Frustrazione

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Liam

Vedo Camila sorridere ad uno dei suoi compagni di classe il cui nome mi è ancora sconosciuto, non gradisco la sua presenza, di questo sono certo. Un altra cosa aggiunta all'elenco delle cose che odio di questa giornata.
Perfetto.
Sento i nervi a fior di pelle mentre lo guardo, le sorride e anche se lei non se ne accorge le sta squadrando il corpo come un cazzo di pervertito.
Lei ovviamente non è consapevole del fatto che lui sta pensando cose indecenti visto che arrossisce come una bambina con la sua prima cotta all'asilo.
Schifoso.
Mi avvicino alle sue spalle e Camila si accorge della mia presenza solo quando appoggio i miei palmi all'altezza delle sue clavicole. La parte superiore del suo corpo è avvolto da una camicetta che le sta divinamente e dalla quale si può immaginare cosa ha sotto, proprio cosa sta facendo lui in questo momento, per un secondo solo da quando è iniziata la conversazione vedo il suo sguardo saettare dal suo petto agli occhi per poi ritornare su di esso.
Che schifo.
<<Hey Liam>>
Lei è sorpresa dal mio tocco e non posso fare altro di godere quando il sorriso sulla boccuccia dello stronzo svanisce.
<<Dovremo andare alla prossima lezione lo sai?>>
Lei annuisce abbassando lo sguardo per non far notare anche a me il rosso sulle sue guance, anche se l'ho visto già prima di avvicinarmi.
<<Lo so, aspetta solo due minuti e arrivo>>
Annuisco allontanandomi contro voglia, non c'è nulla che odi di più di lasciarla sola con quello, si capisce tutto da come la guarda eppure lei a causa della sua innocenza.
<<Liam>>
Jake di avvicina a me ma il suo sguardo rimane di Camila e quel ragazzo, sul suo viso leggo ciò che penso anch'io.
<<Non mi piace>>
Il mio tono è basso e messo insieme alla mia espressione dalla quale si potrebbe dedurre la cosa giusta cioè che ho una malsana voglia di fare male a quel ragazzo.
<<Neanche a me>>
Lui ribatte e mi accorgo che lui ha un espressione che immagino sia molto simile alla mia.
<<Volevo parlarti>>
Annuisco e le do tutta la mia attenzione mantenendo comunque un occhio su ciò che io reputo la cosa più importante in questo momento.
Camila.
<<Mi è stata data la cartina di questa scuola per esaminarla e ho riscontrato alcuni problemi>>
Sto ascoltando mio fratello ma già dopo le prime tre parole ho iniziato a sentirmi annoiato.
<<Io adesso non posso e di Jacob non mi fido, perciò puoi andare tu?>>
Colgo l'occasione per provare a sfogare il nervosismo che in questo momento è come una fiamma bollente nel mio corpo e acconsento con un segno del capo. Il ragazzo esce dall'aula e lei subito si avvicina a noi con una busta trasparente che contiene dei fogli, da ciò deduco che le ha dato i suoi appunti.
<<La prossima volta dovresti prendere appunti, sai che sei lì a fare anche questo e non solo a fare amicizia>>
Usciamo anche noi, in corridoio lei è a fianco a me e preso dal nervoso mi lascio sfuggire delle parole totalmente sbagliate.
il mio tono è intriso di cattiveria, una che non dovrei provare nei suoi confronti e che non comprendo da dove venga fuori.
<<E tu che ne sai che sei stato tutto il tempo fuori a fare chissà che con chissà
chi?>>
Le sue parole mi colgono alla sprovvista e rimango senza fiato, ha ricambiato la mia cattiveria e ciò mi sta bene visto che io ho fatto lo stesso. Mi fermo in mezzo al corridoio e lei invece continua a camminare mentre controlla il numero delle aule che si trova davanti.
<<Cosa succede?>>
Jake mi si affianca, invece mio fratello continua a seguire Camila .
<<Hey ti ho fatto una domanda!>>
Lui non capisce che stimolare il mio nervoso è una delle cose più rischiose che può fare in questo momento.
<<Tu che sei tanto fissato con la sua sicurezza dovresti sapere cosa c'è che non va>>
Lui mi guarda con il volto dubbioso per una frazione di secondi però poi sembra capire benissimo cosa intendo.
<<Si ma io non faccio scenate>>
Trattengo il respiro per qualche secondo e poi lascio andare. Faccio ciò che di solito riesce a calmarmi anche se oggi il mio nervosismo sembra implacabile.
<<Dove devo andare a consegnare ciò che mi hai detto?>>
Arrivo dritto al punto dato che con i giri di parole non sono mai stato molto bravo.
<<Nella vice presidenza, di che non sono specificate le misure di emergenza e le possibili vie di fuga secondarie>>
Annuisco, non ho capito al cento per cento cosa ha detto ma mi accontento di sapere di cosa parla, siamo tutti stati addestrati per proteggerla ma lui si è sempre occupato di queste cose, io invece del pratico.
E per quanto mi riguarda io la proteggerei a qualunque costo.
Mi incammino dalla parte opposta rispetto alla loro e mi chiedo se a lei importi davvero di me, sembra stupido ma a volte vorrei che si preoccupasse per me come io lo faccio per lei, ma se non è così non posso fare altro che accettarlo. Camminando a un ritmo abbastanza veloce arrivo davanti alla porta dopo qualche minuto. Busso una volta sperando di riceve una risposta quanto prima dato che la mia pazienza è già al limite.
<<Avanti>>
Una squillante voce femminile mi risponde dall'altro capo della porta e così mi accingo ad aprire, rimango sul l'uscio qualche minuto prima di entrare nella stanza, alla scrivania trovo una donna che deduco essere la vicepreside, mi osserva da capo a piede con sguardo attento, così tanto che mi porta a dedurre che lei stia pensando cose non adatte alle situazione.
<<Buongiorno>>
I suoi capelli biondi e corti si muovono appena volta la testa nella mia direzione, subito la sua espressione cambia passando da annoiata a concentrata, il problema è che la sua concentrazione è rivolta a me.
<<Buongiorno,come posso esserle utile?>>
Il suo tono è così acuto e allo stesso tempo basso.
Mi avvicino e solo adesso mi accorgo di avere dei bottoni della camicia slacciati, anche se normalmente li ritengo normali e adatti ora sono addirittura volgari.
<<Volevo dirle che sulle mappe che ci avete consegnato questa mattina non sono presenti le misure d'emergenza né le uscite secondarie>>
Lei sorride, non in modo cordiale ma in un modo sensuale, quasi volgare.
<<Allora gliele riconsegnerò domani>>
Deglutisco cercando di non fare danni compiendo azioni sbagliate come per esempio uscire dalla porta, cosa dalla quale ora sono molto tentato.
<<Perfetto, arrivederci>>
Saluto cordialmente uscendo dalla porta quando le sento cinguettare qualcosa che assomiglia a un saluto e la vedo farmi l'occhiolino. Sono schifato e sinceramente mi chiedo come si possa comportarsi in questo modo.

{Capitolo scritto dopo la data ufficiale in cui è stata completata la storia}

BROTHERS - prima parte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora