e abbassa il finestrino.

-"Baby su sali." Sorride.
-"Arrivo."
Apro la sportella del posto accanto alla guida e mi infilo dentro. Sento d'un tratto calore. Si stava caldi e non volevo più uscire.

-"Hai accesso l'aria calda?"mi giro verso di lei.
Maria continua a tenere gli occhi fissi sulla strada e senza girarmi mi risponde.
-"Sì, mi faceva freddo e ho pensato che l'avresti gradita." Sorride.
-"Grazie."le sorrido. Le voglio tanto bene.

Prende un sospiro e dice:
-"Ho bisogno di parlarti. "
-"Dimmi." Vedo che la sua faccia è preoccupata, cosa sarà successo?
-"Io e Luca ci stiamo prendendo una pausa." È quasi sull'orlo delle lacrime.
-"Oh mio Dio. Cosa è successo?
-"Non ci sentiamo quasi mai , non solo da quando sono qui a Legnano."
-"Perché? "Spalanco gli occhi.
-"Lui ha sempre da fare, ha tantissimi allenamenti da quando l'hanno preso nel Bari e non deve neanche saltare un allenamento di calcio. Quindi.." Non finisce la frase ma sono sicura che non ha più parole per questo non continua.
-"Oh mamma, mi dispiace tantissimo amore." Vorrei abbracciarla ma è al volante e non posso distrarla.
-"Non preoccuparti.." vedo delle lacrime uscirle dagli occhi.
-"Dai su non piangere si sistemera' tutto." Cerco di confortarla.
-"Hai ragione." Un sorriso un po' sforzato compare sulla sua bocca.
-"Beh, passiamo a te ora. Dove sei stata in questi giorni?"
-"Mmh.. Emiliano mi ha baciata." Sputo il rospo.
Frena e si gira a guardarmi.
-"Oh mio Dio cosa?" Spalanca gli occhi e sorride a trentadue denti. Meno male che questa cosa la fa sorridere.
-"Siii"
-"Ma è grandioso!" Rimette gli occhi sulla strada.
-"E' stato bellissimo. Ho sentito le farfalle nello stomaco. "Sorrido ripensando a quel momento.
-"Oh madoninnaa" Sembra più euforica di me.
-"Ho fatto un incubo oggj pomeriggio quando dormivo. "
-"Ossia?"
-"Ho visto Emi mano nella mano con un'altra. " sospiro.
-"Ma dai era solo un sogno."
-"Si si."
-"Comunque stasera Ryan da' una festa a casa sua e ci ha invitate e non accetto un no come risposta."
-"Ryan? Ti ho detto che mi ha chispesto di uscire?"
-"Mi ha già raccontato tutto lui mentre tu non ti facevi sentire."
-"Scusami."
-"Non preoccuparti. "Distoglie un attimo lo sguardo dalla strada e lo posa su di me.
-"Grazie." Le sorrido.
-"Prepara un bel vestito." Mi fa l'occhiolino.
Annuisco. Devo dire che non sono tanto eccitata di andarci ma dopotutto cosa dovrei fare, stare in casa? Ci sarà da divertirsi.
-"Andiamo a prendere un caffè? "Mi domanda mentre stiamo per passare davanti ad un Bar.
-"Espressino!" Sorrido.
-"E vada per l'espressino!" Ride ed io mi unisco a lei. La amo.

Il coraggio di non arrendersi. Emis Killa fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora