John B e Cloe, membri dei Pogues, cercano il padre scomparso che ha lasciato ai due ragazzi una mappa del tesoro e indizi misteriosi.
Con l'aiuto degli amici, affrontano pericoli, segreti e nemici, scoprendo antichi misteri legati al loro passato...
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Quella sera, tutto era diverso. Le risate e il caos di una giornata passata a cercare risposte si erano ormai dissipati, lasciando spazio a un silenzio carico di emozioni e stanchezza. Ci eravamo lasciati andare troppo con le bottiglie rubate dal bar del porto, e sentivamo la testa leggera ma il cuore pesante.
Mentre gli altri si addormentavano sparsi sul divano e sul pavimento, io non riuscivo a trovare pace. Il pensiero di mio padre mi divorava. Così, senza dire nulla, mi sono alzata e sono andata nello studio di famiglia.
La porta si aprì con un leggero cigolio, e l'odore di cuoio e polvere mi si avvicinò immediatamente. Lo studio sembrava congelato nel tempo, come se mio padre potesse entrarci da un momento all'altro. Mi sono seduta sulla sua vecchia scrivania, le mani tremanti che tracciavano i bordi consumati del legno.
"Perché te ne sei andato?" sussurrai, la mia voce spezzata. Poi, senza preavviso, le lacrime iniziarono a scendere. Era come se un fiume trattenuto per troppo tempo fosse finalmente esploso. Mi mancava. Mi mancava terribilmente.
Mentre cercavo di riprendermi, lo sguardo mi cadde su qualcosa. Era una vecchia mappa, ripiegata e nascosta sotto una pila di libri. Lo presi con le mani ancora umide di lacrime e la aprii. C'erano linee tracciate con cura, segni e annotazioni che conoscevavo bene: erano di mio padre. Al centro, una grande "X" con un disegno di una pepita d'oro accanto.
Il cuore mi batteva forte. Dovevo condividere questa scoperta.
"Ragazzi!" tutto questo, con un misto di eccitazione e tremore nella voce.
Kiara mi guardò, stropicciandosi gli occhi. "Che cazzo vuoi?"
John B, ancora assonnato, si sedette. "Non poteva aspettare domani?"
"No," dissi decisa, spalancando la mappa sul tavolo. "Guardate qui."
Papa si avvicinò, studiandola con attenzione. "Aspetta... è una mappa? È... è di tuo padre?"
"Credo di sì," risposi cercando di contenere l'ondata di emozioni. "Quella X... potrebbe significare qualcosa. Potrebbe essere importante."
JJ, con un sorriso storto e un tono leggermente sarcastico, disse: "Beh, non c'è niente di meglio di una caccia al tesoro alle tre del mattino, no?"
Ma sotto il suo sarcasmo, c'era eccitazione. Lo potevo vedere nei suoi occhi.
"Dobbiamo andare," disse John B, improvvisamente.
Il sole stava appena iniziando a sorgere quando ci siamo avviati verso la palude. La luce dorata del mattino si rifletteva sull'acqua stagnante, mentre un silenzio quasi surreale avvolgeva il luogo. Eravamo determinati, anche se una parte di me sapeva che le probabilità di trovare l'oro erano basse. "Se fosse stato facile da trovare, qualcun altro l'avrebbe già fatto", aveva detto John B con il suo solito ottimismo, ma io non riuscivo a scrollarmi di dosso una sensazione di inquietudine.